Serie A
Le prime parole di mister Palladino e quelle di Galliani
Palladino: “Sono strafelice. Gasperini ed Juric mi hanno insegnato un metodo. Galliani: “Scelta giovane nell’alveo di Nagelsmann al Bayern, coraggiosa. “Raffaele, aggiunge scherzando ma non troppo l’ad “Ha un’eredità importante: bisnonno Sacchi, nonno Capello e papà Ancelotti…”
Apre le danze, dopo i convenevoli l’ad Adriano Galliani, che gioca subito d’anticipo:
“Rivolgo un affettuoso grazie a Giovanni Stroppa, il Monza è nato il giorno 1 settembre del 1912 e dopo 110 anni di storia, con Stroppa in panchina, è approdato in A. Solo il fatto che tra pochi giorni giocheremo contro la Juve, è strepitoso. I risultati non sono però arrivati ed abbiamo deciso di cambiare rotta. Esto es el futebol, come dicono in Spagna. Sono inutili tutti i discorsi sociologici, etici”.
Poi, Galliani, rivela che Palladino
“Raffaele non è un traghettatore, ma il mister del futuro, ho solo 38 anni, beato lui. Ma anche il Bayern ha Nagelsmann, che è addirittura più giovane e guardate come gioca. Lui, era quasi pronto a scendere in campo in Coppa Italia nel 2019 con questa maglia e lo farà adesso, da allenatore. Ha allenato la nostra Under 15, ha condotto la Primavera in semifinale poi persa col Parma, ha vinto per 5 a 0 contro l’Alessandria quest’anno sempre con la Primavera.
Bisogna avere il coraggio di fare qualche scelta coraggiosa, è una decisione condivisa da Silvio Berlusconi. Dunque: “Benvenuto, benvenuto, benvenuto”.
La palla, o meglio la parola, passa ora a Palladino
“Grazie di questa possibilità, sono strafelice ed ho una grande voglia di fare bene e di aiutare Monza, sono innamorato di questo lavoro, ho completamente perso la testa, anche prima che smettessi di allenare, già intravvedevo come gli allenatori potessero lavorare ed iniziavo a studiarli.
Sono orgoglioso di essere qua, sono pronto e carico ed ho grande voglia di fare bene”.
La palla torna poi a Galliani
“Abbiamo pensato a lungo con il presidente su cosa fare, c’erano anche altri nomi ma la scelta è stata Raffaele, per tante motivazioni, non solo perché fosse già qui. Siamo convinti che abbia dentro di se le stimmate del grande allenatore, la primavera è stato per lui un banco di prova importante, stiamo facendo tanto: abbiamo tappezzato Monzello con: ci abbiamo messo 110 anni per arrivare in A non possiamo impiegare dodici mesi per tornare in B, e attraverso lui noi crediamo di poter mantenere la categoria.
Pensare a Monza – Juve, mi emoziona profondamente, al di là dell’essere amministratore delegato del Monza.
Non mi candido più al Senato ma voglio dedicarmi anima e corpo al Monza, per sperare, provare, tentare di mantenere la categoria. E’ la sola tra le 20 di A mai stata in A e l’unica che tre anni fa era in C”.
In campo, Raffaele, che modulo utilizzerai e Cragno come sta?
“Ho voluto vedere tutti i ragazzi, Cragno sta meglio, ho visto che tutti vogliono essere a disposizione. Stroppa ha fatto un ottimo lavoro, non a caso ieri mattina è stato uno de primi a chiamarmi. Per quanto riguarda il sistema di gioco stiamo provando. A me piace la difesa a 3, ma sono aperto a più soluzioni, l’ossatura davanti potrebbe essere a 3 con una punta e due sottopunte, anche se a volte i sistemi sono numeri, non sono molto integralista”.
“Nuovo allenatore dei portieri del Monza è Alfredo Magni, che ha accompagnato nel suo percorso di crescita al Milan Donnamurmma. Sentenzia Galliani”.
Juric, poi Thiago Motta, adesso tu. Quanto vi ha trasmesso Gasperini come patrimonio e oltre a lui quali sono stati i tuoi modelli di allenatore?
“Per me Gasp è stato un maestro, mi ha allenato in primavera Juve poi al Genoa, dove sono riuscito ad arrivare in nazionale, mi ha insegnato un modo di stare in campo, oltre a lui, ho avuto Ranieri, Lippi, Donadoni, Deschamps, maestri, il mio bagaglio è merito loro, cerco di trasferire e di portarmi via il buono appreso da tutti, ma il concetto in linea di massima ed i principi di gioco, sono quelli che adottano mister come Gasperini ed Juric”.
Galliani, Cosa desiderate vedere in campo?
“Una squadra che faccia meglio di quanto fatto nelle prime sei giornate. Abbiamo pareggiato a Lecce, ma senza gioco. Ed allora meglio perdere e giocare bene che pareggiare ma non giocando.
Tutto iniziò al Milan 36 anni fa, con una sola filosofia: accettare le sconfitte, ma con il gioco, preferiamo perdere ma giocare bene. Ci aspettiamo di vedere un Monza che giochi meglio”.
Quest’estate avete fatto come bilancio preventivo il decimo posto, vale ancora questa prospettiva?
“Tutte le neopromosse hanno cambiato giocatori, quando una squadra arriva dalla B, è ovvio ed evidente che debba entrare in maniera pesante sul mercato. Noi abbiamo fatto 16 innesti, adesso al di là del decimo posto, va fatto qualunque sforzo per mantenere questa agognata categoria, importante, che alla fine, non sia il diciottesimo, diciannovesimo e ventesimo posto”
Esonerare Stroppa perché si era incrinata la fiducia o decisione dell’ultimo momento?
“Il calcio è fatto di emozioni, momenti, Guido Mazzetti, allenatore qui a Monza negli anni 80, a me mi diceva: nel calcio c’è un sola regola, chi vince è un bel ragazzo chi perde…faceva rima con ragazzo…Con l’Atalanta abbiamo fatto una buona prima mezz’ora, poi spenti, calo, diversità di rendimento tra primo e secondo tempo. Dopo 6 partite abbiamo ritenuto che si dovesse avvicendare la guida tecnica”.
Scelta coraggiosa, la più coraggiosa della sua carriera dottor Galliani?
“Venendo qua mi ha chiamato Sacchi, dicendomi che aveva letto della scelta coraggiosa ma anche con me Adriano: quello che avevo fatto col Parma, non lo sapeva nessuno.
Noi al Milan affidammo il ruolo di primo allenatore ad uno che non era stato un gande giocatore, mai allenato in A, non di vertice, al Milan è diventato quello che è diventato. Non so se è più coraggiosa o meno ma la paragonerei a quella scelta.
Spero che sia un re-peat e te lo auguro con tutto il cuore”.
Servirà più l’aspetto emotivo o la tattica mister?
“Entrambi gli aspetti, certo il discorso tattico, dare delle idee e di inculcare la mia idea di calcio e non deve mancare l’aspetto emotivo, ora la squadra è un po’ fragile, ma i ragazzi ho visto che sono disponibili. Nel mio calcio, non può mancare entusiasmo, ho voglia di farli stare più leggeri anche facendoli divertire, poi occorreranno cuore grande ed un’anima pazzesca”.
Dottor Galliani, le polemiche Var condizioneranno Monza – Juve?
“Il Var ha ridotto gli errori. No non risentirà minimamente di quanto successo in Juve – Salernitana, quella che arbitrerà Maresca, sarà un’altra partita, senza influenza nata da Juve –Salernitana”
Mister è emozionato ad affrontare la Juve?
“Emozionato no, anche perché la Juve appartiene al mio passato, sono più concentrato, sono concentrato su solo ogni singolo ragazzo e sulla squadra, in questi mesi, due anni anni, quando venivo allo stadio, ho visto tanto attaccamento da parte dei tifosi, ora che mi ritrovo in panchina, vorrei vedere lo stadio bello pieno per dare una mano alla squadra”.
Galliani, Il Cagliar del suo amico Allegri nel 2008-2009, partì con 5 sconfitte ed un pari ma poi, a fine stagione, arrivò nono.
“Con Allegri ho ottimi rapporti, quando andavo a Cagliari gli dicevo che avesse il fisic du rol per fare l’ allenatore del Milan, cosa che ha fatto e fatto bene, portando in dote alla società rossonera uno scudetto e quattro autunni con sempre il raggiungimento degli ottavi di Champions. La società ha messo a disposizione un organico di prim’ordine al Monza e se abbiamo scelto Palladino, crediamo che con quest’organico, possa raggiungere quest’obiettivo. La nostra fiducia è a lungo termine.
Gli ho chiesto se preferiva partire con la Juve o dopo la sosta, mi ha risposto: “Subito” Questo, la dice lunga”.
Lei, mister, Pessina, ai tempi dello Spezia, lo ribattezzò fratellino?
“Son ragazzi che conosco bene personalmente, calcisticamente, tanti al di fuori, mi piace provare a conoscere i ragazzi, provare ad entrare nella loro vita privata, un allenatore deve essere anche bravo a toccare i tasti di ogni ragazzo, con Matteo ho un rapporto molto stretto, eravamo compagni di stanza, ma ora io sono da questa parte, anche perché per un allenatore, non esiste nessuna amicizia ma un lavoro da portare avanti ed il bene, non sono le amicizie, ma la squadra. Ho visto che però i ragazzi hanno predisposizione”.
La società che cosa ti ha chiesto?
“Mi ha chiesto di cercare di fare meglio e di inculcare le mie idee, provare a far andare più forte la squadra, non mi ha chiesto nessun obiettivo, solo del mio meglio, son felice anche perché è una dimostrazione di fiducia che la società mi sta dando, io lavoro 12 ore al giorno per fare del mio meglio, cercherò di dare il massimo ogni giorno per questa squadra”
Adriano, Sacchi all’inizio però faticava al Milan…
“Anche Capello, fu una scelta coraggiosa, era visto come il maggiordomo di Berlusconi, aveva allenato la primavera, affiancato il barone Liedholm, poi noi scegliemmo Sacchi e lui fece il direttore generale alla pallavolo, baseball hockey sul ghiaccio e rugby, i nostri altri sport che avevamo, fu anche telecronista a tele capo d’Istria, fece un corso di management, imparò l’inglese. Poi, al Milan arriva Capello, altra scelta coraggiosa, quindi al di là delle prime partite, sconfitta in casa con la Fiorentina, il Milan di Sacchi giocava bene al calci, dava un’idea di bel calcio.
Abbiamo sempre fatto così. Anche con Ancelotti, dicevano che fosse un perdente di successo, due anni di Juve, sempre secondo, non era visto come vincente. Arrriva da noi e succede quello che succede.
Bisogna saper scegliere i collaboratori e le persone. Noi siamo convinti di aver fatto la scelta giusta. Sacchi, Capello ed Ancelotti, tutte scelte coraggiose, certo che tu, Raffaele, hai un’eredità pesante: papà Ancelotti, nonno Capello, bisnonno Sacchi…”
Berlusconi ha avvallato la scelta?
“Lunedì sera, quando penso che una persona sia quella giusta, la porto ad Arcore a cena, lunedì siamo stati ad Arcore a cena, con me e con il presidente, ed alla fine della cena è diventato allenatore del Monza”
Il nuovo allenatore del Monza, aggiunge
“E’ stata una bellissima serata, piacevole, davvero, mi son sentito quasi a casa, come mi sento qui a Monza, dove mi sento in una grande famiglia. Abbiamo parlato di ogni singolo giocatore, di calcio, di tanto calcio, e non mi hanno chiesto nulla in particolare, ma solo di fare del mio meglio per questa squadra”.
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