Serie A
De Rossi: “Ai tifosi della Roma ci sarebbero da dire tante cose. Non possiamo stare qui a guardarci intorno”
Intervenuto nel corso della sua prima intervista a Roma TV, Daniele De Rossi, ha parlato della sua nuova esperienza sulla panchina giallorossa. Queste le sue parole:
Quali sono le tue prime sensazioni?
“Stupore perché faccio fatica a riconoscere le strade, le rotonde dei posti che ho visto per 18 anni consecutivamente, emozioni perché rivedo luoghi e facce che hanno condiviso con me una parte gigante e bellissima della mia vita, e consapevolezza che c’è un lavoro importante da fare, non possiamo stare qui a guardarci intorno.
Qual è stata la reazione alla chiamata della proprietà?
“Stupore, eccitazione, agitazione lì per lì, sapevo che stava poteva succedere qualcosa e ti rendi subito disponibile per incontrarli, per parlarci e per fargli capire quello che poi è stato un discorso di forse massimo 10 minuti”.
Lei ha accettato un incarico di sei mesi, questo significa che vuole mettersi in gioco senza alcun paracadute ,quindi crede nella possibilità di lavorare bene con questa squadra?
“Sono stra convinto che non abbiamo né io, né la squadra bisogno di paracaduti, la squadra la ritengo una squadra forte, è una squadra con dei giocatori molto importanti, capita anche alle squadre migliori di avere dei momenti di difficoltà, mi è capitato un passato, capiterà in futuro, può capitare adesso d’ora in poi ad altre squadre, quindi non dovremmo essere bravi bravi ad approfittarne. Penso che ci siano tutti i margini per risalire quindi non avevo bisogno di paracaduti, ma solo di questa grandissima opportunità”.
L’ultima volta qui era il capitano e ora l’allenatore, com’è stato il ritorno in campo per il primo allenamento?
“Non allenavo da da parecchio tempo, però si dice che è come andare in bicicletta anche se poi io sostanzialmente l’ho fatto per per pochi mesi. È stato semplice, non l’abbiamo preparato come avremmo voluto perché adesso sto qui a fare l’intervista, prima ero a fare le varie firme dei contratti, insomma tutte cose più burocratiche che tecniche, quindi è stato un po’ tutto molto veloce, ma alla fine oggi era l’allenamento di ripresa quindi non c’era da inventarsi più di tanto, già domani inizieremo a fare qualcosina un po’ più di interessante”.
Come ha trovato Trigoria?
“È stato lo shock forse più grande perché ho trovato un posto che ogni tanto faccio fatica a rendermi conto confrontandolo a quando c’ero io perché è completamente trasformata, ovviamente in meglio. Pochi mesi fa guardavo la presentazione del centro sportivo della Fiorentina che è qualcosa di pazzesco, non ci sono mai stato non mi dicono che è qualcosa di meraviglioso, e pensavo a quanto può essere bello e importante avere un centro sportivo del genere. Poi entrato qua dentro mi rendo conto che è una cosa incredibile, sono quasi invidioso per gli anni in cui non ho vestito questa maglia, proprio perché stare dentro questo posto in queste condizioni è qualcosa che adesso mi rendo conto che forse c’è mancato, all’epoca io stavo benissimo, però qui c’è forse più di quello di cui abbiamo bisogno”.
Che emozione sarà ritornare allo Stadio Olimpico?
“Sarà emozionante, sono tornato mille volte ma sempre da tifoso, da appassionato, da osservatore, nel periodo in cui ero in nazionale mi mandavano a fare le relazioni sui nostri italiani, sono tornato con la nazionale da collaboratore, abbiamo fatto allenamento, abbiamo fatto tre partite durante l’europeo. Penso però di poter dire che non sarà la stessa cosa, è un ruolo completamente diverso, la responsabilità diversa e soprattutto stando qui, venendo allo stadio da tifoso mi sono reso conto che al di là dei risultati, al di là del momento di classifica, di un momento di forma della squadra lo stadio era in modalità Roma-Barcellona, che capitava all’epoca una volta ogni tanto, quindi sarà emozionante e anche per questo spero che continui e continueremo questo trend”.
C’è qualcosa che vuole dire ai tifosi della Roma?
“Non lo so, sarebbero mille cose, quando quando sono stato fuori dalla Roma non sono mai stato uno che metteva troppo il becco perché non mi piace stare in mezzo, non mi piace disturbare, adesso posso permettermi di nuovo di parlare non solo da leggenda, ma da membro della Roma, quindi più dirgli che dir loro che abbiamo bisogno di loro come ai vecchi tempi non posso fare”.
Quindi il vento soffia ancora?
“Non ha mai smesso di soffiare. Vivere le serate di Europa League l’anno scorso, di Conference quando sono venuto allo stadio mi ha fatto rendere conto che si sta ricreando qualcosa di speciale nel rapporto tra la squadra e la tifoseria. Penso che i momenti negativi possono capitare e penso che una città come questa e una squadra come questa possa tirarsi fuori più velocemente dei momenti così così se a questo tipo di amore che abbiamo sempre sentito c’è una massa con questa forza che che vedono gli ultimi anni che può veramente darci una spinta grande”.
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