Serie A

C’è chi dice no: da Soulè a Bremer, non tutto ha un prezzo

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Matias Soulè ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI)

C’è chi dice no.

“C’è qualcosa che non va in questo cielo, c’è qualcuno che non sa più che ore sono”.

Dopo un’annata di luci e ombre, in attesa di conquistare la matematica qualificazione alla prossima Champions League, in casa Juve si inizia a pensare alla stagione 2024/2025, che potenzialmente potrebbe vedere i bianconeri impegnati in circa 70 partite. Una situazione che richiede, senza ombra di dubbio, una rosa più competitiva, da migliorare sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Un contesto che dovrebbe portare la Vecchia Signora, e più in generale le società italiane, a trattenere, prima di tutto, i propri gioielli, cercando di migliorarsi ulteriormente per ridurre il gap con i grandi club europei.

Ma, in tutto questo, c’è chi dice no.

Già, perché la Premier League, ancora una volta, sembra vivere in un mondo a parte, lontano dalla crisi che, invece, ha investito il calcio nostrano. Un calcio in cui, purtroppo, tutto e tutti sembrano avere un prezzo, indipendentemente da fattori quali età, affetto e talento. E nemmeno la Juventus, oggi, può permettersi di dire no a priori, anche se si parla di un pilastro (attuale o potenziale) della propria rosa.

“C’è chi dice qua, c’è chi dice là. Io non mi muovo”.

Chi, di fronte a un’offerta di un top club di Premier League, risponderebbe oggi con un secco “io non mi muovo”? Probabilmente nessuno, considerando la situazione attuale, che vede un calcio italiano sempre più in difficoltà, a fronte di una realtà inglese proiettata, ormai da anni, in un futuro impiantistico, culturale e gestionale che la nostra Federazione può raggiungere solamente con l’immaginazione… e forse l’intelligenza artificiale.

Dunque, che ne sarà di quei giocatori di proprietà della Juventus che sono finiti nel mirino di qualche club inglese? Cosa fare di fronte a offerte in arrivo per Bremer e Soulè? Tra i tifosi, a prescindere, c’è chi dice no, nella speranza che, in questo calcio, forse qualcosa s’è salvato, forse davvero non è stato poi tutto sbagliato”.

Da Soulè a Bremer, non tutto ha un prezzo per il futuro… o forse sì?

“Non si può fare quello che si vuole, non si può spingere solo l’acceleratore. Guarda un po’, ci si deve accontentare. Qui si può solo perdere”.

No, non fraintendetemi. Non sto assolutamente ribaltando il dogma Bonipertiano del “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, che sarà in eterno scolpito nella storia del club bianconero. Sto solamente ribadendo che, di fronte alle potenze inglesi, sul mercato, le società italiane non possono far altro che alzare bandiera bianca.

Anche dalle parti della Torino bianconera, recentissimamente, se ne sono resi conto. Il Manchester United, infatti, sarebbe pronto a piombare su Gleison Bremer a fine stagione, considerando che, nel rinnovo di contratto fino al 2028 siglato a dicembre tra il difensore brasiliano e Madama, è stata inserita una clausola rescissoria di 61 milioni di euro. Una cifra che non spaventa particolarmente il club inglese e che fa storcere il naso a tanti tifosi della Vecchia Signora, convinti che il centrale ex granata valga decisamente di più. Per questi ultimi, “al diavolo (o meglio, ai Red Devils) non si vende, si regala”. Ma anche questa volta, “guarda un po’, ci si deve accontentare”.

Dunque, se lo United sogna Bremer, un altro giocatore di proprietà della Juventus, invece, sogna la Premier League. Si tratta di Matías Soulè, reduce da un’ottima stagione con il Frosinone e da un meraviglioso gol con l’U21 dell’Argentina.

“Mi piacerebbe restare alla Juventus il prossimo anno. Se potessi scegliere io il campionato in cui andare direi Premier League. Sarebbe un sogno essere lì”, ha dichiarato recentemente l’attaccante classe 2003, che piace molto all’Aston Villa e al Newcastle, disposte a offrire fino a 40 milioni di euro per portarlo via dal capoluogo piemontese.

A questo punto, dunque, la domanda è duplice: il giocatore resisterebbe al fascino dell’Inghilterra? Ma soprattutto, la Juventus potrebbe dire no a un’offerta simile per Soulè e monetizzare per il futuro?

In tutti questi ragionamenti, si inserisce il cuore dei tifosi, fortunatamente ancora lontano da dinamiche di questo tipo, ma sempre più anestetizzato da un calcio in cui, a prevalere, non sono più i sentimenti. E alla fine non si piange neanche più”.

C’è chi dice no: perché ha ancora senso sperare

Se su Bremer, in caso di offerta pari alla clausola rescissoria valida dal 2025 (tra le parti, però, ci sarebbe un patto verbale per prendere in considerazione offerte intorno a quella stessa cifra già nel prossimo mercato estivo), tanto dipenderà dalla volontà del calciatore, il discorso è decisamente diverso per il futuro di Soulè.

Il calciatore argentino, come tutti i giocatori bianconeri, non rientra nella lista degli incedibili e, nonostante i lampi di genio fatti vedere quest’anno in terra ciociara, non ha alcuna certezza di far parte della rosa 2024/2025 della Vecchia Signora. A fronte di un’offerta minima di 40 milioni, infatti, il club bianconero valuterà la cessione del numero 18 del Frosinone, cifra che verrà reinvestita in parte sul mercato, con lo scopo di migliorare la qualità di una squadra che, il prossimo anno, dovrà (probabilmente) confrontarsi con i grandi club d’Europa e (sicuramente) con i top team del Mondo. Ma perché cercare qualità altrove quando ce l’hai già in casa? Cosa deve fare, ancora di più, Matias Soulè per dimostrare di meritare spazio e futuro sotto la Mole?

E allora, per entrambi, non si può far altro che aspettare. Nella speranza che, almeno uno dei due, il prossimo anno, possa continuare (o iniziare) a scrivere pagine importanti di storia bianconera e che, fieramente, possa affermare davanti alle telecamere: “Io sono ancora qua, eh già”.

Forse non sarà un finale reale, ma è il finale che i tifosi della Juventus sperano di leggere e di vivere. “Come nelle favole”.




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