Coppa Italia

Dal vichingo al vichingo: Il Monza riapre il sipario come lo aveva chiuso: Gytkjaer gol per matare un coriaceo Frosinone

Nel primo appuntamento ufficiale della stagione, all’U-Power Satadium, il Monza scappa due volte contro il Frosinone con i rigori, identici nell’esecuzione, di Valoti e Caprari. Bravo Fabio Grosso a rivoltare i suoi nell’intervallo, Haoudi accorcia, Kone pareggia. Solo una zampata di talismamo Gytkjaer permette al Monza di superare i trentaduesimi

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Da Gytkjaer a Gytkjaer, il vichingo. Dalle due reti del bomber danese all’Arena Garibaldi di Pisa, che spalancarono le porte della A ai brianzoli, alla rete, che ai titoli di coda, stende il Frosinone ed evita al Monza, che tra 5 giorni accoglierà il Toro, le forche caudine del supplementare.

Benvenuti o meglio bentornati nella giostra, vichinga, del gol.

Struttura a cornice direbbe il Boccaccio del Decameron. Dal 29 maggio, al 7 agosto, il minimo comune denominatore della squadra di Giovanni Stroppa, si chiama Gytkjaer.

Bravo il mister a gettarlo nella mischia in medias res, quando l’ordalia era viva e fiammante ed aveva bisogno di una stoccata.

Bravissimo il tecnico di Mulazzano a capire che non solo di lui c’era bisogno ma di altre forze fresche per rompere quel fortino che i ciociari, nel secondo tempo e con buzzo buono erano riusciti, dal nulla e con il groppone del doppio svantaggio sulle spalle, ad imbastire.

Machin, Colpani, Gytkjaer: tre indizi fanno una prova? No, tre cambi fanno esplodere l’U – Power Stadium, tirato a lucido e con l’abito della festa.

Imbucata illuminante di Machin sulla corsa per Colpani, cross al bacio rasoterra dell’ex Trapani ed al centro ecco azzannare la palla col destro lui, il vichingo.

Amato, acclamato da una curva Davide Pieri che già dalle prime battute di gara proprio non riusciva a dimenticarsi dell’eroe promozione:

Din don din don t’interrompo dall’Arena ha segnato il vichingo” Questo il coro, parafrasando l’annuncio radiofonico dei gol del numero 9 nella finale play off di ritorno.

L’hombre del partido, alla fine, è risultato ancora una volta lui. E in mezzo?

Due rigori concessi dall’attento Serra di Torino, con giustezza e trasformati in modo pressochè identico prima da Valoti e poi dal neo acquisto Caprari.

Ma, il calcio, si sa, è quella cosa che mai vuole finire anzitempo ripiegata nell’armadio delle cose scontate.

Ed infatti il Frosinone interpreta la seconda parte di gara con la cazzimma dei feriti, che non ci stanno a vedersi vinti.

Haoudi riapre la gara ed un monumentale Kone, il migliore in campo dei laziali, la rimette in parità. Quando Fabio Grosso (ah quel rigore berlinese ancora e per sempre ne illuminerà l’aurea) lo toglie, i suoi arretrano poco a poco il baricentro.

Ne approfitta Stroppa con le sopracitate sostituzioni.

Non esce dal campo D’Alessandro che con una chiusura degna di un centralone navigato salva un tiro di Ciervo che era destinato al 3 a 3.

Monza avanti nella coppa nazionale. Ad ottobre se la vedrà contro l’Udinese. Ora energie ed attenzioni rivolte al campionato: il primo, dopo 112 anni di storia, che vivrà nell’Olimpo dei grandi.

Intanto la gente della sud, un grande ce lo ha già e se lo coccola anche a Frosinone battuto: “Din don din don…Interrompo dall’Arena, ha segnato il vichingo”. Vichingo che poi a fine faida, si concede a selfie con i tifosi, nella parte di tribuna vicina al campo.

Generosità dentro e fuori dal campo.




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