Nazionale
Italia, Acerbi escluso dai convocati: al suo posto Mancini
Non tende a placarsi quanto successo tra Francesco Acerbi e Juan Jesus in occasione del big match Inter-Napoli nel posticipo della 29°giornata di Serie A conclusosi 1-1. Sono volate parole grosse tra i due difensori, un diverbio acceso che avrebbe visto il difensore nerazzurro pronunciare verso il giocatore nerazzurro la parola “n…o”. I due protagonisti si sarebbero chiariti subito in campo, ma nonostante le parole distensive del brasiliano, Acerbi rischia una grossa squalifica, oltre ad essere già stato spedito a casa dal ritiro dell’Italia.
Spalletti usa il pugno duro: Acerbi salta le due amichevoli con l’Italia
Nonostante stamattina ci sia stato un dialogo tra Francesco Acerbi e Luciano Spalletti nel ritiro dell’Italia per chiarire quanto successo ieri sera. Il Ct ha deciso di non convocare il difensore nerazzurro per le prossime due amichevoli in programma negli Stati Uniti, per garantire la necessaria serenità alla Nazionale e allo stesso calciatore, che oggi farà ritorno al club di appartenenza. È arrivato prontamente anche il comunicato dell’Inter, che presto chiarirà la posizione del suo tesserato in questa brutta vicenda.
Cosa rischia Acerbi?
Nel caso le accuse di Juan Jesus fossero confermate la sua offesa violerebbe il comma 1 dell’articolo 28 di Codice di Giustizia Sportiva che recita: “costituisce comportamento discriminatorio ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporta offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, 32 lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale ovvero configura propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori”.
Il comma successivo chiarisce anche le sanzioni per la violazione dell’articolo: “il calciatore che commette una violazione di cui al comma 1 è punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato e con la sanzione prevista dall’art. 9, comma 1, lettera g) nonché, per il settore professionistico, con l’ammenda da euro 10.000,00 ad euro 20.000,00”.
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