La scomparsa di Enzo Riccomini: portò la Pistoiese in serie A

Il prossimo 22 agosto avrebbe compiuto 88 anni.

Enzo Riccomini è scomparso a Viareggio e lascia la sua immagine di tecnico pragmatico in un calcio dove il pareggio somigliava ad una vittoria.

La sua filosofia calcistica si può riassumere in un detto dal sapore antico: “Meglio due feriti che un morto”.

E pareggio dopo pareggio ha saputo costruire due storiche promozione con la Ternana (1974) e poi la Pistoiese (1980) dei “vecchietti sapienti”, Frustalupi e Rognoni, letteralmente illegali a livello di cadetteria per un’intelligenza calcistica con pochi eguali.

Toscano di Piombino, era un uomo vero, sempre pronto all’ironia, alla battuta tagliente.

Onesto e sincero.

Enzo era anche un grande uomo di calcio e un grande allenatore.

Come tecnico, si è fatto conoscere a Viareggio, tre stagioni super, in cui venne coltivato il sogno della promozione in serie B.

Erano le stagioni di Cavallito, Bonzi, Giampaglia, Piaceri.

Miti delle zebre.

Seguirono le esperienze con Ternana, Ascoli, Pistoiese, Sampdoria, con il quinto posto finale e la storica vittoria a San Siro contro il Milan.

Nel 1982 tornò alla guida della Pistoiese per due stagioni nei cadetti, dove raccolse una salvezza e una retrocessione.

Passò poi alla panchina dell’Arezzo, che salvò per tre stagioni consecutive di serie B.

Dopo una breve esperienza al Barletta in serie B, fu retrocesso in serie C alla guida della Sambenedettese nel 1989. Trionfale il suo ritorno a Viareggio con la promozione in C2 nel 1990 e poi quella sfiorata in C1.

Lo piangono i suoi amici piombinesi Claudio Nassi e Aldo Agroppi ai quali era legato da un’amicizia fraterna.