Calcio
Tra la Juventus e Allegri non doveva finire così: la storia dell’ultimo anno
Doveva essere la serata dei festeggiamenti, della fine dell’astinenza dei trofei vinti dopo due stagioni, della gioia dei tifosi che hanno riempito meravigliosamente lo stadio Olimpico. Invece il post partita di Atalanta-Juventus è diventato la resa dei conti di rapporti professionali logori da tempo, che sono andati avanti per inerzia rispettando la forza dei contratti. Massimiliano Allegri e la Juventus – intesa come mix tra tifosi e storia del club – stanno terminando il loro secondo ciclo fatto da più bassi che alti, da tante difficoltà affrontate (di campo e fuori) ed obiettivi “minimi” sempre raggiunti. L’emblema della juventinità dell’allenatore toscano è racchiusa nella bella immagine di fine partita: Max, con gli occhi lucidi, insieme al suo staff, sotto la Curva Sud a guardare la gioia dei tifosi bianconeri festeggiare un trofeo vinto dopo due lunghi anni. C’è la felicità, ma anche la rabbia repressa di Allegri nei confronti di una società (Giuntoli, in primis) con cui non è mai andato d’accordo.
Lo scontro Allegri-Giuntoli parte da lontano
Per iniziare questa narrazione bisogna tornare ad un anno fa. La Juventus affronta la trasferta di Empoli e pochi minuti prima del fischio di inizio arriva la seconda penalizzazione per i bianconeri, che sancisce la definitiva chiosa sulla stagione. Dopo la debacle toscana c’è un forte, ennesimo, screzio tra Allegri e Francesco Calvo – massimo Dirigente ai tempi -, in cui l’allenatore ribadisce il suo sentirsi solo contro tutti nel caos generale bianconero e di non sentirsi difeso dalla società. In quelle settimane la Juventus spinge e chiude per l’arrivo di Cristiano Giuntoli come nuovo DS, senza tener minimamente conto del parere di Allegri che avrebbe preferito altri nomi. Tra i due il rapporto non inizia in maniera idilliaca, anzi. Nonostante tutto, la stagione comincia nel migliore dei modi e i bianconeri si ritrovano in lotta per lo Scudetto all’appuntamento dello scontro diretto contro l’Inter. Il calciomercato è terminato da poco, negli ultimi giorni di gennaio Allegri chiede rinforzi di esperienza (Bonaventura, Pereyra) per lottare fino alla fine con i nerazzurri ma alla fine arriverà lo sconosciuto Alcaraz.
Secondo le vostre ricostruzioni, da quei giorni il rapporto tra Giuntoli ed Allegri si incrina definitivamente: nella testa dei dirigenti bianconeri torna l’idea di cambiare allenatore a fine stagione. Da qui nasce la crisi della Juventus nel girone di ritorno con 15 punti in 15 partite e due sole vittorie contro Frosinone e Fiorentina. Paradossalmente, contro i Viola arriva lo strappo che sancisce la fine: dopo il match Allegri scende negli spogliatoi e ne ha per tutti tra giocatori e dirigenti urlando fino a farsi sentire in sala stampa. Le voci sul suo possibile successore si rincorrono giorno dopo giorno, secondo Il Corriere della Sera la “comunicazione” del suo addio gli sarebbe stata detta addirittura da Adriano Galliani dopo una cena milanese con Cristiano Giuntoli.
Lo show personale in Coppa Italia
Tutte queste situazioni portano alla finale di Coppa Italia, dove Massimiliano Allegri ha dato vita al suo show. “Vi siete divertiti, no?” ha detto scherzando in conferenza stampa, come se lui non avesse più nulla da perdere a livello personale. La forte presunta aggressione con il Direttore di Tuttosport Guido Vaciago – a cui va la nostra vicinanza, a prescindere -, l’espulsione rimediata e l’allontanamento di Giuntoli dalla festa, hanno messo in imbarazzo la Juventus, che in queste ore sta pensando di sollevare Massimiliano Allegri dal proprio incarico nonostante manchino 2 giornate al termine del campionato. L’Avvocato dell’allenatore bianconero ha risposto così alle accuse in una nota all’ANSA: “Il mio assistito nega integralmente questa ricostruzione dei fatti e intende precisare di aver semplicemente avuto un acceso alterco verbale col Direttore, dovuto alla concitazione del momento, nel corso del quale entrambi loro si sono vicendevolmente insultati ad alta voce”.
Quando ci sarà l’esonero solo il tempo potrà dircelo e noi saremo qui a raccontarlo, ma una cosa è sicura: questo secondo addio andava gestito diversamente, trattare in questo modo uno degli allenatori più vincenti della storia bianconera è davvero un peccato.
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