Champions League

L’attesa è finita: realtà o sogno? Per il futuro servirà cambiare

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È sempre complicato scrivere il giorno della partita. In realtà non un match qualunque bensì un quarto di Champions. Ormai l’attesa è finita. Ancora qualche ora e il Milan tornerà a sentire la “sacra musichetta” tra le migliori otto d’Europa dopo dieci anni. Come nel 2005, tocca affrontare un derby nei quarti. Allora fu la seconda stracittadina europea contro l’Inter dopo la semifinale di due anni prima. Oggi un derby nazionale contro il Napoli. Stasera come allora una sfida che ha una cosa in comune, il sogno di arrivare in finale. Dove? Quale luogo se non l‘Atatürk Olympic Stadium di Istanbul.

Sabato 10 giugno la capitale turca come custode di un sogno unito alla voglia di riprendersi ciò che il destino ha tolto, su quello stesso prato verde, in maniera assurda e beffarda il 25 maggio del 2005. Capite perchè è complicato scrivere oggi? Le ore passano e l’attesa è snervante. Ad accogliere gli uomini di Pioli un San Siro che si trasformerà, e non sarebbe la prima volta, in un’arena infuocata ribollente di passione e voglia di tornare lì dove la storia ha abituato.

Oggi sarà la seconda delle tre sfide in due settimane che sommate all’andata in campionato, lo scorso settembre, fanno quattro in stagione. Sogno o realtà? Difficile sciogliere il dubbio. La realtà dice Napoli avanti di 22 punti su un Milan che in campionato non riesce a trovare continuità. Il distacco è siderale e potrebbe far pendere la bilancia della favorita verso la squadra di Spalletti. Il campo ha dato risposte meno scontate. La vittoria del Napoli a San Siro è maturata dopo una delle migliori prestazioni dei rossoneri. Solo Meret e i legni impedirono a Giroud e compagni di portare a casa quanto avrebbero meritato. Lo scorso due aprile, la rotonda e schiacciante vittoria del Milan al Maradona ha confermato sul campo che forse i 22 punti di distacco, se pur meritati, non rispecchiano i reali valori in campo.

Eppure, già a settembre la bella prestazione del Milan privo di Leao e a fine primo tempo degli infortunati Kjaer e Calabria, sparì dalle cronache per lasciar posto al successo partenopeo. Stessa sorte per Pioli e i suoi ragazzi di ritorno dal 4-0 di Napoli. Infatti per i più il successo è solo figlio del disinteresse del Napoli a quella sfida. “Noi meno motivati”, così parlò Spalletti qualche giorno fa. Gentile concessione di molti commentatori e addetti ai lavori dopo il successo “inutile” dei rossoneri è concedere il beneficio del passaggio dal 30 al 40% di possibilità di qualificazione del Milan contro il 60% del Napoli.

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La realtà vincerà sul sogno? Ancora qualche ora e sapremo. Cercando di andare oltre l’appuntamento Champions, proviamo a dare un sguardo al futuro partendo da un presente che ha già detto molte cose. Il deludente pareggio interno contro l’Empoli di venerdì scorso ha dato risposte significative. Prima cosa che questo Milan sta veramente scherzando con il fuoco. Siamo ad aprile e questa ormai inaccettabile discontinuità sta mettendo a serio rischio la qualificazione alla prossima Champions.

Venerdì sul banco degli imputati è finito ancora una volta mister Pioli per il massiccio turnover. Se da squadra campione d’Italia in carica cambiare cinque uomini contro una squadra praticamente salva, a qualche giorno da un quarto di Champions diventa un limite, allora dobbiamo rivedere l’effettiva qualità della rosa. Per la prima volta in questi anni, sono stati sonoramente fischiati due giocatori al momento della sostituzione, Origi e Rebic. Ennesime prove insufficienti di due calciatori che, giusto per ricordare qualche numero, beneficiano di ingaggi tra i più alti della rosa. In due percepiscono più di quanto radio mercato racconti essere la richiesta per il rinnovo di Leao (Origi 4 milioni, Rebic 3,5). Tutto questo corroborato dal numero dei gol realizzati: 3 Rebic e 2 Origi.

Qualunque sia il finale di questa stagione, la dirigenza ha l’obbligo di fare un repulisti e rinforzare pesantemente il reparto avanzato. Nonostante un secondo e un primo posto, non dimentichiamoci che veniamo da due stagioni dove l’attacco rossonero è stato solo il quinto della serie A (2020/21, 74 gol) e l’anno dello scudetto il quarto pure segnando ancora meno (69 gol). Testa a stasera ma il futuro non può più essere in mano a pericolose scommesse.




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