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Zappino: “Questo Frosinone fa divertire. La mano di Di Francesco si vede” | ESCLUSIVA

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Zappino Frosinone

Il nome di Massimo Zappino è scritto indelebilmente nella storia del Frosinone. Arrivato nel 2004, in Serie C1, ha indossato la maglia giallazzurra fino al 2007, portando la squadra in Serie B per la prima volta. Dopo cinque anni, nel 2012 il ritorno a “casa” in Ciociaria. Qui Zappino è rimasto fino al 2018, riportando il club prima in Serie B, come otto anni prima, e poi in Serie A nella stagione 2015/2016, per la prima volta nella storia ciociara. Un’impresa unica che i tifosi non dimenticheranno mai e che oggi, a distanza di anni, l’ex portiere ripercorre con uno sguardo d’eccezione al Frosinone attuale, che tanto bene sta facendo con Di Francesco.

Un buon inizio di campionato per il Frosinone che ha raccolto 12 punti in 8 gare con due sole sconfitte. Ti aspettavi questa partenza?

“Nessuno si aspettava un inizio di campionato così. La squadra è composta da giocatori nuovi ma è partita col piede giusto. Nonostante la prima sconfitta col Napoli, poi ha ottenuto la vittoria importante con l’Atalanta. Anche col Verona non era facile, col Sassuolo era sotto di due gol e ha ribaltato la partita. Ha perso a Roma ma ha giocato bene e ha avuto anche l’occasione di andare in vantaggio. Ci può stare però a Roma perdere. Poi un pareggio importante a Udine… È una squadra che sta facendo parlare di sé, che gioca bene. Tutti si stanno mettendo in evidenza”.

Quello che sta stupendo del Frosinone non è solamente la capacità di ottenere risultati ma anche il gioco espresso. Quanto si vede la mano di Di Francesco in questo?

“Esatto. È quello che sta facendo. Certo, è meglio giocare male e vincere che giocare bene e perdere ma con Di Francesco la squadra gioca proprio bene, è bello da vedere, fa divertire. È una squadra che gioca a calcio, palla a terra. Si vede la mano dell’allenatore. Anche a Sassuolo il mister ha fatto benissimo. Lì ha trovato l’ambiente giusto e la piazza giusta. È una famiglia, quindi quando ti trovi bene con la famiglia riesci soltanto a lavorare bene in serenità e tranquillità. Anche i giocatori stessi si sentono a casa, non sentono la mancanza di casa perché lì sentono di esserlo”.

Di Francesco ha detto di aver ritrovato a Frosinone i valori umani…

“Si è reso conto della gente. È una piazza importante, i tifosi sono caldi ma allo stesso tempo se tu fai il tuo dovere e il tuo lavoro, se tu rispetti, vieni rispettato e visto in una maniera diversa. A Frosinone i ciociari guardano se tu sei una persona educata, brava e anche un buon giocatore. Se lo sei, Frosinone ti accoglie come se tu fossi nato lì. Lo so perché sono stato lì 12 anni”.

Sei stato tra i protagonisti della prima Serie A del Frosinone. Cosa vi è mancato in quell’occasione per raggiungere la salvezza?

“Non ci è mancato niente. Quell’anno stavamo facendo un miracolo perché era una squadra composta da ragazzi che venivano dalla Serie C. Ci siamo trovati in Serie A dal nulla, non era programmato. Però quando giochi, giochi e vinci e arrivi là sopra, dici ‘Se facciamo qualcosa in più forse arriviamo in Serie A’. E con un po’ di coraggio in più ci siamo riusciti. Per noi e per tutta la Ciociaria è stato un traguardo grandissimo, soprattutto per chi come me non era mai stato in Serie A. È un sogno di tutti i giocatori arrivarci. Abbiamo cercato in tutte le maniere di salvarci ma non era facile. Le altre squadre erano più organizzate, anche le ‘squadrette’ erano più forti di noi. Noi eravamo tanti della Serie C che ci eravamo ritrovati in Serie A. Ma per 4-5 punti non ci siamo salvati. Ciofani e Dionisi che avevano fatto sempre la C e la B, hanno fatto tanti gol. Non era facile. Non ci è mancato niente, abbiamo dato il massimo. Abbiamo rifatto poi la Serie B e poi siamo risaliti”.

Ora oscilla tra Serie B e Serie A…

“E lo merita. Il presidente è un presidente da Serie A. È un imprenditore che ti fa uno stadio del genere dopo che ha combattuto per anni e anni perché ci ha messo quasi 10 anni per avere l’autorizzazione. Avere una società sana è importante, così come avere un presidente del genere. Più di questo un giocatore non può avere. Certo, se poi uno vuole la Juventus, il Milan e il Real Madrid è un altro discorso. Ma Stirpe è il numero uno in tutti i sensi e lo sta dimostrando con i risultati”.

A proposito di Juventus e Real Madrid. Molti giocatori sono venuti dalle big in prestito al Frosinone: è anche un modo per far conoscere la piazza in realtà importanti?

“Certo, è una cosa bella. Fino a pochi anni fa nessuno poteva immaginare di tesserare un giocatore del Real Madrid o del Bayern Monaco. Anche questo vuol dire tanto. Vuol dire che non è una piazza da sottovalutare. Questi ragazzi potevano andare a Verona, Sassuolo… Ma sono venuti qui perché si sono informati, hanno capito che è una società dove se uno fa bene cresce. E cresci, perché non hai tanta pressione. E anche per questo scelgono il Frosinone, qui stai bene. Quando stai bene e lavori bene, basta un anno e ti cambia la vita”.

Quale giovane ha colpito di più Massimo Zappino?

“Il gruppo. Al di là del singolo, quando fai prestazioni così è il gruppo quello importante. Poi singolarmente c’è Soulé che è un fenomeno, Turati che è Superman. Ma quando fai delle vittorie importanti e sei là sopra grazie a queste è perché hai un gruppo importante”.

Ora il Frosinone ha in porta giovani talenti come Turati e Cerofolini ma anche un Frattali tornato in giallazzurro dopo 12 anni. Quanto è importante questa competizione tra i pali per tenere alta l’asticella?

“Sono tre portieri giovani, perché anche Gigi Frattali lo è. Se Turati ti fa ogni domenica delle prestazioni del genere, al di là della qualità e della bravura, vuol dire che è sempre sul pezzo e concentrato. Questo è il suo carattere, il modo di affrontare la partita. E poi hanno un mister, il preparatore dei portieri, che è un fuoriclasse. Vuol dire che i tre portieri, la famiglia dei portieri, insieme a Lello Senatore, stanno facendo cose grandiose”.

Quando ti vedremo allo Stirpe?

“Dovevo venire l’anno scorso a Frosinone-Genoa. Giuro che mi avevano fatto anche il biglietto dell’aereo. Mi sono svegliato che era mezzogiorno e ho perso l’aereo e non sono venuto. I tifosi mi chiamavano chiedendo dove fossi per venirmi a prendere ma non mi ero svegliato: avevo fatto tardi la sera prima. Loro mi conoscono. Mi vogliono bene perché sono stato sempre me stesso. Verrò a Frosinone-Milan. Ogni tanto lo dico al presidente e lui mi dice di venire quando voglio perché sono di casa”.

A Siracusa come va?

“Siamo primi in classifica con il Trapani, ce la giochiamo. L’anno scorso siamo saliti facendo i playoff con l’Enna. Siamo forti. Sto allenando i portieri qui a Siracusa, sono tranquillo e sereno. A proposito, volevo ringraziare Barbara Leggio che è una persona eccezionale e importante. Grazie a lei ho ritrovato la mia vita, ho avuto un cambiamento di vita. Nel mio cerchio di vita ho mia mamma e i miei figli. Mio papà non c’è più. E poi c’è lei, che è entrata nel mio cuore: è una persona speciale e unica, una grande donna e mamma. Ora ho tutto. Ho mia mamma, i miei figli e una persona, un’amica e una sorella, cosa che per me va oltre il rapporto d’amore. Sono stato veramente fortunato a conoscerla”.




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