Serie A
Lazio, ecco Tudor: “Non potevo rifiutare questo club”
Le prime parole di Igor Tudor da allenatore della Lazio arrivano in mattinata, trasmesse da Lazio Style Channel. Dopo l’addio di Sarri, è stato sin da subito la prima scelta della dirigenza biancoceleste, e di certo in questa sua prima uscita non è mancato l’entusiasmo: “La Lazio è un club prestigioso, allenare una squadra come questa è una questione di prestigio, una cosa bella e stimolante. È una squadra prestigiosa, con giocatori forti e una tifoseria speciale. Fare parte di questo club e di questa città, che sono una cosa unica, non si può non accettare”
LAVORO – “Bisogna mettersi a lavorare con intelligenza e nel modo giusto. Quando vieni da un allenatore che fa un altro tipo di calcio ci vuole un po’ di adattamento e di tempo. Penso che c’è un gruppo sano, di gente che lavora e si applica. Tocca a me trasmettere al più presto le idee che ho nella testa, penso che faremo in fretta. Le strutture sono belle e si può lavorare bene. La cosa bella è che un allenatore qui può fare veramente bene. Sono tutti predisposti per fare bene, c’è serietà e organizzazione giusta, quella che piace a me. Quasi come una famiglia. Guardando da fuori ho visto sempre che l’allenatore di questo club ha sempre un ruolo importante nel suo lavoro”.
LA LAZIO DI TUDOR – “Sono difensore, ma mi piace molto lavorare sulla fase offensiva, non rinunciando alla difesa. Si dice che si vince con la difesa, ma non sono solo i difensori e il portiere, ma tutta la squadra. Vorrei vedere tutta la squadra che fa entrambe le fasi. Questo è l’obiettivo che vogliamo avere con spirito di sacrificio che non deve mancare mai. Io non rinuncio a niente come allenatore. Voglio vedere tutto nella squadra: fase offensiva, difensiva, transizioni, grinta, corsa, qualità di gioco, possesso, corsa nello spazio. Penso che il calcio moderno vada in quella direzione, di attaccare con tanti uomini, di fare gol, di non essere noiosi. Proverò a fare tutto questo. In qualcosa riuscirò meglio, in qualcosa meno però è sempre un miglioramento. Sono uno che non si accontenta mai. C’è sempre da spingere e da migliorare”
CASALE E GUENDOUZI – “Nicolò (allenato ai tempi dell’Hellas Verona) è un ragazzo d’oro, un giocatore forte che sarà sicuramente utile. Mateo (allenato al Marsiglia) non l’ho ancora visto. Lui è un vincente, è uno che questa mentalità pazzesca che ci vuole specialmente in queste squadre e in queste città che sono sempre molto esigenti”.
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