Atletica leggera
Atletica, Europei: oro per Crippa (10.000 m) e bronzo per la 4×100 femminile. L’Italia chiude in bellezza
L’Italia chiude in bellezza conquistando nell’ultima giornata l’oro con Yeman Crippa nei 10000 metri e il bronzo con la staffetta femminile 4×100. Le 11 medaglie conquistate rappresentano il secondo migliore bottino all-time dopo le 12 di Spalato 1990
L’Italia chiude in bellezza i Campionati Europei di Atletica Leggera conquistando nell’ultima giornata di gare altre due medaglie: l’oro con Yeman Crippa nei 10000 metri e il bronzo con la staffetta femminile 4×100. Con queste due medaglie l’Italia è salita a 11 medaglie totali, solo una in meno delle 12 ottenute a Spalato nel 1990, anche se allora gli ori furono addirittura 5.
L’MVP italiano di questi campionati è senza ombra di dubbio Yeman Crippa, che dopo il bronzo nei 5000 metri si è messo al collo uno splendido oro nei 10000 metri, dopo una prestazione superlativa sia dal punto di vista tattico che da quello puramente atletico. Il suo è il quarto oro azzurro nella storia europea azzurra nei 10000 metri, dopo Cova (1982), Mei (1986) e Antibo (1990). Da applausi anche la prova di Pietro Riva (27.50.51 PB), autore di una gara gagliarda e capace di limare il personale di ben 11 secondi così da issarsi al quinto posto assoluto.
La gara si decideva ai 250 metri quando Crippa si lanciava all’inseguimento nel norvegese Zerei Menzgi (27:46.94 PB), autore di un tentativo di fuga nei due giri precedenti. L’azzurro volava a velocità doppia e sul rettilineo conclusivo lo affiancava e lo staccava fermando il cronometro su un più che discreto 27:46.13. Al terzo posto si piazzava il francese Yann Schrub (27:47.13)
La seconda medaglia, e che medaglia!, è arrivata dalla 4×100 femminile che ha conquistato uno splendido bronzo, medaglia attesa addirittura dal 1954.
Il quartetto composta da Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese a dire il vero ci ha fatto temere fino all’ultimo per una possibile squalifica a causa del cambio al limite tra Dosso e Kaddari. Dopo un paio di minuti di attesa è arrivata l’ufficialità del terzo posto e le quattro velociste azzurre hanno potuto festeggiare il meritato bronzo.
A vincere è stata la Germania (42.34) davanti alla Polonia (42.61 NR), autrice del record nazionale, e all’Italia, con Gran Bretagna e Francia che sono state squalificate in finale.
Le azzurre sono state autrici di una prova solida. Ottima la prima frazione di Dosso. Kaddari, per non finire fuori zona, bravissima a interrompere l’accelerazione e ripartire. Grandissima curva per Bongiorni e strepitosa ultima frazione di Pavese che ha staccato l’Olanda e tenuto a bada la Spagna.
Bel settimo posto negli 800 metri per Simone Barontini (1:45.66), capace di correre tre turni sempre nel vivo della gara e capace di due PB, di cui uno nella finale. A vincere è stato lo spagnolo Maria Garcia che ha preceduto un deluso Whitman, oro mondiale nei 1500 metri, e l’irlandese English.
Delusione purtroppo nel salto in altro per Elena Vallortigara, uscita alla quota di 1,90 m. Per lei, come anche dichiarato ai microfoni della RAI, qualche errore tecnico e un feeling con la pedana che non è mai arrivato. Vittoria per l’ucraina Yaroslava Mahuchick (1,95 m), con le sorprese di giornata, la montenegrina Marija Vukovic (1,95) e la diciassettenne serba Angelina Topic (1,93 m), figlia del campione di Split ‘90 Dragutin Topic, rispettivamente argento e bronzo.
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