Serie A

Milan saluta la Champions League e si prova a trovare il colpevole di una stagione tutt’altro che indimenticabile. Ma facciamo chiarezza

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Una stagione difficile, particolare. Non soltanto per il Milan, sia chiaro. Passano le ore, inizia a sbollire la delusione dei tifosi rossoneri per l’eliminazione in Champions League ai danni degli acerrimi nemici dell’Inter. Due derby senza dare mai l’idea di poter far male all’avversario. Proprio come le precedenti due stracittadine giocate nel 2023 (Supercoppa e derby di ritorno in campionato). La supremazia territoriale dei nerazzurri è stata netta anche questa volta, si è vista palesemente. Soprattutto nella qualità della rosa.

Senza sminuire lo straordinario percorso del Milan in Champions League – per molti anche inaspettato – l’eliminazione in semifinale ha suscitato un’unica idea nel tifoso milanista: “Andiamo a casa meritatamente”. Poi le solite mille idee e soluzione ai problemi in una nazione piena di allenatori da “tastiera” e dirigenti da “social”.

“E se fosse stato cosi, se Pioli non avesse fatto questo turnover, se Maldini avesse firmato prima, se il Milan avesse preso Dybala, se avessimo tenuto Kessiè”. Da giorni ormai si va avanti cosi, ma è arrivato il momento di provare a fare chiarezza.

Non bisogna andare troppo lontani. Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare indietro nel tempo, esattamente al 30 giugno scorso. In casa Milan erano ore frenetiche, tra felicità per uno scudetto vinto meritatamente sul campo –  e non per il suicidio dell’Inter a Bologna o per casualità come si legge in questi giorni – alla paura dei tifosi di trovarsi senza dirigenza.

Il 22 maggio la vittoria dello scudetto e tutti, ma proprio tutti, si aspettavano la firma sui rinnovi di Maldini e Massara poche ore dopo. Ma di mezzo c’è stato passaggio di proprietà dal fondo Elliot a RedBird Capital che ha rallentato le trattative, tanto da arrivare sul gong per la firma, a pochissime ore dallo scoccare della mezzanotte del 1 luglio.

Finalmente Maldini e Massara rinnovano, in via Aldo Rossi sembra essere tornata la serenità di quaranta giorni prima, quando a Reggio Emilia il Diavolo si laureava campione d’Italia. Ma le dichiarazioni di Maldini all’esterno di casa Milan dolo la firma fanno scattare il primo campanello d’allarme: “Tutto a posto, sì. Abbiamo rinnovato. All’ultimo, ma rinnovato. Siamo contenti della stagione e anche di programmare un futuro sempre vincente. Che Milan sarà? Vedremo, siamo un po’ in ritardo ma recupereremo. Sono felice anche se non si vede”.

Maldini

E qui iniziamo a tirare le prime somme. Una dirigenza che aveva già programmato il mercato, con Botman e Renato Sanchez con un piede già a Milanello, si è ritrovata a rivedere il mercato in pochissimo tempo. Il budget importante per l’acquisto di un solo top player, che inizialmente era totalmente destinato all’acquisto del difensore del Lille, si è deciso di investirlo per De Keteleare.

Questo ragazzo biondo, alto, educato in arrivo dal Club Brugge. Poi il presente lo conosciamo tutti, inutile continuare a commentarlo. Tutto ciò, ovviamente, non vuole essere una sorta di scaccia colpe per Maldini e Massara, ma è chiaro che il mercato estivo sia stato fortemente condizionato da un ritardo importante dovuto alla firma sui rispettivi contratti. Poi, sia chiaro, tante scelte restano comunque discutibili. De Ketelaere, Origi, il riscatto di Messias e i mancati arrivi di un centrocampista che rilevasse Kessie e di un bomber di scorta affidabile.

Ma ad agosto si parte comunque con tanto entusiasmo e con lo scudetto sul petto. E’ stata una stagione travagliata, con un dispendio di energie rimarchevole. Se poi ci mettiamo di mezzo anche la sosta Mondiale tra novembre e dicembre, per la prima storica volta, ha reso questo campionato particolare per tutti. Ma se dobbiamo dirla tutta, per Pioli e il suo Milan, il primo campanello d’allarme arriva già prima della sosta. Quando il Diavolo fatica enormemente contro Spezia e Fiorentina, ma gettando il cuore oltre all’ostacolo riesce a rimanere in corsa per il tricolore. Decisamente diverso il cammino dei rossoneri a gennaio. Una catastrofe tra punti persi e prestazione altalenanti tra campionato, eliminazione in Coppa Italia e sconfitta in Supercoppa.

E allora eccole puntuali le prime critiche per Pioli. All’allenatore emiliano gli si critica soprattutto lo scarso impiego di alcune pedine acquistare durante lo scorso mercato estivo. Ma Pioli, da allenatore preparato, rivede il suo Milan con un’insolita difesa schierata a 3 e il suo Milan torna, anche se con tanta fatica, ad ottenere punti importanti. Ma i continui alti e bassi sono continui. Anzi, sono stati continui per tutta la stagione. Aggiungo l’ennesimo “ma” di questa analisi: il materiale che Pioli aveva e ha a disposizione è inferiore a quello della scorsa stagione, che tra le altre cose vedeva il Diavolo impegnato soltanto in una competizione.

A Pioli gli si può criticare un turnover spesso scellerato, quello si. Tra Bologna, Empoli, Cremonese soltanto 3 punti portati a casa e una corsa Champions definitivamente compromessa. Con una sola e unica speranza, ad oggi una certezza: la penalizzazione alla Juventus per il caso plusvalenze il prossimo 22 maggio. Ma per il resto a questo signore non gli si può chiedere l’ennesima impresa della sua gestione sulla panchina del Milan. E sinceramente trovo ingiuste e insensate alcune critiche, forse di troppo.

Le somme le abbiamo tirate. Adesso sta a voi farvi un’idea sulla stagione del Milan. Io la mia me la sono fatta e sono certo di una cosa, a questo Milan la prossima stagione serviranno almeno  quattro innesti di qualità per ridurre il gap con le big d’Europa. Spero di non avervi annoiato, adesso vi lascio. Buon Milan-Sampdoria a tutti. Una finale per l’Europa che conta. Per info su Oggi Sport Notizie: https://oggisportnotizieit.trasferimentiaruba.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/oggisportnotizie la pagina Twitter




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