Calcio

Gli azzurri e l’astinenza dal mondiale

La nazionale che ci ha fatto sognare la scorsa estate con la vittoria dell’Europeo precipita al suolo con la mancata qualificazione al Mondiale.

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Dopo la delusione Ventura del 2018, gli azzurri non parteciperanno neanche al Mondiale 2022, sconfitta inaspettata che stravolge ogni pronostico dopo la vittoria a Wembley. L’Italia si chiede verso chi puntare il dito e trova diversi sospettati, in prima linea il CT Roberto Mancini, che ha portato la nazionale sia alle stelle che alle stalle. È molto facile farsi condizionare da questa enorme falla; c’è da dire, però, che il Mancio è stato in grado di pescare dalle giovanili e di ricostruire la squadra morente di Ventura. Tutto ciò senza l’aiuto dei club italiani che sbagliano gli investimenti, prediligendo talenti stranieri meno costosi e lasciando scappare le promesse nazionali. Ne è un esempio Wilfried Gnonto, attaccante classe 2003, cresciuto nelle giovanili dell’Inter e ceduto, poi, allo Zurigo, dove decide di andare per crescere e per cercare di sperimentare il calcio con le prime squadre con molto anticipo rispetto a come avrebbe fatto in Italia. Sarebbe un grave errore pensare di ricondurre i problemi del calcio italiano al CT, è un problema strutturale e molto più profondo. Probabilmente gli azzurri hanno ancora bisogno di Mancini, vista anche la collezione di 37 vittorie che ha segnato il record di imbattibilità. La nostra nazione necessita di nuova linfa vitale, abbiamo bisogno di una maggiore attenzione ai campioni di domani da parte dei club, già a partire dai giovanissimi. La ricostruzione del calcio italiano deve partire dalle scuole calcio che, avendo il compito di forgiare giovani talenti, necessitano di maggiori aiuti economici per investire nel settore giovanile. 

La squadra ha le batterie bruciate dopo la scossa della vittoria a Wembley, i grandi campioni non soddisfano le aspettative. Prestazioni mediocri, errori fatali, un reparto d’attacco che non funziona, una difesa da modernizzare e rigori sbagliati che costano caro. Partire con la convinzione di essere già in Qatar ha sferrato un duro colpo ai nostri azzurri. 

Il nostro calcio merita di più, questa sconfitta potrà essere la base di lancio per la scoperta di nuove stelle azzurre che completino il firmamento italiano e mondiale. 

Di Gaia Piccigallo




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