Calcio
Figc, nuovi guai: Campedelli e Chievo fanno causa per 140 milioni
A due anni dall’esclusione dal calcio professionistico, il Chievo e il suo ex presidente Luca Campedelli portano la Figc e la Clivense, società nata dalle ceneri della società gialloblu, in tribunale. Come riporta Il Gazzettino l’imprenditore ha richiesto un risarcimento danno per 140 milioni di euro. I capi d’accusa sono per una “illecita esclusione dal campionato di Serie B” e dall’altro “la violazione dei diritti di proprietà industriale relativa ai marchi sportivi”.
Scontro Campedelli-Figc: la parola al Tar del Lazio
La vicenda dell’esclusione del Chievo dal campionato di Serie B risale all’estate del 2021, quando il club si era visto rifiutare dalla Covisoc una nuova dilazione (con la prima la società gialloblù era riusciti ad abbattere la metà del debito di circa 37 milioni complessivi, ma nel 2020 aveva interrotto i versamenti) relativamente al mancato assolvimento degli obblighi fiscali sulla liquidazione dell’Iva (primo e secondo trimestre 2019, tutti i trimestri 2018 e 2017) e dei periodi di imposta 2016, 2015, 2014. Ogni ricorso era stato bocciato, estromettendo così la società veneta da ogni categoria professionista, con lo svincolo di tutti i giocatori e una perdita stimata sui 140 milioni.
Questo filone, che coinvolge Gravina e la Figc, dovrebbe finire al Tar del Lazio. Dalle ceneri di quella società era poi nata la Clivense grazie a Sergio Pellissier, ex bomber proprio del Chievo. Campedelli, patron della Paluani, chiede che questo nuovo club non usi le denominazioni Chievo Verona 2021, Chievo 2021, Chievo, I Clivense e Clivenze, del simbolo e di qualsiasi altro strumento impiegato per commercializzarne l’attività.
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