Cronaca
Vialli: il primo passo sull’erba del “Ballarin”
Il ricordo di quella domenica 27 settembre 1981 allo Stadio “Fratelli Ballarin”
Vialli: il primo passo sull’erba del “Ballarin”
Il ricordo di quella domenica 27 settembre 1981 allo Stadio “Fratelli Ballarin”
Un ragazzino tutti riccioli, atletico, magro.
E’ domenica 27 settembre 1981.
Lo Stadio di San Benedetto del Tronto, il mitico “Fratelli Ballarin” dove tre mesi prima era accaduta la tragedia più grave all’interno di un Campo Sportivo italiano (il Rogo del Ballarin).
Nei pressi della panchina degli Ospiti, la Cremonese di mister Guido Vincenzi neopromossa in serie B come anche la squadra locale della Sambenedettese di mister Nedo Sonetti e Walter Zenga in porta, quel ragazzino dalla folta chioma riccioluta e dal fisico atletico sta aspettando, trepidante, l’entrata in campo con la maglia grigiorossa: il suo debutto in un torneo professionistico.
Gianluca Vialli non è ancora maggiorenne, due mesi prima ha compiuto diciassette anni.
Quasi trema a ridosso della caldissima Tribuna Coperta del Ballarin pronto per entrare in campo, emozionatissimo di compiere il primo passo in uno Stadio epico.
La sua squadra ha appena subìto l’uno a zero da parte dei RossoBlu e mister Vincenzi richiama Giancarlo Finardi.
E’ il diciottesimo minuto della ripresa, per Gianluca è l’ora di fare il primo passo.
Il saluto al compagno che esce e il “riccioluto” inizia il Volo…
Avevo quattro anni meno di te, Campione, sulla Gradinata Sud del Ballarin ero contento per la mia Samb che stava vincendo e giocando una meravigliosa gara.
Quei tuoi “riccioli folti” li notammo tutti quel giorno, insieme alla tua forza atletica, al tuo gioco, alla tua voglia di giocare e vincere.
La tua squadra di gol ne prese tre ma tu non passasti inosservato, anzi…
Negli scontri successivi, a Cremona, lasciasti il segno con le tue reti…
E poi… spiccasti il Volo verso platee di primo piano, in Italia, in Europa e nel Mondo fino ad arrivare un Grande, un Campione.
Il tuo primo passo sull’erba del Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto, lo stesso passo che fece Stefano Borgonovo, tre anni dopo sullo stesso manto erboso…
Due Calciatori, due Cuori, due Uomini, due Lottatori in campo e fuori contro il Male inaspettato ad interrompere un Cammino troppo breve in questa vita terrena…
“Muore giovane chi è caro agli dei”: così gli antichi greci davano un senso al dolore troppo grande per essere compreso dalla ragione.
Ora, voglio immaginarti con il compianto Stefano Borgonovo e tanti, tanti altri lassù a lottare, giocare e divertirsi sul terreno erboso Celeste e paradisiaco…
Campioni in campo e fuori, Immortali.
Arrivederci Gianluca
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