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Maignan vittima di razzismo: nel 2024 sarebbe l’ora di finirla

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Maignan vittima di razzismo

Maignan vittima di razzismo: il portiere francese lascia il campo

Minuto 35′ del primo tempo di Udinese-Milan, i rossoneri sono avanti nel punteggio, ma Mike Maignan vittima di razzismo, non ne può più di quello che sente alle sue spalle. Una manciata di minuti prima, l’ex portiere del Lille, aveva avvertito il direttore di gara. Gli aveva comunicato di stare sopportando, dei cori beceri e fastidiosi nei suoi confronti che provengono dalla tribuna dietro di lui.

A dieci minuti dalla fine della prima frazione, con estrema convinzione, Maignan si allontana dalla propria porta. Il portiere della nazionale francese, cammina diretto verso la panchina e poi prende la direzione degli spogliatoi. Emblematico il momento in cui si sfila i guantoni e lascia il match. L’arbitro si accorge di ciò che sta accadendo e ferma il gioco.

Ovviamente i compagni e lo staff lo raggiungono. Tutto il Milan lascia il terreno di gioco e si dirige verso il suo portiere. Gli stessi calciatori dell’Udinese vanno a parlare con lui dandogli conforto. I ragazzi di Pioli lo convincono  a continuare la gara e dopo diversi minuti, si riprende  la partita. Momenti assolutamente surreali e vergognosi ancora esistenti.

Cori razzisti : bisogna agire

Se da un lato, tutti tedenzialmente si schierano fermamente dalla parte di chi, come Maignan, è vittima di episodi come quello di Udine. Dall’altra parte non avvengono fatti concreti, protesi a mettere alle strette questi individui che ancora oggi, continuano a portare avanti questi stupidi teatrini.

Il segnale forte in questi casi, è quello di chiudere la partita. La sospensione parziale con nesso annuncio dello speaker, è un atto naturale e dovuto, ma non elimina il problema.  Bisogna individuare queste persone e allontanarle  definitivamente da contesti come quello di un campo da calcio, perchè con lo sport non c’entrano davvero nulla con tutto questo.  Chi sugli spalti assiste e ascolta cose di questo tipo deve prendere posizione. Le autorità competenti devono agire con fatti tangibili. La federazione deve agire per condannare eventi simili. Non si può minimizzare, non si può limitarsi a lanciare comunicati effimeri, bisogna concretamente correggere al massimo il problema.

Molto spesso crediamo di essere nel futuro, ma bastano una manciata di minuti per ripiombare in un  mondo arretrato e privo di cultura alcuna. Il tempo sembra essere trascorso invano, ci ritroviamo a lottare sempre per battaglie che non accennano ad essere dimenticate.

Ogni volta che accade è una sconfitta per lo sport, per l’essere umano e per la dignità di molta gente.

 

 

 

 

 




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