Rugby
Rugby, Sei Nazioni: a Roma l’Italia è bella a metà. Vince l’Inghilterra per 24-27 dopo un primo tempo di marca italiana
Nel giorno della prima come il Commissario tecnico di Gonzalo Quesada, e del cinquantesimo cap di Federico Ruzza, nell’esordio del Sei Nazioni 2024, l’Italia è uscita sconfitta sul prato dello Stadio Olimpico di Roma dall’Inghilterra con il punteggio di 24-27. Solo tre punti di distacco tra Italia e Inghilterra, che rappresentano il minimo scarto subito dal XV italiano nel confronti diretti contro il XV della Rosa.
Alla fine, dopo un partita di alto livello nel primo tempo (17-14 al 40′) e coraggiosa nel secondo, è arrivata una sconfitta a testa alta, che però lascia un po’ di amaro in bocca agli azzurri. Vincere contro l’Inghilterra vista oggi all’Olimpico non sarebbe stata un’utopia.
Da questa sconfitta l’Italia di Gonzalo Quesada, che ha avuto pochissimo tempo per plasmare la squadra secondo i suoi dettami, può partire per gettare le basi per un ottimo Sei Nazioni, e per il percorso che porterà al prossimo Mondiale.
La partita
Il piano tattico del CT Gonzalo Quesada era comunque chiaro fin dall’inizio: portare punti a casa ogni volta che se ne avesse la possibilità. Infatti al quinto minuto, su un fallo di Itoje, l’Italia andava subito per i pali, con Tommaso Allan che piazzava da 58 metri il 3-0.
L’ItalRugby era concentrata, attenta e metteva sotto pressione l’Inghilterra, grazie a un buon gioco al piede. L’Inghilterra era troppo fallosa, compassata, ma sempre temibile vista la qualità dei giocatori in campo. Se proprio bisogna trovare un punto negativo agli azzurriera la touche, con tre errori nel solo primo tempo.
La prima meta era italiana, e arrivava all’11’ grazie a Lorenzo Garbisi. Ignacio Brex spaccava in due la difesa inglese, e un off-load sartoriale di Lorenzo Cannone consentivano al più giovane dei Garbisi di schiacciare in meta l’ovale del 8-0, trasformato poi da Tommaso Allan (10-0). Proprio sulla meta l’Italia viveva un momento di apprensione, per un contatto subito da Lorenzo Cannone che inizialmente sembrava dovesse abbandonare il campo.
I primi punti dell’Inghilterra arrivavano al 15′, grazie a un piazzato di Ford dopo un fallo di Lorenzo Cannone (10-3).
Dopo un inizio compassato, gli inglesi minuto dopo minuto acceleravano, puntando tanto sul gioco tattico al piede, per mettere pressione all’Italia. Il XV della Rosa di colpo alzava i giri del motore. Al 19′ infatti gli inglesi andavano in meta, sfruttando l’ottimo gioco alla mano che sfibrava la difesa azzurra, consentendo a Daly di schiacciare in meta (10-8). I punti però rimanevano solo 8, perché Ford non trasformava.
Nel momento migliore inglese però gli azzurri alzavano la testa e anche di molto, costruendo una delle mete più belle viste sul prato dell’Olimpico in questi anni. Gli azzurri costruivano una meta bellissima, partendo dall’out di sinistra nella propria metà campo, per poi tagliare il campo passando sull’asse Brex – Paolo Garbini – Menoncello, che consentiva a Tommaso Allan di schiacciare l’ovale in meta. Dopo la trasformazione l’Italia volava sul 17-8.
L’Italia rispetto alla gestione Krowley giocava indubbiamente meno alla mano, ma quando lo faceva creava non pochi problemi agli inglesi. Inglesi che però, assorbito il colpo, attaccavano furiosamente partendo dalla rimessa laterale. L’Italrugby però era attentissima, reggendo la maul con una difesa attenta e tanto mestiere, e alla fine concedendo agli inglesi solo un piazzato per il 17-11.
Il possesso dell’ovale premiava gli inglesi mentre l’Italia eccedeva con i falli e infatti poco prima del fischio di metà gara Ford, con un piazzato poco fuori dai 22 azzurri, mandava le due squadre negli spogliatoi sul 17-14.
Il possesso palla penalizzava l’Italia
Al ritorno in campo ci si sarebbe aspettati in Italia molto vicina a quella vista nel primo tempo e invece dopo quattro minuti l’Inghilterra ribaltava il punteggio. Nei 5 metri azzurri Alex Mitchell partiva ovale in mano, resisteva a tre placcaggi, si fermava, ripartiva e schiacciava in meta, trasformata poi da Ford per il 17-21. L’Inghilterra sorpassava per la prima volta nella gara.
Il XV inglese pur non giocando un rugby trascendentale aveva un piano di partita solido che eseguiva in maniera puntuale. Tanto gioco al piede, preciso per gli inglesi, per mettere pressione agli azzurri ed impedirgli di giocare alla mano.
L’Italia iniziava a soffrire a causa del poco possesso; ad un certo punto della gara addirittura 38% con il 62% degli ospiti.
Se nel primo tempo, nonostante il poco in possesso, l’Italia aveva portato a casa tanto macinato, tanto da essere in vantaggio, nel secondo tempo la situazione si ribaltava.
Il CT Quesada nell’arco di 6 minuti, dal 46′ al 52′, cambiava Lorenzo Cannone, Ceccarelli, Alessandro Garbisi e Lucchesi inserendo Ziuliani, Zilocchi, Nicotera e Varney.
Al 53′ l’Inghilterra allungava con un calcio di punizione da posizione centrale di Ford per il 17-24. Quattro minuti Ioane si metteva in proprio con un’azione personale che gli inglesi potevano fermare solamente con un fallo. L’Italia ligia al piano tattico, da posizione agevole, preferiva calciare tra i pali. Questa volta Allan sbagliava, interrompendo una lunga serie di calci messi a segno.
L’Italia piano piano si spegneva perdendo tanti palloni, commettendo troppi falli e lasciando il pallino del gioco sempre di più a un’Inghilterra, che ripetiamo era sì solida ma tutt’altro che trascendentale.
Al 66′ un altro piazzato di Ford fermava il punteggio sul 17-27, negando all’Italia anche il punto di bonus. Il possesso palla, costante per l’Inghilterra, toglieva praticamente l’Italia ogni possibilità di poter entrare nel match, quanto meno nel secondo tempo.
Al 71′ una fiammata di Allan, in collaborazione con Mori, riportava l’Italia in zona di attacco, ma sui punti di incontro a vincere era sempre l’Inghilterra che, sui fondamentali, a differenza dell’Italia, era meno fallosa. Come sulla Touche dove l’Italia ha commesso troppi erroi.
Gli ospiti al 75′ rimanevano in 10 per un cartellino giallo ai danni di Daly, a causa di uno sgambetto su uno scatenato Menoncello, sicuramente tra i migliori dell’Italia. Gli azzurri avevano però dalla loro il merito di non mollare mai, di resistere in difesa anche stoicamente. Al minuto 80, infatti, gli azzurri impedivano agli inglesi di segnare la terza meta, resistendo strenuamente negli ultimi cinque metri. Proprio su una di queste difese arrivava il giallo al capitano Lorenzo Cannone che doveva abbandonare il campo.
Nella successiva mischia, con Menoncello a numero 8, l’Italia riusciva a salvarsi, costringendo al fallo gli inglesi. Invece di buttare l’ovale fuori dal campo, e chiudere la partita, gli azzurri si giocavano il tutto per tutto per cercare di conquistare almeno il punto di bonus, ripartendo però dai propri 22 metri. L’Italia giocava diverse fasi alla mano, poi però ci pensava la classe di Monty Ioane. Il giocatore del Lione, praticamente a centrocampo, riuscire a resistere al placcaggio, si rialzava e si involava in una sgaloppata clamorosa, che lo portava in meta.
Arrivava il 24-27 grazie al piede di Tommaso Alan e anche il punto di bonus. Un punto che forse va stretto per quanto visto nel primo tempo, ma forse addirittura è tanto di guadagnato per quanto visto nei secondi 40 minuti di gioco.
I Tabellini di Italia – Inghilterra
Italia: 24
Mete: Garbisi A. (12′), Allan (26′), Ioane (80’+5)
Trasformazioni: Allan (13′, 27′), Paolo Garbisi (80’+6)
Punizioni: Allan (5′)
Inghilterra: 27
Mete: Daly (19′), Mitchell (45′)
Trasformazioni: (46′)
Punizioni: Ford (16′, 33′, 38′, 54′, 67′)
Gli highlight di Italia – Inghilterra
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