Serie A

Il “Derby d’Italia” – la rivalità storica tra Inter e Juventus – parte 1

La stora del Derby d’Italia, la storica rivalità tra Inter e Juve – prima parte

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L’inizio della grande rivalità fra Inter e Juventus si può far risalire alla stagione 1960/61.

Gli inizi

La Juve è allenata da Carlo Parola, con Renato Cesarini prima e Gunnar Green poi, alla direzione tecnica; annovera calciatori del calibro di Charles, Sivori e Boniperti. All’Inter, come tecnico è arrivato dal Barcellona Helenio Herrera. Gli uomini più rappresentativi sono i centrocampisti Lindskog e Corso, gli attaccanti Angelillo e Firmani.

Il duello fra le due rivali è aspro e combattuto; lo scontro diretto per lo scudetto è in programma a Torino, il 16 aprile del 1961. La Juve vi giunge forte dei suoi 40 punti, l’Inter insegue a 36. La cornice di pubblico è strabordante; i tanti, troppi, che non hanno potuto acquistare il biglietto, si accalcano ai cancelli; per problemi di ordine pubblico è concesso loro di entrare e di sistemarsi ai bordi del terreno di gioco. Ma non c’e sicurezza e l’arbitro Gambarotta sospende la gara dopo 30 minuti di schermaglie e 70 d’interruzione. Qualche giorno dopo, viene assegnata la vittoria all’Inter (0-2) a tavolino. Umberto Agnelli, presidente juventino, propone ricorso e la Caf gli dà ragione, ordinando la ripetizione della gara il 10 giugno successivo.

Ma, all’ultima giornata, il 4 giugno, il titolo finisce matematicamente nella bacheca juventina, grazie al pari interno (1-1) con il Bari e la contemporanea sconfitta interista (2-0) a Catania. E’ quello l’incontro del famoso “clamoroso al Cibali!“, locuzione attribuita, anche se non con certezza assoluta, al radiocronista Sandro Ciotti. L’Inter, però, continua ad essere furibonda, convinta che la vittoria a tavolino le avrebbe potuto far vincere lo scudetto. Così, ritenendosi derubata, a Torino  per protesta schiera la squadra Primavera. La partita non ha storia, la Juve si impone per 9-1; Sivori segna sei gol, un giovanissimo Sandro Mazzola marca la rete dell’Inter. Quella è anche l’ultima gara di Boniperti, che a fine partita consegna le sue scarpe al magazziniere: “Tienile pure tu, a me non servono più”.

La stagione 1966-’67

Qualche anno più tardi, stagione 1966/67, a Milano si spendono fior di milioni, l’Inter assume le fattezze di una corazzata, alla Juve sono tempi di magra. Come tecnico viene ingaggiato Heriberto Herrera dall’Elche. E’ subito etichettato come HH2 per distinguerlo da HH, ossia Helenio Herrera, guida dell’Inter. Gianni Brera definirà l’uno Accaacchino, l’altro Accaaccone, quasi a volerne rimarcare la differenza.

La Juve ha visto andar via Sivori, ultimo dei Mohicani calcistici bianconeri di quei tempi. La squadra, secondo la definizione dell’Avv. Agnelli, è una socialdemocrazia del calcio. Nessun campione, ma tanti comprimari. Al centro dell’attacco c’è De Paoli, arrivato dal Brescia, all’ala Erminio Favalli ex foggiano, in regia Cinesinho, mentre a centrocampo si spolmona lo spagnolo Luis Del Sol. Poca roba se paragonata ai Facchetti, Guarneri, Picchi, Jair, Suarez e Corso. Tra l’altro Heriberto è sopportato a stento: i suoi metodi sono quelli di un ginnasiarca, predica il “movimiento”, con un continuo interscambio di ruoli ed un pressing alto. Quello che gli addetti ai lavori non capiscono, legati come sono ad un calcio fatto di difesa e contropiede (l’Inter ne é maestra), è che Heriberto, considerato quasi un pazzo, è invece tecnico molto moderno.

Quella Juve, dal gioco così poco aristocratico, fonda la sua forza su una marcata organizzazione di squadra, dove ognuno sa sempre cosa fare. E’ una Juve operaia, mai doma, sempre sul pezzo. I neroazzuri partono forte, inanellano sette vittorie consecutive, con un solo gol subito, ma la Juve tiene botta e, nel girone di ritorno, comincia ad erodere il vantaggio dei milanesi. Il duello trova il suo epilogo all’ultima giornata, con l’Inter, a 48 punti impegnata a Mantova e la Juve, 47 punti, che ospita la Lazio. Un intervento goffo del portiere interista Sarti su tiro dell’ex neroazzurro Di Giacomo consegna la vittoria ai mantovani; la Juve batte 2-1 la Lazio e realizza un sorpasso incredibile negli ultimi minuti di campionato. Lo smacco, per l’Inter è davvero bruciante; ancora la Juve, sempre la Juve sul proprio cammino. [SEGUE]

a cura di Vincenzo Segreto




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