Calcio
Da un san Giovanni ad un Giovanni… santo: ieri a Monza, nel giorno del santo patrono, la consegna dell’ambito premio cittadino
Nicolò Cafagna, Angelo Maria Longoni, Gian Maria Bellazzi e Giovanni Stroppa, questi i quattro premi per l’edizione 2022 del corrispettivo monzese dell’ambrogino d’oro milanese
Ore 8.40 di un venerdì mattina di fine giugno. Monza, si è svegliata col sole ed una gradevole brezzolina, pensando a San Giovanni.
La serie A, conquistata, lo scorso 29 maggio, all’Arena Garibaldi di Pisa, qui è ormai, di gran lunga, la nuova attrattiva.
La si scorge dai balconi, agghindati con ogni tipo di bandieroni bianchi e rossi, la si respira dalle terrazze in pieno centro, dalle quali, spiccano dei drappi celebrativi, con tanto di scritta “Serie A”.
Anche il Lambro, sembra scorrere ed attendere la nuova era del pallone monzese:
son finiti i tempi dei campetti di provincia, dal 13 agosto in poi, si andrà a San Siro al Gewiss per restare in Lombardia. Allo Stadium e al Grande Torino in Piemonte, all’Olimpico di Roma.
Servirà tanta benzina, sarà un viaggio lungo ed intenso. Alle 12 la nascita dei calendari, ma prima, la città si è riunita attorno al suo patrono, san Giovanni Battista.
Drappi rossi, gonfaloni dappertutto, quattro Giovannini d’oro, riconoscimenti avvolti in scatolette altrettanto rosse, sulla sinistra un maxischermo che proietta le gesta della città, tra i giorni di questo anno.
Al centro, il primo cittadino, Dario Allevi, che microfono alla mano, snocciola i nomi dei premiati.
I primi due non ci sono più, ma per quello che hanno dato alla città, non smetteranno mai di esserci.
Nicolò Cafagna, classe 83, scomparso lo scorso agosto ed Angelo Maria Longoni, di 30 anni più vecchio, classe 53, deceduto lo scorso 13 ottobre, mentre faceva la cosa che più amava, scalare le vette montane.
Proprio quest’ultimo, è stato citato su queste colonne a promozione appena conquistata, poiché seguiva le sorti monsciasche da molto tempo, quando non c’era ancora il Brianteo ma il regno del Monza si chiamava stadio Sada.
Dopo la premiazione dell’imprenditore Gian Maria Bellazzi, è stata la volta di mister Stroppa, artefice della prima storica promozione nel paradiso del pallone.
“San Giuan fa minga ingann”, lo striscione della curva Davide Pieri, prontamente srotolato da alcuni rappresentati della stessa curva. Striscione, che già si era potuto apprezzare allo stadio.
“Giovanni Stroppa, Giovanni Stroppa” il coro è partito spontaneo. Come molto spontaneo e per nulla ingessato, è stato anche il mister di Mulazzano sul palco.
“Da Giovannino a Giovannino, è bellissimo. E’ la prima volta che ricevo un premio del genere. Lo condivido con tutta la società”.
“Non sapete che gioia vedere il mister percorrere quasi tutto il campo pisano al gol del 3 a 4 di Gytkjaaer, che sanciva di fatto la conquista della A. Ho avuto la fortuna di essere testimone oculare di questa scena” Queste le parole di un entusiasmato sindaco Allevi.
Il mister, generosissimo come quando allena, non si è davvero sottratto a nessuno, concedendosi per i vari ed infiniti selfie di rito ed andando a salutare le numerose maestranze cittadine coinvolte nell’evento.
La mattinata del san Giovannino finisce, la festa continua con la solenne messa in duomo. Mentre monsignor Provasi introduce il cardinal Vegezi, che officerà la liturgia, molti occhi vanno sui telefonini.
Il calendario ha infatti generato il nome della prima avversaria della banda Stroppa: sarà il Toro, prima di ferragosto, in un U-Power tirato a lucido.
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