Serie A
Giroud e il fardello del numero nove
Ultimi mesi da numero nove rossonero per Giroud, gli Stati Uniti chiamano
A quanto pare, il bomber francese è sulla soglia della porta per immergersi in una nuova esperienza americana. Giroud esaurisce il patto con il diavolo, il Milan pensa ad un probabile sostituto come numero nove. Sarà fondamentale non sbagliare la scelta del nuovo attaccante, in passato gli errori hanno inciso in maniera negativa.
Prima dell’attaccante ex Chelsea, la maglia numero nove a strisce rossonere era un macigno troppo grande per molti. Dopo Pippo Inzaghi, nell’immaginario collettivo, quella maglia è diventata una vera e propria maledizione da sfatare. Unico a riuscirci a pieno, Olivier Giroud, prima punta di razza navigata e vincente già in diversi contesti.
La carta d’identità però, adesso bussa inesorabile anche alla sua porta e gli ricorda che il tempo è trascorso. Nonostante una forma fisica ancora invidiabile ed un rendimento adeguato, la sua scelta sembra essere quella di allontanarsi dal calcio europeo e avviarsi al tramonto di una carriera costellata da trofei e goal.
Tra Inzaghi e il bomber di Chambèry la maledizione del 9
C’aveva provato Pato, ad indossare quella maglia con quel numero nove, che avrebbe trasmesso rinascita ad un papero sempre più spento. I problemi fisici come sappiamo, hanno marchiato la carriera esile del brasiliano e quando il suo numero sulle spalle cambia, diventa irriconoscibile. Due reti prima del saluto finale, di quella favola mai totalmente sbocciata.
Matri tornerà da milanista dopo aver vestito rossonero nelle giovanili, ma con quel numero, siglerà soltanto una rete. Prendendosi addirittura il record di peggior media tra minuti giocati e goal fatti. La rete al Tardini di Parma è l’unica vera gioia di un grande flop.
Il tentativo di sfatare il tabù non riesce neanche a Fernando Torres, cavallo di razza che si avvicinava alla fine dei suoi anni migliori, ma sempre corteggiato dal Milan. Dai tempi folgoranti dell’Atletico Madrid che il diavolo provava ad acciufare quel fenomeno biondo. Ma la sua esperienza a Milano è deludente. L’ex Liverpool viene impiegato poco e riesce ad insaccare solo una volta la rete in porta, al suo esordio contro L’Empoli.
Stessa sorte per Mattia Destro, anche lui una sola rete contro L’Empoli che non può bastare per mantenere quella maglia pesante. La miglior media prima di Giroud resta quella di Lapadula, con 8 goal in 29 partite. Una rete ogni 170 minuti.
La proprietà cinese investe su Andrè Silva, giovane portoghese con caratteristiche interessanti da prima punta. In Europa League il suo rendimento sarà efficace con 8 centri in 14 gare, ma in Serie A arriveranno soltanto due goal. Luiz Adriano invece, segnerà in sei occasioni, lasciando anche lui poco o nulla, nonostante il rendimento brillante della stagione precedente allo Shakhtar Donetsk.
La svolta sembrava poter essere Higuain, negli anni precedenti ha stregato le tifoserie di Napoli e Juventus a suon di goal. Ma la permanenza in rossonero del pipita, sembra più una ripicca nei confronti dei bianconeri, l’argentino si inceppa proprio in una sfida al Meazza contro la vecchia sognora, sbagliando un tiro dal dischetto e perdendo la testa.
Dopo sei mesi arriva Piatek, clamoroso goleador con goal a ripetizione nel Genoa. La seconda parte di stagione in maglia Milan sarà soddisfacente con una rete ogni due partite, ma con il numero 19 sulle spalle. La stagione successiva cambia numero prendendo il 9 e la media precipita. Un centro ogni 269 minuti giocati.
Prima di Giroud come numero nove, come vice Ibra arriva Mandzukic. Ma il croato non trova reti in maglia rossonera, sei mesi impalpabili per lui che lo accompagnano alla fine della sua carriera.
Zlatan intenditore, la scelta spetta a lui
Non ripiombare in un limbo infernale è la priorità della dirigenza rossonera. Gli esempi del passato insegnano e ricordano di non sbagliare. Questa volta il nuovo nove verrà scelto da una figura che ha supportato le fasi offensive delle squadre in cui ha militato per oltre un ventennio. Zlatan Ibrahimovic di attaccanti dovrebbe intendersene molto bene e forse nella sua testa è già delineata la sagoma del nuovo bomber.
Bisognerà capire se lo svedese si muoverà per una tipologia di calciatore con caratteristiche più marcate di una prima punta classica. Un uomo che sappia muoversi e sbracciare nel cuore dell’area di rigore avversaria. Oppure puntare su piedi raffinati e alte capaictà tecniche. Il connubio ideale è sempre nel mezzo probabilmente, ma molto dipenderà dall’esborso economico che potrà effettuare Ibra.
La caccia è già cominciata, serve un grande goleador per scacciare fantasmi e maledizioni varie che non devono più impadronirsi di quella maglia così tanto gloriosa.
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