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Il “Derby d’Italia” – la rivalità storica tra Inter e Juventus – parte 2

La stora del Derby d’Italia, la storica rivalità tra Inter e Juve – seconda parte

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Inter-Juventus_amarcord

La rivalità tra Inter e Juventus si infiamma sul finire degli anni ’90 e agli inizi del 2000.

[CONTINUA DALLA PARTE I]

Stagione 1997/98

Nella stagione 1997/98 l’Inter di Massimo Moratti è protagonista del mercato estivo. Dal Barcellona, per la cifra di 50 miliardi, arriva Ronaldo, uno dei maggiori fuoriclasse del calcio mondiale. E, insieme a lui, ecco il difensore West, i centrocampisti Cauet, Moriero e il Cholo Simeone, oltre al giovane uruguaiano Alvaro Recoba. La conduzione tecnica è affidata a Gigi Simoni, alla sua prima esperienza in una grande squadra.

La Juventus di Lippi inserisce in difesa il terzino Birindelli e, in attacco, Filippo Inzaghi che andrà a fare coppia con Alex Del Piero. Durante il mercato di riparazione arriverà anche Davids, in uscita dal Milan. I milanesi partono bene, vincono le prime quattro partite e restano in vetta durante l’autunno; i bianconeri inseguono da presso ma cedono, fra le immancabili polemiche (rigore di West su Inzaghi?), nella sfida di San Siro. Però, alcune successive battute d’arresto dei nerazzurri danno alla Juventus la possibilità di portarsi in vetta alla classifica.

Il 26 aprile, allo scontro diretto, quart’ultima giornata, l’Inter si presenta con un solo punto di ritardo in classifica. I riflettori del mondo intero sono puntati su Torino. Del Piero, al 21′, sblocca la gara dopo sterzata e controsterzata su Fresi prima del destro sul palo più lontano. Poi è una guerra di nervi fino al 70′ quando su Ronaldo, che allunga verso l’area juventina, si materializza Juliano. L’impatto è frontale, i due cadono a terra, l’arbitro Ceccarini vede e lascia correre. Veementi sono le proteste degli interisti che furibondi, inseguono il direttore di gara.

Simoni invade il terreno di gioco e grida all’arbitro: “Si vergogni! Si vergogni!” Ceccarini non se ne dà per inteso e fa proseguire il gioco. Zidane taglia per Del Piero in area, toccato da West sul primo controllo. Per l’arbitro è rigore; sul campo succede il finimondo; gli interisti accerchiano l’arbitro, Simoni viene allontanato. Tornata la calma (si fa per dire), Del Piero può andare alla battuta del penalty. Pagliuca è bravo a pararglielo. Ma la tensione à alle stelle, Zè Elias rifila una gomitata a Deschamps e viene espulso dopo appena tredici minuti dal suo ingresso in campo.

Nel finale all’arma bianca, l’Inter cerca insistentemente il pari, ma Peruzzi si oppone ai tentativi di Zamorano e Ronaldo e il risultato non cambia. Il responso del terreno di gioco finisce agli archivi, certamente non Juventus-Inter. Le aspre polemiche di quella giornata tengono ancora banco, con stucchevole ripetitività, ogni qualvolta c’è una sfida fra le due rivali che può valere uno scudetto. Un po’ come il ricordo de “Er gol de Turone, che era bbono” quando Juve e Roma duellano per un traguardo di prestigio.

Stagione 2001/02

Ultima pillola di ricordi, tra una serie infinita che meriterebbero un libro per essere raccontati, è la stagione 2001/02. Alla Juve è appena tornato Lippi, dopo le due annate di Ancelotti. Sebbene sia “una minestra riscaldata” è l’Avv. Agnelli che la cucina; quindi anche la Triade Moggi, Giraudo e Bettega deve sostenerne la bontà. La seconda vita di Lippi alla Juve vede l’addio di Zidane e l’arrivo di Buffon, Nedved e Thuram. All’Inter, il tecnico è Hector Cuper, l'”hombre vertical”, reduce da due anni al Valencia. L’attacco è devastante con Ronaldo, Vieri e Recoba ma anche gli altri ruoli sono ben coperti: Toldo in porta, Zanetti uomo ovunque e Sergio Conceicao a correre sulla fascia.

In avvio la Juve stenta, l’Inter di Cuper prende il largo; poi la Juve inizia una rimonta incredibile che la porta, all’ultima giornata, ad un solo punto di distanza dai neroazzurri. 69 a 68. In chiusura, il 5 maggio, l’Inter affronta a Roma la Lazio, la Juve va ad Udine. All’Olimpico i tifosi della Lazio, gemellati a quelli interisti, tifano perché lo scudetto finisca sulle maglie neroazzurre. Sembra tutto scritto, tutto scontato. Ma il calcio è un mistero senza fine. Dopo essere andata in vantaggio due volte, l’Inter viene raggiunta e poi superata.

Finisce 4-2 per la Lazio dell’ex Zaccheroni, fra i pianti incontenibili di un Ronaldo stremato dallo stress ed i volti attoniti, da statue di sale, degli altri. La Juve, invece, non ha problemi ad Udine. Trezeguet e Del Piero le regalano la vittoria e con quella il sorpasso sull’Inter e lo scudetto tricolore. Conte, negli spogliatoi è l’immagine tipo di una festa sfrenata:”Stiamo godendo!” è la frase che resterà indelebile nel tempo e quel 5 maggio, già titolo di un’ode del Manzoni, entrerà nel lessico juventino come sinonimo di gioia infinita, al limite del parossismo, oltre che di risultato insperato. E di frustrazione per gli ambienti interisti. Ancora una volta, dunque, gli odiati bianconeri non si smentiscono e fanno versare lacrime amare all’Inter ed a tutti i suoi tifosi.

Inter-Juventus: una lotta senza fine

Si potrà mai avere simpatia per chi ti causa spesso dolori così laceranti? Ci penserà poi Calciopoli e la retrocessione in B della Juve a ridare fiato alle trombe interiste. Per i tifosi della “Beneamata, mai retrocessa in B”, è una soddisfazione non da poco. Che non viene dal campo, ma vuoi mettere la goduria di vedere i rivali correre sui campi di provincia del calcio italiano? No, davvero.

Inter-Juve non potrà mai essere una sfida squisitamente sportiva. In gioco ci sarà sempre molto di più, anche in un campionato come quello attuale, dove l’Inter dimostra una superiorità tecnica e di gioco evidente mentre una Juve in ricostruzione ed in divenire cerca quasi disperatamente di restare attaccata ai rivali, con tutto l’orgoglio di cui è capace. Forse, per tutto questo il “Derby d’Italia” non potrà mai essere banale e scontato.

 

a cura di Vincenzo Segreto




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