Calcio

Assolo Lautaro nella casa dei Beatles ma la musica dei reds prosegue il suo viaggio

Prodezza del toro, poi ingenuità di Sanchez già ammonito: fremito di speranza Inter subito frustrato e il Liverpool, prosegue la sua corsa

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Il calcio è quella cosa che si gioca 11 contro 11 ma poi alla fine vince sempre la Germania, disse Gary Lineker, ne cuore del mondiale italiano.

Parafrasando l’ex bomber britannico, verrebbe da dire: il calcio è quella cosa che si gioca 11 contro 11 ed alla fine, vince sempre il Liverpool.

Questa sera non ha vinto la squadra di Klop, fermata da un bolide di Lautaro Martinez, finalmente toro anche in Champions e non solo in campionato ed al cospetto di avversari di bassa classifica.

Proprio l’ex Racing di Avellaneda, dice a caldo, ai microfoni a fine match: “Potevamo evitare due gol all’andata ma siamo venuti qui con personalità e voglia”.

Non è bastato, nel computo del doppio confronto, la rete di pregevolissima fattura dell’argentino. Ai quarti, vanno i reds, grazie alle reti di Firmino e Salah al Meazza.

Inter buona ma a metà. Avvio si in avanti ma col freno a mano troppo tirato e con quella sorta di tremarella per il miedo escenico che Anfield incute.

Più granitica e glaciale al tempo stesso la banda di Klop, più abituata a certe sfide da dentro o fuori.

Tutti, i sergenti di Jurgen, sanno fare tutto. E in questo, ricordano un po’ il Milan di Sacchi che giocava a spron battuto, eliminando la cortina tra attacco e difesa ed inserendo le varie fasi.

Nel secondo tempo l’Inter entra con una cazzimma diversa, meno pensante e più giocoliera: fiuta che può dire la sua ed oltre a fare il solletico al Liverpool, prova a spaventarlo.

Sanchez serve Lautaro che lascia partire un missile con l’interno destro: Allison nemmeno la vede. Lo spavento però per i reds, dura solo la manciata di qualche minuto.

Si perché i nerazzurri proprio quando avevano capito come spaventare il gigante red, si fanno male da soli. O meglio Sanchez entra in maniera troppo scomposta su Fabinho: secondo giallo e Laos lo invita ad uscire.

Lì l’Inter desiste caratterialmente e fisicamente, cala, stacca un po’. Il Liverpool, continua imperterrito a macinare il suo gioco.

Alexander-Arnold, il migliore in campo senza se e senza ma, un fine dicitore travestito da terzino, sradica una palla a Perisic sulla sinistra ed avvia un contropiede fulmineo.

Solo Vidal riesce ad opporsi alla conclusione nell’area piccola di Luis Dias.

Certo negli ultimi minuti il Liverpool cerca, palla al piede, di congelare la gara; mossa, del resto, normale.

I Reds continuano il viaggio nella coppa dalle grandi orecchie, next stop: quarti di finale.

L’Inter di Inzaghi, che nel post partita ammette: “Abbiamo fatto una grande gara, in uno stadio difficilissimo contro una squadra molto molto forte, c’è rammarico per la gara d’andata “esce.

Ora potrà pensare esclusivamente a campionato e coppa Italia.




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