Intervista esclusiva a Michele Cossato: “La soddisfazione più grande il gol a Reggio Calabria. Mi identifico in Thuram”

In esclusiva abbiamo intervistato Michele Cossato, ex attaccante di Chievo Verona, Hellas Verona e Venezia. Con lui abbiamo ripercorso tutta la sua carriera e toccato diverse tematiche , fino a quelle dell’attualità. Di seguito le sue parole:

Ho letto che il suo sport principale ora è il golf. Come si suddividono le sue giornate?

“Le mie giornate sono dedicate allo sport: bici, golf e mi occupo dei ragazzi più piccoli in una sorta di calcio-grest. Seguo, inoltre, la prima squadra del Caprino in 2° categoria, squadra del mio paese ovvero Caprino Veronese”.

Nella sua lunga carriera le migliori soddisfazioni le ha avuto nella città di Verona, nelle esperienze con Chievo ed Hellas. Che ricordi ha?

“La soddisfazione più grande è stato il gol a Reggio Calabria (Reggina-Verona del 2001) che consentì alla squadra veneta di non retrocedere. Con il Chievo ottimi ricordi, senza dimenticare la promozione dalla B alla A con il Venezia, quando c’era Zamparini, Di Marzio come ds, Novellino come allenatore, Schwoch in attacco”.

Nella stagione 96/97 sfiora la serie A con il Chievo. Insieme al suo compagno di reparto Cerbone compone una delle coppie più periodiche della Serie B. Siete ancora in contatto?

“No, non sono più in contatto con Cerbone. Spero stia bene, è stato un anno bellissimo”.

Tra i vari allenatori avuti c’è anche Alberto Malesani. Può raccontarmi un aneddoto su di lui?

“Malesani il numero 1. Rimane, per me, il tecnico più forte che ho avuto”. Ho letto una dichiarazione di Cannavaro qualche giorno fa dove lo metteva tra gli allenatori più forti che abbia mai avuto. Hanno fatto fatica a capire perché lui voleva sempre attaccare in avanti”.

Con il Venezia arriva la promozione in Serie A. Qui trova un altro bomber come Schwoch. Vi trovavate bene anche fuori dal campo?

“Ripeto che è stato un anno fantastico. Ci trovavamo bene sia dentro sia fuori dal campo, ma tutto il gruppo era fantastico”.

L’esordio in Serie A arriva nel 2000 dopo il ritorno a Verona, sponda Hellas. Si ricorda ancora quel giorno? Quali emozioni ha vissuto?

“L’esordio me lo ricordo. Era una sera del 2000, Verona-Fiorentina, è stata una gioia incredibile: peccato che nessuno l’abbia vista a causa della nebbia fitta”.

Si può dire che c’è anche il suo contributo alla base del Chievo del miracolo che stupito ad inizio millennio? Come mai si fatica a replicare queste realtà?

“Sicuramente qualcosa ci ho messo anch’io. Sono andato su dalla C2 alla C1 giocando poco ma qualche presenza l’ho fatta. Abbiamo fatto qualche anno di C1, poi siamo saliti in B e dopo qualche anno sono andato via. Sicuramente ho lasciato un buon ricordo e anche a me ha lasciato ricordi piacevoli. È difficile da replicare perché quello era un altro calcio, altra società, si poteva lavorare tranquillamente e non si cambiava allenatore”.

Tornando all’attualità. Il modo del calcio è stato scosso nuovamente dal terremoto scommesse. Fagioli, Tonali e Zaniolo sembrano essere solo i primi nomi. Cosa ne pensa?

“Prima di parlare bisogna vedere come va a finire. Io ci sono passato con mio fratello: noi scommettevamo come scommettevano tutti. Dopo 10 anni dal mio ritiro non ho ancora ben capito cosa volevano ed è finito tutto in una bolla di sapone. Parlare è facile, anche su di me ne hanno dette di tutti i colori, quindi la cosa migliore è aspettare e non scendere a facili conclusioni”.  

Sta seguendo la serie A? Se si, chi vede come favorita per lo scudetto?

“Per quanto riguarda la favorita per la Serie A vedo l’Inter. Ha fatto un’ottima squadra e sta giocando bene: mi piace moltissimo Thuram”.

In quale attaccante dei giorni nostri si identifica?

“Ero un attaccante che giocava spalle alla porta, quindi posso dire Thuram dell’Inter che è bravo a sfruttare questa caratteristica oppure Pavoletti del Cagliari. Di punte centrali con le mie caratteristiche ce ne sono sempre meno: potrei tornare giocare adesso e giocherei sicuramente molti anni in Serie A”.