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Verso Italia-Ucraina, Spalletti: “Dobbiamo vincere e produrre un buon calcio”

Per il match in programma domani sera al ‘Meazza’ sono stati emessi 47.000 biglietti. Di Lorenzo: “L’Italia non è il Napoli, ci sono giocatori differenti con caratteristiche diverse”

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In 50.000 a San Siro per spingere gli Azzurri con l’Ucraina.

Spalletti: “Dobbiamo vincere e produrre un buon calcio”

Per il match in programma domani sera al ‘Meazza’ sono stati emessi 47.000 biglietti. Di Lorenzo: “L’Italia non è il Napoli, ci sono giocatori differenti con caratteristiche diverse”

Se Coverciano è la sua casa, Milano è un po’ la sua culla. Nella città che l’ha vista nascere ospitando nel maggio del 1910 la prima partita della sua storia, domani sera (ore 20.45, diretta su Rai 1 – arbitra lo spagnolo Hernandez) la Nazionale affronterà l’Ucraina con la consapevolezza di giocarsi una bella fetta della qualificazione al Campionato Europeo di Germania 2024. Servirà tutta la spinta dei 50.000 tifosi attesi sugli spalti (staccati 47.000 biglietti, per acquistare i tagliandi clicca qui) per trascinare gli Azzurri a una vittoria fondamentale, che permetterebbe di agganciare gli ucraini al secondo posto del girone e allontanare lo spettro dei play off.

“A San Siro non devo chiedere nulla – dichiara Spalletti in conferenza stampa rispondendo alla domanda di un giornalista – siamo noi a doverci meritare il loro comportamento. Ho assistito a delle gare della Nazionale qui e c’è sempre stato un calore importante intorno alla squadra. I tifosi hanno sempre fatto la loro parte. li ringrazio in anticipo”.

Nel pomeriggio la Nazionale

sosterrà la rifinitura a Milanello e, ringraziando il Milan per l’ospitalità, Spalletti spiega di non poter dare troppe indicazioni di formazione prima dell’ultimo allenamento: “Due cambi saranno forzati visto che abbiamo mandato a casa due ragazzi (Mancini e Politano, ndr), per il resto vedremo.

Dobbiamo vincere e produrre anche un buon calcio, cosa che non abbiamo fatto a Skopje”.

Dopo un buon primo tempo, in cui ha costruito quattro o cinque nitide occasioni da gol, e dopo aver trovato in apertura di ripresa il vantaggio con Immobile, sabato l’Italia ha tirato un po’ i remi in barca, abbassando troppo il baricentro senza riuscire a rendersi pericolosa nelle ripartenze.

E così nel finale è arrivata la ‘punizione’ di Bardhi per un pareggio che ha complicato il cammino verso EURO 2024: “Nessuno di noi è contento di quella gara, anche tra i ragazzi c’era dispiacere per il risultato e per alcuni momenti della partita.

Dobbiamo qualificarci e con il risultato che abbiamo fatto sabato diventerà più forte la pressione che dovremo portarci sulle spalle. Dobbiamo essere all’altezza della nostra storia e di campioni mitici come Gigi (Buffon, ndr)”.

In Nord Macedonia

le condizioni del terreno di gioco non hanno aiutato, penalizzando maggiormente la squadra che voleva ‘fare la partita’: “Per chi si vuole difendere è più facile giocare su un campo del genere. Elmas, che stimo tantissimo, ha usato parole ben precise dimostrandosi il professionista vero che è”.

Dopo il pareggio di Skopje sono arrivate molte critiche a Gigio Donnarumma, reo di essersi fatto sorprendere sul suo palo: “Domani giocherà – annuncia Spalletti -. Il portiere paga ogni minimo errore che fa, è normale si possano commettere degli errori se di errori si vuole parlare. Poi a lui non viene perdonato il fatto di essere un ragazzo prodigio, che ha bruciato le tappe perché gli è stato donato questo talento, questa qualità.

Questo perché tutti noi abbiamo fatto fatica, abbiamo lavorato tanto per arrivare ad un certo livello e quindi aspettiamo al varco chi ha avuto questo talento per colpirlo.

Tanti anni fa l’ho fatto anche io, che sono partito dagli Allievi Regionali per arrivare in paradiso come adesso: bello, ma che fatica”.

Poi aggiunge: “I ragazzi prodigio devono avere rispetto del talento che è stato loro donato perché poi questo talento va migliorato con impegno. Solo allora per chi ti guarda diventa più difficile colpirti.

Se non lavori sul talento, allora diventa presunzione. Perché lavorandoci vuol dire che non si banalizza ciò che ti è stato donato e questo provoca negli altri anche più rispetto”.

Il Commissario Tecnico

nega le notizie apparse su alcuni media secondo cui Verratti avrebbe espresso la volontà di non tornare in Nazionale: “L’ho chiamato e non mi sembra abbia detto di non voler venire, anzi gli ha fatto piacere aver ricevuto la telefonata. Mi ha detto che, pur andando a giocare lontano dall’Italia, in futuro vuole dare una mano. Anche Bonucci mi ha detto la stessa cosa, anche lui vuole essere di aiuto alla Nazionale. Mi hanno risposto così tutti quelli che ho chiamato”.

Ma il futuro può attendere perché domani c’è una partita da vincere ad ogni costo.

Imbattuta nei tre precedenti con l’Ucraina (due vittorie e un pareggio), l’Italia troverà un’avversaria galvanizzata dal pareggio di sabato con l’Inghilterra e intenzionata a tenere dietro gli Azzurri in classifica.

Da Zinchenko

a mister 100 milioni Mudryk, all’Ucraina non mancano i giocatori ricchi di talento: “È una squadra più organizzata della Nord Macedonia e ha ben chiaro quello che deve essere l’atteggiamento sia quando ha il pallone sia quando non ce l’ha.

Dovremo essere bravi a lavorare ai fianchi per trovare spazi. Il gol che hanno segnato all’Inghilterra è l’evidenza precisa di quello che avevano preparato per quella gara.

Per i primi 24 minuti sono stati bassissimi, hanno lasciato che l’Inghilterra tenesse palla facendo anche 40/50 tocchi consecutivi, poi con tre passaggi sono andati in porta.

L’Ucraina sa montare addosso, sugli scarichi lunghi sa prendere palla e ti può venire anche a pressare”. Tra gli ingredienti che non dovranno mai mancare all’Italia di Spalletti c’è la compattezza del gruppo: “Anche quando si è vinto con una Nazionale fortissima la caratteristica di essere una squadra compatta e unita, una squadra di amici, è sempre stata evidente. Con le mie scelte farò alcuni giocatori contenti e altri scontenti, ma farò sempre delle scelte per il bene della Nazionale”.

“LE PAROLE DI DI LORENZO”

In sala stampa con il Ct c’è Giovanni Di Lorenzo, capitano del Napoli e tra i protagonisti dello scudetto conquistato nella passata stagione sotto la guida di Spalletti. Sa bene ciò che vuole il neo Commissario Tecnico dai suoi giocatori e spera di condividere nuovi successi con lui anche con un’altra maglia azzurra addosso. Ma non bisogna fare paragoni tra questa Nazionale e il Napoli: “Ci sono giocatori differenti con caratteristiche diverse, non dobbiamo arrivare a fare quel calcio lì. La cosa importante è seguire le idee del mister, questa è una squadra che vuole costruire calcio. Il tempo è poco, ma dobbiamo essere subito pronti per portare a casa questa partita. Sappiamo quanto sia importante vincere”.

A Skopje ha incontrato sulla fascia un cliente scomodo, quell’Alioski che si è rivelato il migliore dei suoi: “Quando non si vince non sono mai contento della mia prestazione. Abbiamo analizzato la prestazione collettiva della squadra, che per me non è stata brutta. Ci sono state cose fatte bene e altre meno, dobbiamo lavorare sui dettagli per fare meglio. Dispiace per il pareggio, ma c’è grande disponibilità e questa è la cosa principale. Siamo tutti concentrati per ascoltare ciò che ci dice il mister e poi portarlo in campo”.

Da capitano a capitano, è felice per la fascia sul braccio di Immobile: “Penso che Ciro sia un grande calciatore e una grandissima persona, è il capitano perfetto per noi ed è giusto che la fascia sia andata a lui”.

 

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