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Alessandra Bucci: la letteratura, la poesia e lo sport.

Abbiamo incontrato Alessandra Bucci, scrittrice, poetessa ed insegnante che vive in Abruzzo.

Questa la nostra intervista.

La prima domanda riguarda il tuo rapporto con lo sport e con i valori dello sport nella tua professione di scrittrice e di docente.

Salve. Sì, sono un’insegnante di lettere che crede molto nei valori dello sport. Sono convinta che lo sport educhi alla vita. Valori come il rispetto, il senso di appartenenza, la disciplina, la costanza, il sacrificio, l’etica, la motivazione insieme a qualità come la resilienza vengono affinati attraverso la pratica sportiva ma risultano fondamentali anche per riuscire nella vita, in ogni campo. Credo, pertanto, che i ragazzi vadano avviati allo sport e non solo per vincere partite, campionati e gare ma anche e più semplicemente per diventare persone migliori.

Hai pubblicato diversi libri di poesie e interessanti romanzi, la fonte delle tue storie sono legate alla realtà in cui vivi?

Io credo che ogni scrittore debba scrivere esclusivamente di ciò che conosce, pertanto, per forza di cose, tutte le storie che scrivo hanno un po’ a che fare con la mia vita. Questo naturalmente non significa che siano autobiografiche come qualcuno può pensare. Semplicemente attingo da ciò che mi circonda e che conosco bene l’ispirazione per poi creare al meglio, attraverso la mia fantasia, racconti e romanzi. Ad esempio, ho ambientato il mio penultimo romanzo, “A ritmo di cuore”, nel mondo della ginnastica ritmica perché mia figlia è una ginnasta, nel romanzo “Metamorfosi inverse”, invece, ho trattato il tema della bulimia perché, purtroppo, in adolescenza ne ho sofferto.

Puoi parlarci del tuo ultimo libro di poesie?

Il mio ultimo libro di poesie è appena uscito e s’intitola “Verso la luce” e per rispondere al meglio a questa domanda riprendo le parole che ho usato come introduzione al libro. “Personalmente ho sempre considerato la poesia come un’ancora di salvezza che mi permette di illuminare le tenebre che spesso regnano fra i miei fondali, mettere ordine fra gli ingarbugliati grovigli del mio profondo mondo interiore. Essa costituisce una sorta di scala che riesce a condurmi fuori dall’oscurità in cui ogni tanto mi perdo. E grazie ad essa, quando l’ispirazione torna a sfiorare le mie corde, “verso la luce” mi dirigo, gradino dopo gradino, parola dopo parola, verso dopo verso. Inizio il viaggio di risalita e proseguo lentamente, a fatica sì, ma con in cuore la certezza che sarà meraviglioso sentire ancora l’abbraccio rivitalizzante della luce. In questa silloge ho voluto raccogliere i componimenti per me più significativi scritti durante questi ultimi anni. Anni molto difficili. Versi che mi hanno aiutato a risalire la china quando attorno a me le luci si spegnevano ad una ad una. Spero che in qualche modo siano d’aiuto anche ai lettori perché come diceva Mario Ruoppolo “la poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve!”.

Il tuo rapporto con il mondo dell’arte visuale, la pittura e la fotografia.

Pur essendo un’insegnante di lettere ho anche il diploma di maestro d’arte e amo molto sia dipingere che fotografare. Amo l’arte in generale e credo di essere una persona molto poliedrica. Nelle mie pagine Facebook, “Donne” e “Il mondo di Alessandra B.”, abbino, sempre, ad ogni pensiero e ad ogni poesia un’immagine o una foto scattata durante le mie lunghe passeggiate. Spesso è proprio dall’immagine che prendo ispirazione per comporre versi. Le mie sono percezioni sinestetiche che si traducono di volta in volta in forme d’arte diverse.

Insegnare ai giovani è uno stimolo, ma a volte è difficile entrare nel loro mondo. Conoscere i social può essere un sistema per interagire e relazionarsi?

Sicuramente è molto difficile entrare in sintonia con i giovani e in questo momento storico lo è più che mai. Io cerco di aggiornarmi costantemente riguardo i loro modi di dire, riguardo la musica che ascoltano e i loro interessi, in generale, anche perché ho due figli adolescenti. Ma certe distanze sono difficili da colmare. Per loro Facebook è un social “da vecchi” e Instagram viene utilizzato prevalentemente per storie, immagini e video. Le parole non contano, spesso non sono presenti nemmeno come accessorio. Questo mi fa molto male ma io non demordo, continuo a parlare loro di poesia, leggo loro brani antologici d’autore, ripeto costantemente quanto sia importante l’arte per apprezzare a fondo la vita. Anche sui social. Sono semi che apparentemente non danno frutti ma che, forse, prima o poi, quando meno ce lo aspettiamo, inizieranno a germogliare.

Di quale sport ti piacerebbe fare un articolo?

Come ho già detto mia figlia è una ginnasta federale di ginnastica ritmica ed io, molto prima di lei, ho praticato questo sport a livello amatoriale. È uno sport che mi affascina molto. Riesce a migliorare la forza muscolare, la flessibilità, la coordinazione e permette l’acquisizione di un buon controllo del proprio corpo in movimento. Mi piace anche il fatto che ci sia un gran lavoro sull’espressività e sulla mimica durante la realizzazione degli esercizi. In un certo senso i brani vanno interpretati e questo penso sia un valore aggiunto della disciplina. Una pratica sportiva che richiede veramente tante ore di allenamento e tanti sacrifici e che non credo venga apprezzata per quello che dovrebbe, in particolare in Italia dove esiste solo il calcio.

Sappiamo che è in arrivo anche un romanzo.

Sì, l’estate 2022 è stata per me un’estate molto difficile, piena di problemi ma anche molto fertile. Del resto, è noto a tutti che la creatività nasce dai momenti bui, sono proprio i momenti di crisi che ci permettono di dare il meglio di noi. Oltre al libro di poesie appena uscito, infatti, ho terminato la scrittura di un romanzo a quattro mani scritto assieme ad un giornalista che a sorpresa, agli inizi di giugno, mi ha proposto di iniziare questa avventura insieme a lui. Erano due anni che non scrivevo più romanzi e questa persona con il suo input ha risvegliato prepotentemente la mia creatività. In un mese e mezzo abbiamo creato un’opera di cui vado fiera. La storia sembrava già scritta in noi, è venuta fuori in modo spontaneo, oserei dire con naturalezza. Spero che in autunno possa già essere presentata al pubblico. I temi trattati sono molti, tra tutti spicca sicuramente l’amore, la passione, il tempo che scorre ma che non sempre separa. Non voglio anticipare di più per il momento.

Ti piacerebbe scrivere per la televisione?

Sinceramente non ci ho mai pensato ma mai dire mai. Qualche hanno fa ho firmato addirittura un contratto per la cessione dei diritti di “Donne. Sette racconti un’unica storia” che sarebbe dovuto diventare un film. Poi però il contratto è scaduto e non se n’è fatto più nulla. Magari prossimamente spero di poter recuperare. In tanti, leggendo i miei romanzi, mi hanno detto che le storie si prestavano per una trasposizione cinematografica. Chissà che un giorno la cosa si possa realizzare. Per ora continuo a scrivere seguendo la mia ispirazione. Spesso non so nemmeno io dove mi porta.

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