Champions League
La paura nel cuore e nella testa della Juventus
Paura. Negli occhi dei giocatori. Dei tifosi. Di un ambiente che è sull’orlo dal cadere nel buio più totale. O forse è già caduto, con la seconda sconfitta in Champions League: mai nella sua storia, la Juventus aveva collezionato 0 punti dopo due partite nel girone. Né i bianconeri, né Massimiliano Allegri nella sua carriera. Questa volta c’è la prima volta, per entrambi.
Il Benfica sbanca lo Stadium per 1-2, ma il risultato potrebbe anche essere più ampio. I portoghesi soffrono ad inizio partita, vanno sotto nel risultato con la rete di Milik ma escono alla lunga padromeggiando tempi di gioco e spazio sul prato con una grande facilità. Prima l’ex interista Joao Mario su rigore, poi l’infermabile David Neres scondannano la Juventus di Massimiliano ad una rincorsa quasi impossibile verso gli ottavi di finale. Qualche stagione fa l’Atalanta riuscì nell’impresa di qualificarsi dopo aver ottenuto 0 punti dopo due giornate, ma quella di Gasp era proprio un’altra cosa rispetto a questa Juventus.
Anche contro il Benfica, Vlahovic si è sbattuto da solo. Nemmeno la spalla Milik gli sa dare il giusto aiuto: zero sono i passaggi tra i due, che, in teoria, dovrebbero essere i punti d’attacco di riferimento. Ci ha provato anche il rientrante Di Maria ad inventare qualcosa, ma quando i compagni di squadra sono statici è dura anche per un fuoriclasse come lui. Bonucci, Perin e tutti gli altri vanno sotto la curva a fine partita come se volessero chiedere scusa: nei loro occhi ci sono lacrime di commozione, di rassegnazione. E di paura, nel cuore e soprattutto nella testa. Uscire da questo inizio difficile di stazione sarà complicato: 2 vittorie (contro Sassuolo e Spezia) su 8 totali. La Juventus è nel baratro più totale.
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