Calcio
Nations League: Inghilterra-Italia, undici mesi dopo…
Ore 20:45 (ora italiana), diretta Rai 1
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Nations League: Inghilterra-Italia, undici mesi dopo…
Ore 20:45 (ora italiana), diretta Rai 1
Difficile non tornare con il pensiero a undici mesi fa, a quella Coppa alzata sotto il cielo di Londra. Solo duecentosettantadue chilometri separano Wembley dal Molineux Stadium di Wolverhampton, dove questa sera (ore 20.45, diretta su Rai 1 – arbitra il polacco Marciniak) la Nazionale affronterà l’Inghilterra nel terzo incontro della Nations League. In palio stavolta ci saranno soltanto tre punti utili per il Gruppo 3 di Nations League, che vede l’Italia in testa alla classifica e la nazionale di Southgate fanalino di coda del girone.
“Sarà una partita dura – avverte Roberto Mancini dalla stampa del Molineux Stadium – come tutte le gare che si giocano contro l’Inghilterra. Non è una rivincita, questa è una partita completamente diversa da una finale. Poi si gioca qui, dove solitamente non gioca la Nazionale, e a porte chiuse. Sarà un’altra cosa”. Quel che è certo è che l’Inghilterra resta una rivale di assoluto livello: “L’Inghilterra ha tanti top player, difficile indicarne solo uno. Con Germania, Spagna e altre quattro o cinque è tra le favorite del Mondiale”.
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Domani scenderà in campo un’Italia molto diversa da quella che superò Kane e compagni ai rigori laureandosi Campione d’Europa. Non ci saranno infatti Bonucci, Chiellini, Jorginho e Verratti, né i tre titolari del tridente di quella sera – Insigne, Immobile e Chiesa – e i due attaccanti subentrati in corsa, Berardi e Bernardeschi. E diversa sarà anche la cornice di pubblico, visto che proprio a causa dei disordini scoppiati in occasione della finale di Wembley la UEFA ha imposto all’Inghilterra di giocare a porte chiuse, autorizzando solo la presenza sugli spalti di 1.500 bambini delle scuole calcio. “Non abbiamo ancora deciso chi giocherà – sottolinea Mancini annunciando l’impiego di Scamacca al centro del tridente – un po’ di cambi ci saranno sicuramente, dobbiamo valutare le condizioni dei ragazzi che hanno giocato due partite in quattro giorni. Potessimo riuscire a non stravolgere tutto sarebbe meglio. Ma per fare un esempio Cristante ha giocato due gare in quattro giorni e ce n’è un’altra tra tre giorni: è un ruolo particolare e non ci sono troppe scelte, visto che abbiamo Bryan, Esposito e forse Locatelli. I ragazzi più giovani vorrei farli debuttare tutti se ce ne sarà la possibilità”.
A chi gli chiede se non sarebbe stato meglio anticipare questo nuovo ciclo azzurro, magari in occasione dei play off Mondiali, il Ct risponde: “Era una cosa impossibile da fare, non c’era tempo e non c’era una logica. Abbiamo vinto l’Europeo e dopo un mese e mezzo abbiamo iniziato a giocare. Quella era la squadra che aveva anche iniziato le qualificazioni Mondiali e, a parte Chiellini e Bonucci, si tratta di tutti ragazzi sotto i 30 anni. Anche a Palermo con la Macedonia non è che avessimo in campo giocatori con più di 32-33 anni, erano tutti ragazzi di 27-28 anni”. In futuro in ogni caso ci sarà ancora spazio per i Campioni d’Europa: “Molti di loro ci torneranno utili anche per le qualificazioni europee. Questi ragazzi qui con un po’ di quelli dell’Europeo fanno una bella squadra. Dobbiamo puntare sui giovani, all’Europeo e al Mondiale del 2026 che proveremo a vincere”.
Mancini fa poi l’in bocca al lupo a Rino Gattuso per la sua nuova avventura sulla panchina del Valencia: “Attorno a lui si stava creando una situazione ridicola. Sono convinto che farà grandi cose”.
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Con il Ct in sala stampa c’è Sandro Tonali che, partito nell’undici titolare sabato scorso al ‘Dall’Ara’ con la Germania ed entrato nei minuti finali del match con l’Ungheria, è alla ricerca di un ruolo sempre più centrale in questa Nazionale: “La strada è lunghissima – le parole del classe 2000 – questi sono i primi passi e devo continuare a fare ciò che sto facendo. In questo momento non mi voglio sentire leader, è un momento delicato per tutta la squadra. Bisogna essere uniti. Tutti, anche i più giovani, devono sentirsi parte del gruppo”.
Tra i protagonisti dello scudetto conquistato dal Milan, è reduce da una stagione esaltante dopo un primo anno di rodaggio in rossonero. E’ uno dei 45 esordienti della gestione Mancini, la dimostrazione che investire sui giovani rende e che a volte basta saperli aspettare: “Giocare una stagione da titolare al Milan, giocare a un livello più alto della scorsa stagione mi ha aiutato parecchio. L’idea è proseguire così, per la Nazionale e per il Milan. Ora l’Italia è la cosa più importante, poi quando sarò al Milan la cosa più importante sarà il Milan. È cambiata solo la fiducia nel giocare e la spensieratezza: sembra una piccolissima cosa, ma in campo ti cambia tutto”.
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