Tennis
Tennis: la famiglia Korda nel segno di Stepanek
Radek Stepanek, numero 8 al mondo in singolare nel 2006 e vincitore Slam in doppio, è l’anello di congiunzione della famiglia Korda. Da giocatore, il talentuoso Radek (attaccante nato, di quelli che oggi quasi non si vedono più ) fu seguito a lungo da Korda senior, ossia Petr, giocatore a sua volta di classe immensa e allenatore visionario.
Stepanek nel segno dei Korda
Prese Stepanek da doppista e lo convinse che avrebbe fatto bene pure in singolare: ha avuto ragione lui, su tutta la linea. Poi Radek, che ha fatto parte per un breve periodo del team Djokovic (insieme ad Andre Agassi), si è dato a sua volta alla carriera di coach, arrivando a sedersi sulla panchina di un altro Korda, Sebastian. Per quegli scherzi del destino che poi alla fine non solo soltanto casualità .
Sebastian Korda e quel legame con Stepanek
Korda junior, che al Foro Italico ha dato un dispiacere ai romani vincendo una battaglia contro Flavio Cobolli, è nel circuito da tempo ma in fondo ha appena 23 anni ed è lontano dall’esplorare i propri limiti. Origini ceche e scuola (tennistica) americana, Sebastian ha iniziato sotto la guida di papà ma adesso, dal padre, si è voluto smarcare, mantenendolo pur sempre come punto fermo nelle decisioni complesse.
Il futuro del tennis americano
E sia Radek che Petr vedono nel loro giocatore, come tanti tecnici a stelle e strisce, un potenziale più importante rispetto alla posizione attuale (numero 27). Certo, in questo senso la terra non è il luogo ideale, dove compiere l’exploit, per un giocatore dai gesti puliti che tuttavia, a volte, pare troppo monocorde per poter sfondare. Con gli avversari che prendono il ritmo e finiscono spesso per sovrastarlo. Eppure Stepanek crede che sia solo una questione di tempo, di esperienza, di incontri come questo vinto al Foro. Quelli che danno fiducia, che aiutano a ripartire anche dopo tante incertezze e dopo un fisico che a volte sembra di una cilindrata inferiore, rispetto ai big. Qualcuno, anche tra i sostenitori del ragazzo, sta cominciando a dubitare che possa davvero fare quei progressi ipotizzati anni fa, finora mai arrivati. Dubbi legittimi, ma forse eccessivi. Roma potrebbe dare una risposta?
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