Questa mattina in conferenza stampa è stato presentato agli organi di informazione il neo trainer dell’Ascoli Calcio Fabrizio Castori.
Ad introdurlo il DS Giannitti:
“Quella di oggi è una ripresentazione, il Mister lo conoscete e sapete che persona è; non ha bisogno di presentazioni, la sua storia personale parla per lui, conosce la categoria come nessun altro, ha competenza, passione e grande dedizione al lavoro, ciò di cui l’Ascoli ha bisogno. Gli do il benvenuto a nome di tutta la Società”.
Queste le prime parole di Mister Castori:
“Ringrazio la Società, che mi ha chiamato e mi ha riportato in un luogo in cui avverto sempre grande emozione e questo mi darà la forte motivazione a non deludere.
Il mio è un calcio propositivo in avanti, fatto di aggressività e velocità di esecuzione.
La squadra si adatta alle richieste dell’allenatore, ci lavoreremo, abbiamo 15 giorni di tempo per modificare l’aspetto mentale e di campo.
Del contratto non m’importa, sono qui per l’affetto e l’amore che ho per questa piazza, quest’anno avevo bisogno di passione, affetto e calore, aspetti importanti per un passionale come me, partire da questo contesto mi dà una forte motivazione; poi è chiaro che nel contratto ci siano clausole, ma lasciano il tempo che trovano, se stiamo bene si può continuare insieme, altrimenti ci separiamo.
Ora bisogna salvarci e non mettere l’asticella playoff, che adesso è lontana.
La chiamata del Direttore ieri è stata una piacevole sorpresa, ma è stato tutto molto veloce, sono contento di tornare.
Ritrovo Di Tacchio e Bogdan che ho avuto a Salerno due anni fa e siamo andati in Serie A, dopo una cavalcata straordinaria; ritrovo Gnahoré, che ho avuto a Carpi l’anno dell’incidente, in cui ha rischiato di lasciarci le penne.
Ritrovo Viviano, che a 18 anni ho preso dalla Primavera del Brescia per portarlo in B a Cesena, quindi è stato una mia scoperta.
Ho visto che gioca dopo 20 anni, quindi si è mantenuto bene” – scherza Castori -. “Bogdan mi dispiace sia infortunato, con me fece un gran campionato, segnò cinque gol a Salerno e sulle palle inattive era una risorsa importante.
Di Tacchio è sempre lo stesso, combattivo, tosto e generoso, Viviano ha maturato una grandissima esperienza e Gnahoré lo ritrovo oggi dopo il bruttissimo incidente avuto a Carpi.
Al di là di questi nomi, conosco tutti gli altri perché mi tengo aggiornato e le partite che non vedo dal vivo le guardo in televisione.
Col mio staff ci dividiamo i compiti. In questi 15 giorni cercherò di far capire i concetti per arrivare pronti alla prossima partita.
Difesa a tre?
Cerco di giocare in base alle indicazioni che mi arrivano dalle caratteristiche della squadra; bisogna essere elastici sulla tattica, invece i principi devono essere sempre quelli.
Penso che questa squadra debba giocare con cinque centrocampisti, con due punte e tre difensori.
Poi fra i centrocampisti ci può essere il play o il trequartista, ma in linea di massima i cinque del centrocampo mantengono più alti e più aggressivi davanti.
La squadra funziona se tutti fanno la fase difensiva e quella offensiva”.
Sulla piazza:
“Qui bisogna incendiare la piazza, qui ci dobbiamo salvare, anche se ci sono limiti tecnici questi passano in secondo piano perché si sopperisce con cattiveria, con la determinazione e con la voglia di fare risultato.
Bisogna mettere il fuoco in campo.
I calciatori si devono guadagnare il posto ogni giorno perché faccio la formazione l’ultimo giorno, dopo l’ultimo allenamento”.
Domani pomeriggio allenamento a porte aperte