Analisi Partite

Quel simpatico tour nel sottoscala dell’U – Power Stadium guidati dal prof Galliani

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Non stava più nella pelle, smaniava, dal poter portare, qualcuno, a vedere qualcosa.

La conferenza di presentazione di Raffaele Palladino a novello allenatore della prima squadra, ormai, era giunta alle battute finali.

Ma Adriano, che già durante la conferenza aveva sviscerato qua e là la sua magna scientia calcistica, irrobustita da pronti riferimenti temporali, il vino buono, lo aveva tenuto per la fine.

“Lo so che non si potrebbe e la Daniela mi sgrida ma non me ne frega niente, adesso vi porto a vedere come procedono i lavori qui, che stiamo costruendo qualcosa senza eguali”.

Quel qualcuno era il drappello di giornalisti giunti in Brianza per ascoltare le prime parole del nuovo allenatore e l ‘infinito verbo gallianesco, che affabula ed affascina, alla maniera di Gorgia, un tempo, tra i sofisti.

Cosi, la schiera dei taccuini e microfoni, abbandona la sala conferenza e segue intrepida, con le antenne della curiosità ben all’insù, l’Antennista degli antennisti.

Varchiamo la soglia del cantiere, dalle livree della sala stampa alla polvere e i calcinacci, ed agli operai, tanti, che lavorano indefessamente al nuovo impero monzese.

“Noi davvero adesso, anche con le iniziative degli astucci (distribuiti martedì in città alle nuove leve scolastiche, nda) i tifosi li dobbiamo creare, non c’è quella provincia che tifa Monza da sempre, per esempio a Bergamo sono tutti dell’Atalanta, qui dobbiamo creare le basi per il tifo monzese per le nuove generazioni

A Monzello c’è la parte tecnica, ma qui allo stadio, ci sono gli uffici, un vecchio sogno che si realizza”. Sembra Virgilio con tanti Dante che pendono dalle sue orecchie: così, la parte di stadio tra il prato e gli uffici, diventa il girone dei desiderosi. Dei racconti di Galliani.

“Ma lo avete mai visto il tunnel che porta agli spogliatoi?”.

Non si accendono subito le luci, poi, appena si accendono, eccolo proclamare: “Fiat lux e lux fuit”.

Lo scenario, è a metà tra l’apocalittico ed il gran tour dell’Italy di Goethe, di illuministica memoria…

Adriano poi guida la sua masnada improvvisata giù negli spogliatoi, impreziositi da grosse poltrone bianche e rosse.

Segue la sala delle fotografie, prima del lauto banchetto. Ma lauto, davvero abbondante di particolari e piacevolissimo da ascoltare, è stato lui, monsciasco purosangue e monzese fino al midollo.

Se anche domani non fossi più ad del Monza sarei lo stesso tifoso sfegatato come lo sono dell’Armani anche se non sono più in quella società”.  Un visionario. Si, ma con gli anfibi. Semplicemente, Adriano Galliani.




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