Tennis
Sinner trova Gasquet al Roland Garros
Il secondo turno del torneo parigino
Tra Jannik Sinner e Richard Gasquet, avversari al secondo turno del Roland Garros 2024, ci sono oltre 15 anni di distanza. Sono 15 anni che oggi si vedono tutti, perché il 37enne Richard sta cercando di trovare le ultime energie rimaste prima di arrendersi agli acciacchi dell’età, mentre il 22enne Jannik sta cominciando adesso a divertirsi, da favorito numero 1 più o meno ovunque.
Ma Sinner-Gasquet, sulla terra di Parigi, resta comunque un match affascinante e una lampante dimostrazione delle diverse strade che un talento può prendere quando si annuncia la gloria. Da una parte c’è un uomo che – secondo gli appassionati di ogni parte del mondo – fin dall’adolescenza pareva destinato alla grandezza assoluta. Stesso anno di Rafael Nadal, stile di gioco (molto) diverso ma la capacità di rendere facili le cose complicate.
Roba per pochi. Gasquet è stato un campione, è bene ribadirlo: numero 7 al mondo, semifinalista Slam, vincitore di 16 titoli del circuito maggiore e di una Davis. Ma quando lo misero in copertina (a 9 anni) su Tennis Magazine, in pochi tra i connazionali avrebbero accettato l’idea di non vederlo mai in finale di un Major, mai nei top 5.
Dall’altra parte c’è un 22enne che si sta costruendo pezzo dopo pezzo, forte di quella che – secondo il suo ex allenatore Riccardo Piatti – era (ed è) una predestinazione al lavoro, più che alla bellezza. Di talento ce n’è tanto, nel braccio di Jannik Sinner, ma senza quella testa così concentrata sull’obiettivo, non sarebbe bastato per arrivare lassù.
In questo Roland Garros che lo vede partire da numero 2, ma con il numero 1 già sfavillante nel ranking live, Sinner ha bisogno di ricostruire una condizione arrugginita da 27 giorni di assenza da match ufficiali. L’esordio con Eubanks ha dato un primo feedback, dal match con Gasquet ne dovranno arrivare altri. Intanto, Richard si potrà godere un nuovo grande incontro, allontanando quel ritiro che – parole sue – sarà più vicino quando decideranno di dire basta anche Nadal, Wawrinka e Murray. Gente della sua generazione, gente che non si arrende.
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