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Zverev versione 2017 contro Tabilo

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Nel 2017, Alexander Zverev arrivò a Roma come testa di serie numero 16. Aveva 20 anni ed era già considerato un campione, ma quando alzò al cielo il trofeo sul Centrale del Foro Italico (battendo nettamente Novak Djokovic), furono in molti a considerarlo un potenziale numero 1, un predestinato al successo. Negli anni successivi Sascha ha vinto tanto, tantissimo: Masters 1000, le Finals, l’Oro olimpico. Ma ancora è in attesa di due traguardi che ha visto da vicino, prima di essere ricacciato indietro: uno Slam e il numero 1 del mondo.

L’occasione per Sascha

Roma 2024, con questo tabellone così ricco di sorprese, potrebbe in realtà essere l’evento di una conferma. Quella di Zverev, appunto, che sette anni dopo trova nuovamente l’ultimo atto nel torneo che lo aveva lanciato. Rimontando Alejandro Tabilo, il tedesco ha spento il sogno del cileno ma ha acceso i riflettori su se stesso: oggi è numero 3 della Race e vincendo il titolo salirebbe al numero 2, davanti a Daniil Medvedev. Con metà stagione ancora utile per completare l’opera e provare a fare l’ultimo gradino.

La rinascita di Zverev

Se guardiamo al potenziale del 27enne nato ad Amburgo, non c’è nulla di sorprendente in questo percorso. Caso mai, bisogna ricordare che nel 2022 Sascha era già stato molto vicino al vertice, prima di fratturarsi la caviglia nella semifinale del Roland Garros contro Rafael Nadal. Un colpo durissimo che gli costò sei mesi di stop totale e una ricostruzione paziente di fisico, tennis e fiducia. Se guardiamo allo Zverev di questo 2024, invece, c’erano stati una serie di alti e bassi a far dubitare. Con la semifinale di Melbourne come momento clou e diverse sconfitte evitabili. Roma arriva come un toccasana, per Sascha. Che fin qui non ha entusiasmato, ma ha fatto bene ciò che doveva fare. E quando si è trovato in difficoltà, come in avvio contro Tabilo, ha semplicemente mantenuto la concentrazione accettando la situazione da campione maturo. Lo Zverev versione 2024 ha questo, di diverso, rispetto allo Zverev del 2017: oggi è un uomo che ha attraversato problemi di varia natura e che cerca pazientemente la strada per uscirne. Non un cambiamento banale.




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