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Mantova: cosa si fa per una donna
Per la rassegna di viaggi per seguire non solo lo sport
Siamo a Mantova, per i viaggi nelle città dello sport, all’interno del palazzo Te. In origine qui sorgevano le antiche scuderie della famiglia Gonzaga che Federico II, intorno al 1525, fece trasformare in una villa destinata sia ai ricevimenti e ai momenti d’ozio, quanto agli incontri amorosi clandestini con la donna che gli aveva fatto perdere la testa, Isabella Boschetti. Isabella era la secondogenita di Giacomo Boschetti, conte di San Cesario, passata alla storia per essere stata proprio l’amante del duca di Mantova Federico II Gonzaga, figlio di Francesco II e di Isabella d’Este.
La Boschetti si sposò nel 1514 con un nobile cortigiano dei Gonzaga ma questo non le impedì di rimanere amante del Duca.
Dicono che Federico II se ne innamorò in modo talmente intenso e passionale da far esiliare sua madre Isabella d’Este che contrastava in ogni maniera tale unione.
In particolare la stanza che è dedicata a questo amore proibito è l’ambiente più sontuoso del palazzo per la ricchezza e il pregio delle decorazioni, la stanza di “Amore e Psiche” ispirata alla storia tratta dalle “Metamorfosi” di Apuleio.
Fra i dipinti, qua e là, fanno capolino piccole salamandre, anfibi dal sangue freddo che si contrappongono al sangue “muy caliente” di Federico II ogni volta che volgeva il pensiero ad Isabella. Federico non la sposò mai, ma durante i loro incontri clandestini nacquero due figli. Nel 1520 venne alla luce Alessandro, che divenne Consigliere di Stato del Duca di Mantova, e nel 1924 Emilia, che sposò Carlo Gonzaga.
Le immagini, realizzate da Giulio Romano e dai suoi collaboratori, prendono il via con la raffigurazione di Venere su un carro trainato da cigni mentre indica ad Amore la fanciulla Psiche affinché questi la punisca. La favola di Amore e Psiche adombra le vicende private di Federico, il conflitto con la madre Isabella d’Este che osteggia il legame con la Boschetti proprio come Venere aveva osteggiato quello fra Eros e Psiche.
L’intreccio narrativo prosegue in maniera disordinata fino a raggiungere il suo punto più alto nel riquadro al centro del soffitto che rappresenta Giove che unisce in matrimonio Psiche e Amore.
Sulle pareti sud e ovest sono rappresentati i preparativi di un banchetto ambientato in campagna fra satiri, fauni e ninfe. Sono presenti Amore e Psiche, con la figlia Voluttà, sdraiati su un letto.
Federico II pare abbia voluto far rappresentare su queste pareti amori proibiti e passionali quasi a voler sottolineare che la passione che lo univa alla Boschetti non era poi così rara. Forse un tentativo di giustificare qualcosa che l’opinione pubblica e la sua stessa famiglia contrastavano in modo deciso.
Nella stessa ottica vengono descritte altre favole mitologiche che narrano di amori contrastati e decorano le pareti nord ed est: Bagno di Marte e Venere; Bacco e Arianna; Venere e Adone; Giove e Olimpiade; Polifemo con Galatea e Aci; Pasifae e il toro.
Un palazzo, una stanza affrescata, un meraviglioso angolo della nostra Italia nati per una donna, una creatura che è stata capace di far perdere la testa al primo duca di Mantova in modo così intenso e coinvolgente.
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