Automobilismo
Verstappen e lo “spettacolo” vincono in Australia
E’ Max Verstappen a trionfare ad Albert Park, ma dietro di lui succede di tutto. Un ottimo scatto in partenza permette a George Russell di mettersi in testa alla gara, poi in curva 3 avviene il primo colpo di scena: Charles Leclerc insabbiato non riesce a ripartire. Safety car.
La seconda ripartenza
Parte benissimo Russell che stacca Verstappen e il gruppo degli inseguitori, poche curve dopo l’olandese viene infilato da Lewis Hamilton. E’ 1-2 Mercedes. Purtroppo per il team tedesco le speranze di vittoria vengono infrante da Alexander Albon che perde il controllo della macchina costringendo la Fia ad esporre prima il regime di virtual safety car. In questo momento la scelta di Mercedes (e Ferrari con Carlos Sainz) di sostituire i pneumatici poteva sembrare giusta ma purtoppo dopo aver effettuato i pit stop, si prende la decisione di dare bandiera rossa. Tutti ai box e tutti liberi di cambiare gomma. l’inglese e lo spagnolo si ritrovano molto indietro a parità di pit stop con gli altri e quindi costretti alla rimonta.
Hamilton vs Verstappen e le rimonte dei due indiavolati
Alla ripartenza la superiorità di Verstappen è evidente, ma Hamilton è un veterano si sa. Ha cercato in tutti i modi di difendersi dall’olandese ma non appena è stato reso disponibile il DRS, la RedBull ha letteralmente spiccicato gli adesivi della Mercedes. Troppo superiore la monoposto dei bibitari, anche per Lewis. Nel mentre i due sfortunati, Russell e Sainz mettono in atto una rimonta furibonda, sorpassando in qualunque modo gli avversari. Entrambi on fire si riportano ai piedi del podio, Russell un pò troppo però. Il motore in fiamme dell’inglese lo abbandona costringendolo al ritiro. Weekend da dimenticare per lui, nonostante la sua ottima velocità, sfortunatissimo.
Il caos nel finale
Dopo il ritiro di Russell c’è stata una fase di stallo in cui tutti i piloti cercavano di salvaguardare le gomme per arrivare fino in fondo. A pochi giri dalla fine il finale sembra scritto, ma questo sport può essere imprevedibile come pochi. In uscita di curva 2, Kevin Magnussen picchia la barriera provocandogli la stallonatura del pneumatico posteriore destro e lasciando molti detriti in pista. Bandiera rossa, a quattro giri dalla fine. In molti pensavano che il Gp si sarebbe concluso così, invece la direzione gara decide di dare l’ok alla ripartenza, con soli due giri di gara effettivi da svolgere. Alla ennesima ripartenza in curva 1 succede di nuovo il caos, contatti ovunque. Carlos Sainz con Fernando Alonso, il secondo finisce in testacoda, Perez finisce per tagliare la prima chicane e le due Alpine si fanno fuori a vicenda. Di nuovo bandiera rossa! Le monoposto tornano ai box ed è caos totale. Chi vuole ripartire con le posizioni del giro concluso, chi con le posizioni del giro precedente. In questo momento di confusione arrivano due comunicati: 5 secondi di penalità per Carlos Sainz e l’ordine di ripartenza decisa dalla Fia stessa. Ripartono le auto dai box per concludere il giro finale ma i piloti non si possono superare; morale della favola: la Fia ha deciso il risultato finale della gara.
FIA-sco della direzione gara
Ancora una volta abbiamo avuto un Gp decisamente condizionato dalle decisioni dei giudici di gara. In primis l’incidente che ha avuto Leclerc. Sicuramente un incidente di gara, ma siamo sicuri che Stroll non avrebbe potuto evitarlo? Magari non alzando il piede? Un pilota esperto avrebbe certamente rallentato perchè sa che ci sono altri 57 giri davanti. Però viene utilizzato questo metro di giudizio per tutto il resto della gara concedendo altre sportellate tra i piloti (quindi giusto non penalizzare Stroll). Tranne che su Carlos Sainz, lo spagnolo nella penultima ripartenza e nell’euforia di tutti gli altri concorrenti, urta accidentalmente Alonso. Gara demolita per lo spagnolo che ha disputato una delle prestazioni migliori da quando guida la Rossa, cinque secondi di penalità da scontare nel ultimo giro e meno due punti sulla patente. Altro errore dei commissari sicuramente è stato quello sulla decisione della prima bandiera rossa. Concedendo prima il regime di Virtual Safety Car, alcuni piloti sono entrati ai box per cambiare gomme e dopo essere usciti dalla pit lane hanno avuto la sorpresa della bandiera rossa. La ciliegina sulla torta c’è stata nel finale, dove stabiliscono l’ordine di ripartenza e quindi dell’arrivo, poichè appunto essendo rimasto un solo giro e non potendosi superare nel giro di schieramento, hanno stabilito anche l’ordine finale della gara.
“Prima lo sport, poi l’intrattenimento”
Sono queste le parole della legenda australiana del Motociclismo, Casey Stoner che è sempre presente a Melbourne. Come dargli torto? Purtroppo nel Gp d’Australia non ha vinto lo sport, ma lo spettacolo e questo può piacere a qualcuno, ma non ai veri appassionati di automobilismo. Tante infatti sono state le proteste dei team a fine gara, ma probabilmente saranno tutte rigettate. Il prossimo appuntamento è il 30 Aprile a Baku in Azerbaijan, sperando di vedere un evento che sia il più possibile simile ad una gara di F1 piuttosto che ad uno spettacolo da circo.
In seguito la classifica finale del Gp:
1. Verstappen (Red Bull)
2. Hamilton (Mercedes) + 0″179
3. Alonso (Aston Martin) + 0″769
4. Stroll (Aston Martin) + 3″082
5. Perez (Red Bull) + 3″320
6. Norris (McLaren) + 3″701
7. Hulkenberg (Haas) + 4″939
8. Piastri (McLaren) + 5″382
9. Zhou (Alfa Romeo) + 5″713
10. Tsunoda (AlphaTauri) + 6″052
11. Bottas (Alfa Romeo) + 6″513
12. Sainz (Ferrari) + 6″594
13. Gasly (Alpine) rit
14. Ocon (Alpine) rit.
15. De Vries (AlphaTauri) rit.
16. Sargeant (Williams) rit.
17. Magnussen (Haas) rit. 18. Russell (Mercedes) rit. 19. Albon (Williams)rit. 20. Leclerc (Ferrari) rit.
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