Nazionale
Spalletti: deve essere la Nazionale di tutti
Presentazione del tecnico toscano pronto per il doppio impegno azzurro
E’ passata la bufera Mancini, ci sono ancora in ballo alcune questioni giuridiche, ma Luciano Spalletti è stato presentato come allenatore della Nazionale.
Dopo il pensiero alle vittime della tragedia ferroviaria vicino a Torino, il Presidente Gravina ha voluto ricordare le motivazioni della scelta del tecnico toscano:
“Oggi inizia un nuovo capitolo della storia azzurra, una storia lunghissima e importante che appassiona milioni di italiani. Si apre un nuovo capitolo di un libro inedito della nostra vita sportiva, inizia l’era di Luciano Spalletti. In pochi giorni abbiamo dovuto rimediare a una crisi importante e imprevista, senza precedenti per quanto riguarda alcune modalità. Una crisi affrontata in silenzio e con stile: abbiamo voluto dare priorità alla maglia azzurra, mettendo il valore della nostra Nazionale al primo posto. Non abbiamo voluto anteporre a questi valori i nostri individualismi, le nostre prerogative personali, un pizzico di delusione che è inutile negare e che ti rimane dentro. Volevamo dare alla Nazionale un tecnico di grande prestigio e ci siamo riusciti. Sul piano tecnico non devo dire nulla di Spalletti, la sua storia è chiara sotto il profilo del valore professionale e sulla qualità del gioco espresso nonché sulla maturità acquisita negli ultimi anni. Quello che più mi ha colpito è il lato umano, sul quale abbiamo avuto l’intuito di investire. Ho avuto modo di apprezzare Luciano come una persona che dedica tutta la sua capacità sentimentale di sacrificio totale a tutto ciò che ama: sacrifico totale alla sua famiglia, alle persone a cui è legato, alla sua terra e al gioco del calcio, a cui dedica gran parte della sua vita. La sua identità è la sua cifra distintiva”.
Poi passa la parola al neo commissario tecnico degli Azzurri:
“Grazie a tutta la Federazione, in primis al presidente Gravina per avermi dato questo bellissimo incarico. Ho passato molto tempo in questo luogo, nell’Università del calcio, ma essere da qui alla conferenza della mia presentazione da Ct è un’emozione indescrivibile. È un sogno che parte da lontano, avevo 11 anni quando in occasione del Mondiale di Messico ‘70 andai a chiedere a mia mamma di cucirmi una bandiera dell’Italia per andare a festeggiare il 4-3 sulla Germania. Questa bandiera ora la riporterò in panchina e spero di far rinascere quel sogno in tutte le migliaia di bambini che guardano la Nazionale”.
Sulle scelte deve ancora tener conto delle poche indicazioni del campionato e dello scarso minutaggio di alcuni calciatori (come Jorginho, Kean, Scamacca e Verratti).
Sulla clausola con il Napoli: “Niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta. Ci sono delle cose che dobbiamo mettere a posto dove stanno lavorando gli avvocati e spero si possa arrivare il prima possibile alla migliore soluzione per tutte e due le parti. Napoli è stata un’esperienza bellissima, qualcosa di travolgente. Ho un ricordo bellissimo”.
Conclude la presentazione con il suo motto : “Forse non sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionale ma sarò il miglior Spalletti possibile”
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