Serie B
L’Ascoli stoppa il Parma, volano Venezia, Como e Cittadella: il punto della Serie B
Ciak, si gira! Alla virata di boa, la Serie B nella 20ª giornata ci regala nuove e sempre inedite emozioni. Così, nell’anticipo del venerdì, Catanzaro e Lecco non si fanno scrupoli di mostrare difese molto rivedibili ed attacchi scoppiettanti. La spuntano i calabresi (5-3), in virtù di una organizzazione di gioco codificata e di una capacità di sfruttare meglio le fasce laterali; non disgiunte da una ricerca costante di inserimenti tra le linee avversarie, senza dare punti di riferimento. Certe soluzioni di gioco dei calabresi si fa fatica a leggerle. Il Lecco ci mette tutto se stesso, culla l’illusione di un risultato positivo ma, alla fine, è costretto ad arrendersi alla determinazione degli uomini di Vivarini. Tecnico forse sottovalutato, ma bravo davvero; un gran lavoratore, modesto quanto basta, che in silenzio ha costruito un ingranaggio ben oliato, capace di stazionare nelle zone alte della classifica senza soluzione di continuità. La giornata di sabato, invece, ha confermato il momento straripante del Como del duo Fabregas-Roberts, capace di rifilare una quaterna allo Spezia, cui nemmeno la cura D’Angelo sembra aver portato, finora, grossi giovamenti. I lariani hanno agganciato la seconda piazza, quella della promozione diretta in Serie A e, una volta fatta la bocca dolce ad un traguardo alla portata, non hanno alcuna voglia di mollare. Il gioco scorre fluido, le occasioni da rete fioccano, la squadra si esprime quasi in allegria, Cutrone è ritornato lo spauracchio di un tempo. Insomma, miscelati bene tutti gli ingredienti, il cocktail che ne risulta è di primissima qualità.
Serie B, riparte il girone di ritorno con la 20ª giornata
Definire il Cittadella una sorpresa non sarebbe giusto né meritorio per Gorini ed i suoi. i veneti sono da anni una realtà consolidata della serie cadetta: bilanci sempre in ordine, capacità di scovare calciatori nella serie inferiore, bravi, motivati ed a basso costo. Una società competente, seria e non invadente nonché un ambiente tranquillo e senza tensioni contribuiscono a creare, anno dopo anno, una squadra sempre presente a se stessa; non un “miracolo” come molti ancora si ostinano a considerarla, ma una vera e propria realtà. Con quello sul Palermo (2-0) sono ora nove i risultati utili consecutivi, con ben 7 vittorie e due pari. Sognare non è peccato. Il Palermo, invece, continua nelle sue rappresentazioni ballerine e, spesso, nervose. Anche a Cittadella ha dato di sé un’immagine non propriamente rassicurante. Per ambire a certi traguardi ci vuole padronanza di gioco e di nervi. Ma il gioco spesso latita ed i nervi, in più di un’occasione sono a fior di pelle. Come sempre i soldi (in questo caso quelli del gruppo City) non danno la felicità. E Corini, costantemente messo sulla graticola ed in perenne discussione, ha grosse difficoltà a trasmettere sicurezza e principi di gioco davvero efficaci ai suoi.
Mentre il Sudtirol regola con il minimo scarto (1-0) la Feralpisalò, con il gol del solito Casiraghi, ora giunto a quota 12 reti che gli regalano il primato dei cannonieri, il Bari ritrova gioco e gol in una gara che manda battuta (3-1) una Ternana giunta al San Nicola con il dichiarato intento di fare risultato dopo il tracollo di Parma ed il pari interno con il Pisa. Marino, arrivato in corsa sulla panca barese, finalmente può sorridere e spera che i suoi possano trovare continuità di risultati per risalire una classifica ben lontana dalle ambizioni d’inizio stagione. Evidente, però, come non sia stato semplice smaltire le delusioni di un play-off perso all’ultimo minuto di una finale che sembrava aver regalato ai “galletti” la serie A. E poi, come spesso succede, il secondo anno di B è sempre più difficoltoso del primo, soprattutto se vengono meno entusiasmo e voglia di fare.
Quanto a Breda, tecnico degli umbri, dovrà smaltire in fretta le ultime amarezze e ridare ai suoi quella freschezza atletica e quella grinta che ne avevano decretato un parziale rilancio in classifica. Per tirarsi fuori dalle zone minate non bastano alcune buone gare corroborate da un paio di vittorie in trasferta, ma occorre evitare di alternare buone prestazioni a passi falsi. In soldoni, la via maestra deve essere solo quella di un buon susseguirsi di risultati positivi consecutivi; l’altalena, alla fine, rischia di farti cadere. Il Brescia di Maran riscatta subito la sconfitta interna subita dalla capolista Parma, andando ad espugnare (2-1) il Braglia di Modena. Convincente e rassicurante la prestazione delle “rondinelle” bresciane, capaci di soffocare qualsiasi iniziativa dei padroni di casa e colpire, poi, con inusitato cinismo. E’ la seconda vittoria consecutiva in trasferta del Brescia, dopo quella registrata a Catanzaro poco prima del Natale. La zona play-off è stata raggiunta e c’è da scommettere che ben difficilmente si mollerà l’osso. Cellino non lo perdonerebbe mai; guai ad incorrere nelle ire del “patron”.
Il Modena conferma il suo momento negativo, facendo registrare la conquista di solo due punti nelle ultime cinque partite. Non è il caso di fasciarsi la testa, ma non v’é dubbio che qualcosa, nel giocattolo emiliano si é inceppato dopo tante prestazioni brillanti e degne di menzione. Al tecnico Bianco spetterà il compito di ridare brillantezza, convinzione ed autostima ai suoi. Il bel Modena ammirato nei primi mesi di campionato non può essere stato un fuoco fatuo. Scoppiettante la partita all’Arena Garibaldi fra Pisa e Reggiana (2-2). La squadra di Nesta, due volte in vantaggio si fa raggiungere in entrambe le occasioni, la seconda ad una manciata di minuti dal fischio finale. Ma il pari é risultato sostanzialmente giusto e conferma, tendenzialmente, che per gli emiliani può aprirsi un periodo più ricco di soddisfazioni di quello vissuto finora. Mentre Aquilani avrà ancora il suo bel da fare per dare compattezza e solidità ai suoi, troppo legati a fiammate e sprazzi di buon gioco seguiti da amnesie difensive e disattenzioni letali.
Nelle gare della domenica, la sagra del gol iniziata a Catanzaro prosegue a Venezia, dove i lagunari hanno ragione di una Samp (5-3) ridotta in dieci per più di un tempo a causa dell’espulsione di Benedetti. Sotto di un uomo, ma con coraggio, i ragazzi di Pirlo rimediano ad un doppio svantaggio; poi, però, crollano nel finale di gara sotto i colpi di Busio ed Ellertsson. Per i veneti, ora al secondo posto in compagnia del Como, è il ritorno alla vittoria dopo quattro gare che avevano portato solo due punti. La Samp, invece, continua nella sua serie di risultati altalenanti. Il lavoro, per Pirlo, non sarà certamente agevole, soprattutto se dal mercato non dovesse arrivare qualche rinforzo di spessore. Vince, con fatica (1-0), la Cremonese ai danni di un Cosenza che, dopo un quarto d’ora iniziale da brividi si assesta in campo, rialza un pò la testa e fa la sua partita di sacrificio, sperando di portare a casa il pari senza più i patemi d’inizio gara. Galeotto il gol di testa di Antov che, colpevolmente libero a centro area, raccoglie una battuta da calcio d’angolo e batte Micai. In casa silana si recrimina per due legni colpiti successivamente al gol dei grigiorossi; il primo, però, è fortuito per un rimpallo su Marras e l’altro è cancellato da una chiamata di fuorigioco. Davvero molto poco per sperare in un risultato positivo. Nel Cosenza, I problemi emersi a Cremona non sono dissimili da quelli di altre gare: distrazioni difensive penalizzanti, scarsa capacità nel costruire gioco e battute a rete con il contagocce. I soli due punti raccolti nelle ultime sette gare rappresentano al meglio una situazione tecnica deprimente, con la zona play out che dista, ora, solo un punto. La Cremonese, in giornata non particolarmente brillante, ringrazia e porta a casa. I campionati si possono nobilitare anche vincendo partite brutte, sporche e un pò cattive. Chiusura dedicata alla capolista Parma che, evidentemente, non ha ancora digerito i panettoni natalizi. Di fronte ad un Ascoli ben organizzato da Castori, non riesce a dipanare la matassa avversaria. Nella ripresa va sotto di un gol e raddrizza la partita solo grazie ad un gol rocambolesco, a seguito di un colpo morbido in piena area di Bernabè, con pallone carambolato fra Di Tacchio e Viviano prima di finire in rete. Non è stata la migliore versione del Parma, involuto e con poche idee, comunque insufficienti per eludere la ragnatela marchigiana. Capita anche ai migliori una giornata un pò storta. Importante, in questi casi, è non perdere testa e partita. L’Ascoli esce dal Tardini rafforzato nelle sue convinzioni. La squadra è pratica, solida, con poche concessioni allo spettacolo e molte alla sostanza. Il calcio di Castori è questo. Spesso i lupi di mare fiutano il vento e sanno come indirizzare la navigazione.
Alla prossima; altro giro, altra corsa.
A cura di Vincenzo Segreto
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