Serie A
Roma, Mourinho: “Guai a sottovalutare la Cremonese. Belotti? Non so se viene”
Josè Mourinho, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di domani dell’Olimpico contro la Cremonese. Il tecnico ha sottolineato come quella di domani sia una sfida da non sottovalutare ed ha anche parlato di Belotti.
Come arrivano a questa partita Wijnaldum e Matic? Che effetto le fa sapere che domani sarà la nona partita con il sold out di fila?
“Partiamo dalla seconda: è incredibile. Per quello dicevo che in una conferenza stampa precedente che questa per noi è una vittoria incredibile. La base di tutto è la passione dei tifosi per il club ovviamente, ma noi sentiamo l’orgoglio di avere qualche responsabilità nella creazione di questa empatia. È fantastico per tutti noi e anche per il calcio italiano in generale. Anche all’estero la gente guarda la Roma all’Olimpico, io ho molti contatti e questo crea un’impressione fantastica a tutti: quello che fanno i nostri tifosi è fantastico. È una motivazione per noi e anche per i nostri avversari. Non vedo la Cremonese come una squadra che l’anno scorso stava in Serie B, non gioca così: ha un’organizzazione molto definita, complimenti ad Alvini, sa come vuole giocare e condizionare il gioco dell’avversario. Ha fatto investimenti importanti inserendo giocatori di qualità, davanti ha due calciatori di grande potenziale. È facile scrivere o dire che sarà una partita per noi con i tre punti in tasca, possiamo leggerlo ma non dirlo, rifiuto questo al 100%: sarà una partita difficile. Quando dicono che l’anno scorso abbiamo perso troppi punti in casa, sono d’accordo. Matic e Wijnaldum stanno bene, il primo molto bene e il secondo sta bene. A partire da ora abbiamo partite ogni 3-4 giorni, è un bel regalo giocare col Monza due giorni dopo la partita con la Juventus. Questa è stata una settimana completa di lavoro, è importante per Gini che è arrivato dopo. Matic è arrivato come tutti e ha fatto un bel precampionato. Zalewski è stato male e non si è allenato per due giorni, ma ieri sì ed è in perfette condizioni. Anche El Shaarawy è perfetto ora. Siamo tutti a posto, tranne Darboe. Vogliamo giocare bene, vincere e che la gente vada a casa felice”.
L’eventuale arrivo di Belotti può servire a colmare almeno in parte il gap con il vertice di cui ha parlato?
“A Salerno l’obiettivo non era far capire al direttore che mi piacerebbe un altro attaccante, ma l’obiettivo era vincere la partita. Quando in panchina non hai un attaccante dello stesso livello di quello che hai in campo, ed è ovvio e nessuno può aspettarsi che Felix e Shomurodov siano così, cerchi di giocare con la forza che hai in panchina e in quel momento erano Matic e Wijnaldum, che sono entrati in campo e hanno controllato la partita. Sarebbe molto più bello chiudere la partita segnando 2-3 gol, ma abbiamo chiuso la gara con la grande capacità di questi due giocatori. Se mi chiedi se mi piacerebbe avere un altro attaccante in rosa non rispondo perché il direttore Tiago Pinto lo sa e devo semplicemente aspettare con la speranza che si possa fare. Se non si può fare, andiamo avanti con quello che abbiamo. Se Belotti è un giocatore del Torino o di un’altra squadra non rispondo, ma siccome è svincolato posso dire qualcosa: se è vero che vuole tanto venire alla Roma, a me piace tanto questo feeling. Se viene o non viene non posso dirlo perché non lo so. Aspettiamo e vediamo”.
Pellegrini?
“L’anno scorso ho detto che mi piacerebbe avere tre Lorenzo. Ha ancora un’età per crescere, ma in questo momento quel giocatore di grande potenziale di 6-7 mesi fa ora è diventato veramente un grande giocatore. Può giocare ancora di più, ha grande maturità calcistica: può giocare a centrocampo, nella posizione di Dybala, in quella di Zaniolo, può giocare ovunque, ha grande qualità e maturità. Per noi vale tanto, quando guardi la squadra e la posizione di Dybala e Zaniolo non abbiamo tanto altro: sono loro, El Shaarawy e Lorenzo. Per questa ragione non posso dire che giocherà tutte le partite nei due a centrocampo, ci sono tante partite e dico che giocherà ovunque. Può farlo, non sono io a forzarlo, lui è a suo agio a giocare in tutte le posizioni, è un plus importante per noi”.
È stato più difficile vincere un trofeo a Roma dopo 14 anni o vincere una seconda volta?
“Onestamente non lo so. La competizione che abbiamo vinto è europea e alla fine non è molto diversa da quella che giocheremo in questa stagione. È un po’ diversa nella fase a gironi perché ci saranno squadre più equilibrate. Dopo, sperando di arrivarci, nella fase a eliminazione diversa troveremo superpotenze economiche come Manchester United ed Arsenal ed anche qualcuna che scenderà dalla Champions. Ma non è una competizione diversa. Se abbiamo avuto la capacità e la forza mentale di vincerla l’anno scorso, dobbiamo mettere tutto sull’Europa League e vediamo. Le competizioni italiane sono difficili da vincere: prima della fine del mercato abbiamo più potenziale dello scorso anno, ma il problema è che tutte le altre hanno fatto lo stesso. Non è che la Roma sia migliorate e le altre siano peggiorate, per il bene del calcio italiano tutte sono migliorate. Per noi, che vogliamo migliorare la nostra posizione, non sono buone notizie, tutte hanno fatto buoni investimenti e hanno più qualità di prima. Quindi è difficile dire di poter vincere, vediamo se possiamo farlo”.
Che importanza ha Cristante per lei dentro e fuori dal campo? Questa squadra ha la necessità di avere sempre in campo uno tra Matic e Cristante per gli equilibri?
“È importante come giocatore e persona, per la stabilità che dà in campo e fuori dal campo. È molto importante per me. Si può avere stabilità senza Matic e Cristante? Dipende dalla crescita della squadra e dalla crescita di giocatori di un altro profilo. Sicuramente Pellegrini di 2-3 anni non poteva dare stabilità in quella posizione lì, ora può farlo e anche Wijnaldum. Il problema è se la squadra sia capace di essere compatta difensivamente. Giocare con più giocatori offensivi è una questione di empatia ed equilibrio tattico. Oggi vedo una squadra con giocatori di maturità e questo ti dà la possibilità di giocare necessariamente con giocatori più difensivi o posizionali”.
Quanto è importante la permanenza di Zaniolo? L’ho visto alleggerito, è cambiato qualcosa dal punto di vista degli allenamenti?
“Sta molto bene, sono d’accordo con te. Fisicamente sembra agile e fresco, per un giocatore come lui non è facile resistere 90′ con quella intensità di gioco. Per me è merito suo e solo dopo lui arriviamo noi come staff con l’allenamento, la motivazione e l’allenamento specifico. Se rimane qua? È una domanda per il direttore e non per me. Se mi chiedi se mi piacerebbe che rimanga, non lo nascondo e dico di sì. È importante per noi, nel puzzle che abbiamo costruito è molto più importante per noi di prima”.
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