Automobilismo
Cosa non è andato alla Ferrari a Sakhir?
A Sakhir abbiamo avuto modo di costatare una superiorità imbarazzante di RedBull e Max Verstappen
Una rondine non fa primavera (Ferrari) ma è altrettanto vero che chi ben incomincia è a metà dell’opera (RedBull). È presto forse prestissimo, per iniziare a tirare le somme della nuova stagione di F1, ma a Sakhir abbiamo avuto modo di costatare una superiorità imbarazzante di RedBull e Max Verstappen.
Cosa non è andato?
Manca prestazione, semplicemente. Con le gomme rosse la differenza tra le due vetture non era poi così marcata ma dal cambio gomme e di mescola, Ferrari ha fatto addirittura un passo indietro rispetto alla passata stagione, risultando assai più lenta rispetto al 2022. Complice sicuramente è stato il degrado gomma accusato anche da Carlos Sainz, lo spagnolo nelle fasi finali di gara nulla ha potuto sulla Aston Martin di Fernando Alonso che lo ha infilato alla prima occasione.
Il bicchiere mezzo pieno
Una parziale nota positiva è il motore. Si era detto anche prima dei test, che al banco prova il motore italiano fosse molto più prestazionale di quello dello scorso anno, ed effettivamente lo è stato anche in gara. Purtroppo il bicchiere è mezzo pieno a causa del doppio problema di affidabilità che Domenica ha avuto la monoposto di Charles Leclerc, poi costretto al ritiro. Helmut Marko di RedBull infatti ha affermato che non ha molto senso progettare un motore tanto prestazionale quanto inaffidabile (come dargli torto?).
Il rientro a Maranello
Si torna in Italia con tantissime cose da rivedere, in primis la centralina di Leclerc che in caso di sostituzione, costringerà il pilota monegasco ad una penalità da scontare in gara. Gli uomini vestiti di rosso sono tornati a casa con un muso assai lungo, consapevoli che ci sarà molto da lavorare in questi giorni e nelle prossime settimane. Chi non è tornato proprio è invece David Sanchez che ha assegnato le sue dimissioni da Head of Vehicle Concept, capo dell’aerodinamica per intenderci. L’ingegnere lascia la Ferrari dopo 10 anni, è il principale responsabile del ritorno al vertice (o quasi) della rossa avvenuto nel 2017 insieme a Sebastian Vettel. La sua scelta non è dovuta allo scarso risultato ottenuto Domenica scorsa, almeno così è trapelato. L’ex ingegnere Ferrari dovrebbe firmare a breve con McLaren dove ritroverà un altro ex di Maranello, Andrea Stella come Team Principal. Mattia Binotto che di campionati mondiali ne ha vinti e pure parecchi, pochi mesi fa disse che per costruire un team vincente c’era bisogno di uomini giusti e non di cambiamenti continui all’interno del box. Chissà se avrà ragione l’ex ingegnere italo-svizzero, ma sicuramente Mercedes prima e RedBull poi, non hanno avuto tutti queste rotazioni di uomini al proprio interno.
Questa Domenica non si corre, il prossimo appuntamento sarà il 19 Marzo a Jeddah con il GP dell’Arabia Saudita. La domanda che sorge spontanea è : Ferrari riuscirà a colmare il gap con RedBull o la ritroveremo di nuovo dietro a Fernando Alonso?
di Marco Cantelmi
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