Molti anni fa si chiamava Seconda Divisione, poi divenne Prima Divisione, oggi è ovviamente Serie BKT.
Sono cambiate le denominazioni, ma l’apice competitivo nella storia del Monza è sempre stato quello del campionato degli italiani, motivo per cui il sogno Serie A per i brianzoli è attorniato dal fascino della prima volta.
Per il secondo anno consecutivo è arrivata la qualificazione ai playoff, ma in quest’occasione la piazza spera in un epilogo differente rispetto all’anno scorso.
A Monza un vecchio adagio sostiene che: “Maggio è un bel mese, porta fiori, fragole e ciliegie”. Ecco, magari più di un tifoso spera di allungare il detto associando il mese di maggio a quello della “…Serie A”.
La ripartenza nel segno di Stroppa
Dopo l’eliminazione nella scorsa stagione rimediata in semifinale playoff contro il Cittadella, il Monza in questa stagione è ripartito affidando la guida del club a chi questa squadra l’ha difesa prima da calciatore e ora da allenatore: Giovanni “Giovannino” Stroppa.
Un percorso che l’ha riportato in quella che è probabilmente anche la sua Itaca, come l’ha definita Adriano Galliani quando fu ufficiale l’inizio dell’era Berlusconi in Brianza. Stroppa ha conosciuto il calcio professionistico proprio a Monza quando aveva appena diciannove anni. Ora è ritornato con una precisa missione da compiere.
Un avvio altalenante, l’ottimo prosieguo e la delusione finale (h2)
L’inizio di campionato del Monza non è stato certamente positivo, dato che nelle prime otto giornate sono arrivate appena due vittorie.
Bisognava conoscersi, assorbire i cambiamenti tattici e inserire i nuovi calciatori, complice una ristrutturazione dell’organico decisamente corposa sia per numero che per peso degli addii. La società non ha fatto alcun passo indietro rispetto alla programmazione stabilita e, con il passare delle settimane, è emersa la compagine che tutti si aspettavano, ovvero competitiva, coesa, talentuosa e qualitativa che, dall’ottava alla diciassettesima giornata, ha ottenuto dieci risultati utili consecutivi (sei vittorie, quattro pareggi), così da entrare nella zona playoff, mai più abbandonata fino al termine della stagione col quarto posto.
Un epilogo della regular season che, a onore del vero, ha lasciato l’amaro in bocca a un gruppo che era padrone del proprio destino con il secondo posto all’ultima giornata, e la promozione diretta in Serie A sfuggita proprio in quell’occasione, sul campo del Perugia vittorioso per 1-0 negli ultimi minuti di gioco.
La miglior difesa è l’attacco
Una squadra, il Monza, pensata e costruita per valorizzare il capitale di attacco.
A testimoniare ciò arriva il dato sui gol segnati che ha visto la compagine di mister Stroppa ottenere la medaglia d’argento in questa speciale classifica, dietro solo al Benevento (62 gol dei sanniti contro 60). Edificati per macinare reti, i biancorossi non hanno comunque restituito l’impressione di giocare un calcio sbilanciato o comunque lacunoso in termini di organizzazione difensiva, al contrario, il punto di rottura più netto rispetto alla scorsa stagione è emerso proprio dalla ricerca dell’equilibrio tanto in fase offensiva quanto difensiva, dove la partecipazione è stata spesso corale. Precetti di un calcio moderno, quello che Giovanni Stroppa ha cercato di trasmettere ai suoi, facendo leva sul mix di talento e disponibilità. Il noto sistema di gioco che ha caratterizzato la carriera dell’allenatore, il 3-5-2, è stato plasmato per esaltare le caratteristiche dei calciatori e, allo stesso tempo, reso camaleontico nelle scelte di gioco, ovviamente differenti in base agli interpreti e alle dinamiche delle partite.
Gli uomini chiave del Monza
Il miglior marcatore è stato il calciatore che ha fatto da trait d’union tra passato e presente, ovvero Dany Mota. Dopo aver fatto molto bene sotto la guida di Brocchi, Mota si è confermato con undici gol (seppur con un 2022 iniziato zoppicando e terminato in crescendo, visto che tre dei cinque realizzati nel nuovo anno sono arrivati nelle ultime tre giornate).
Dietro di lui un Numero Dieci che ragiona anche da punta di riferimento: Mattia Valoti. Dieci gol, tre assist, un inquantificabile numero di giocate di alto livello e l’affascinante incapacità di tutti di decifrarlo con un ruolo preciso: alcune volte mezzala, altre seconda punta, sempre con fluidità nell’interpretazione del suo calcio in campo, caratteristica propria dei calciatori moderni.
Un campionato di intuizioni
Certificare gol e assist è molto più esemplificativo e spendibile per definire le prestazioni di un calciatore o una squadra, ma la stagione di Serie BKT 2021- 2022 vissuta dal Monza ha consegnato agli occhi degli appassionati ulteriori spunti di riflessione e possibilità di apprezzamento del lavoro di Giovanni Stroppa.
Intuizione notevole è stata quella di disegnare attorno al talentuoso Carlos Augusto la posizione e compito da “braccetto”, come spesso viene definito il centrale di sinistra. Una decisione figlia tanto di un’intuizione, quanto del confronto e la volontà del diretto interessato, che si è mostrato totalmente aperto a una possibilità che aveva già sperimentato nel corso dei suoi inizi di carriera brasiliani.
Un rendimento ottimo, quello del classe ’99, così come encomiabile è stato il recupero di José Machin, tornato dal prestito al Pescara e capace di recitare un ruolo importante in una mediana infarcita di qualità, con elementi come il già menzionato Valoti, Luca Mazzitelli, Patrick Ciurria e Andrea Colpani.
Tanta tecnica, altrettanto spirito: ingredienti con i quali Giovanni Stroppa ha donato alla Serie BKT una squadra desiderosa di essere protagonista e che non chinerà il capo dinanzi alle sfide che contano, quelle dei playoff.
Maggio potrebbe portare non solo fiori, fragole e ciliegie a Monza, ma anche la realizzazione di un sogno, vissuto rigorosamente per la prima volta.