Calcio
Questo Milan è la vera “cumbia della noia”
Angelina Mango, trionfatrice del 74° Festival della Canzone Italiana di Sanremo, ha portato un po’ di Milan sul palco dell’Ariston. Certo, trattasi di libera interpretazione ma a pensarci bene non si poteva scegliere colonna sonora migliore per il periodo dei rossoneri. Concedetevi un paio di minuti di lettura rigorosamente accompagnata dalla canzone come sottofondo musicale. Operazione da me stesso rispettata mentre scrivo e condivido con voi il mio pensiero.
“Quanti disegni ho fatto. Rimango qui e li guardo. Nessuno prende vita. Questa pagina è pigra”. Il rumore assordante di una stagione già archiviata alla lettera “R” di “rimpianto” prende forma nell’incipit della canzone. Se torniamo al post scudetto ma anche solo alla scorsa estate, il tifoso rossonero aveva davanti a se un disegno del proprio Milan avvolto dalla porpora dei Re. Ci si era fatta la bocca al salto di qualità, alla seconda stella, insomma, l’inizio di un nuovo ciclo vincente.
Ma niente. Un sipario nero è calato sulla scena rossonera e ha fatto sprofondare tutti nel vortice della negatività. Stato d’animo sublimato in noia in questa stagione considerata un acquitrino stagnante sul quale si prova a scrutare il riflesso di un futuro migliore che non abbia i contorni del volto di Stefano Pioli. Eppure il Milan anche quest’anno è cumbia pura. Pare che in pochi se ne siano accorti.
Sordi al suono travolgente e sensuale di una musica/danza popolare dal carattere trietnico. In fondo questo gruppo è proprio così. Va oltre le cadute e le critiche. Ha pagato a caro prezzo quattro o cinque partite in stagione. Lo sa bene ed è consapevole di aver frantumato obiettivi importanti troppo presto. E nonostante una discreta sicurezza in classifica continua a macinare punti e vittorie danzando sopra la noia.
Fuori dal campo, per gran parte del popolo rossonero, la “corona di spine sarà il dress – code per la festa” grazie all’inutile e indisponente Leao, le papere di Maignan, il rimpianto De Ketelaere, la vergogna per la partecipazione all’Europa League e la sicura eliminazione prematura. In pratica una danza appassionata con la noia mentre da fuori o se preferite, dal mondo reale, giungono scandite le sonorità di una cumbia a tinte rossonere. “Non ci resta che ridere in queste notti bruciate” tanto prima o poi qualcuno si accorgerà che Leao pur segnando poco è decisivo in tutta la produzione offensiva della squadra che nella “noia totale” è il secondo attacco del campionato.
Maignan, nonostante qualche imprecisione di troppo, anche in questa stagione resta tra i migliori portieri d’Europa. Mentre per De Ketelaere attendiamo che qualcuno comprenda la giusta differenza tra provincia e grandi palcoscenici, questo Milan, guidato da Stefano Pioli, ha gli stessi punti dell’anno del secondo posto e del campionato 2021/22 che valse il 19° scudetto.
Numeri impreziositi da due dati storici. Solo due volte nella storia il Milan ha raggiunto 52 punti alla 24esima giornata. Erano le corazzate di Fabio Capello (1995/96) e Carlo Ancelotti (2003/04) che poi al termine di quelle stagioni si laurearono campioni d’Italia. Lo “sciagurato” Pioli ci è riuscito in tre stagioni su quattro. Secondo dato è nella percentuale di vittorie in 220 partite a confronto con un allenatore, monumento della storia del club: Arrigo Sacchi.
Il tecnico del Milan degli Invincibili ha avuto una media punti di 1,85 (113 vittorie, 69 pareggi e 38 sconfitte) contro 1,89 (121 vittorie, 53 pareggi, 46 sconfitte) di Stefano Pioli. Tranquilli, nessuno allerti uffici legali. Il paragone è solo nei numeri mentre la memoria di successi e trofei non è minimamente compromessa.
Eppure “quanta gente nelle cose vede il male. Viene voglia di scappare come iniziano a parlare”. Nel calcio si sa, i numeri non dicono tutto ma…
Ormai su questa squadra è calata la noia con la convinzione che solo l’ennesima rivoluzione può restituire alla gente un futuro appagante. Ma domani si scende in campo. Il Rennes come prima tappa di un cammino europeo da godere e vivere a ritmo di cumbia.
L’augurio che i rossoneri continuino a ballarla perché “se rischio di inciampare almeno fermo la noia”. Cerchiare in rosso la data del 22 maggio sarebbe il giusto credito ad un gruppo che in soli quattro anni ha cancellato la banter era. In attesa che il tempo e il campo facciano il loro corso “faccio una festa, faccio una festa, perché è l’unico modo per fermare, ah… la noia“.
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