Calcio

Cento volte grazie! Sognando la “grande bellezza”

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Quante volte siamo riusciti a dire “grazie” nella nostra vita? Sicuramente non tutte le volte che avremmo potuto o dovuto. Un po’ per timidezza, per orgoglio alimentato dall’ansia del domani. Non ci accorgiamo che il vero dono è nel passato, nella storia. Seneca diceva che “la memoria è labile nel ricordare i benefici ma tenace nel ricordare i torti”. In principio fu “PioliOut”, poi “Pioli is on fire”, hit che ha incredibilmente fatto ballare centinaia di migliaia di persone la scorsa estate. Qualche mese fa, a proposito di tenacia nel ricordare i torti, è tornato in auge l’invito al tecnico emiliano di farsi da parte. Eppure, domenica pomeriggio, Stefano Pioli ha raggiunto un altro traguardo da quando siede sulla prestigiosa panchina del Milan. Con il successo sul Lecce, sono 100 le vittorie conquistate da allenatore rossonero in 179 partite. A mister Pioli si è detto di tutto, spesso abusando della sua signorilità ed educazione. Allenatore inadatto per certe piazze aggravato da un lavoro spesso considerato un fuoco di paglia, pronto a calare inesorabilmente fino ad un inevitabile esonero.

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Da quel Milan – Spal del 31 ottobre 2019, nessuno poteva immaginare che il gol vittoria di Suso avrebbe potuto dare il via ad un viaggio ricco di soddisfazioni. Tutti ad aspettare il fallimento annunciato mentre, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, stagione dopo stagione Pioli poneva le basi per un qualcosa di inimmaginabile il giorno della sua ufficializzazione. Il 9 ottobre 2019 spopolavano i “PioliOut” mentre si rimpiangeva il mancato arrivo di Luciano Spalletti. Il ritorno in Champions fino alla semifinale, la vittoria dello scudetto sono solo conseguenza naturale di un lavoro certosino, non curante della montagna di critiche piovutagli addosso. Agli occhi dei suoi ragazzi ha accresciuto credibilità e autorevolezza. E se Calabria da bersaglio di fischi è diventato capitano e calciatore importante; se Theo da giovane promessa senza regole e capace solo di attaccare è il miglior terzino al mondo; se Krunic da giocatore di provincia e inutile rincalzo è oggi imprescindibile, i meriti vanno riconosciuti ad un uomo vero, mite e serio professionista che porta il nome di Stefano Pioli. “Pioli un padre per me, mi ha fatto diventare uomo”. Queste le parole di Rafa Leao dopo il passaggio in semifinale contro il Napoli. Poteva gongolare e bearsi dei meritati complimenti, eppure quel campione che oggi sta diventando, ha voluto ringraziare proprio il suo allenatore. Spesso i ringraziamenti si dedicano al termine di un qualcosa. Nel caso del Milan la stagione è ancora in corso e il sogno che alberga in ogni centimetro quadrato di Milanello, anela alla “grande bellezza”. Come ne film di Sorrentino, la bellezza assoluta non è altro che un labirinto tra immaginazione, realtà, sogno e follia. L’ Euroderby con vista Istanbul non è altro che questo. Ricorsi storici, sogno, voglia di riscatto, orgoglio cittadino e follia. Ditemi se in questo vortice tra anima e ragione, non ritrovate il racconto del film di Pioli sulla panchina del Milan. Oggi, il grazie, va al passato che ha permesso un presente entusiasmante. Sul futuro il mister non si scompone. Ne parla in perfetta sintonia con la persona che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare. Infatti domenica, nel post partita, alla domanda del nostro direttore, Giovanni D’Elia, sul traguardo delle cento vittorie con il Milan, partite del passato che vorrebbe rigiocare e sul futuro, il mister risponde con la forza di un “sognatore razionale”: “Sono tante ed è difficile scegliere. Quelle belle? Devono ancora venire”.



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