Tennis
Berrettini e il verde speranza, un connubio perfetto
Quando c’è bisogno di fiducia, mettere i piedi sull’erba è un toccasana. Matteo Berrettini chiede aiuto alla sua superficie preferita e ritrova il sorriso, dopo altre settimane di attese e di rinvii, mettendo al riparo quel fisico robusto ma fragile da situazioni potenzialmente pericolose. A Stoccarda, dove ha vinto due volte (2019 e 2022), il romano è rientrato con un successo non banale su Roman Safiullin. Ma al di là della partita in sé, è l’arrivo della stagione sul verde che può far tornare all’ex numero 6 Atp la voglia di recuperare la posizione di un tempo. Se non proprio un ingresso nei top 10, almeno qualcosa di più consono al suo talento.
Le armi di Berrettini
I prati come rimedio, dunque. Facile, se uno possiede quel servizio e quel diritto? Fino a un certo punto. Perché in realtà limitare il feeling tra Matteo e l’erba a una questione di mera potenza sarebbe fargli un torto. La verità è che l’ex finalista di Wimbledon (primo italiano a compiere l’impresa di giocarsi il titolo ai Championships) conosce bene i movimenti, le posizioni da tenere e i tagli utili sulla superficie più viva, quella dove tanti talenti del passato hanno faticato a prendere le misure. Non a caso, quattro titoli su otto Matteo se li è presi tra la Germania e il Queen’s di Londra. Dove, per inciso, i campi e le condizioni sono rimasti come si usava un tempo: veloci.
The “hammer” is back
Ma nemmeno quella che da qualche anno chiamano ‘erba battuta’, sempre più lenta, ha impedito a Matteo di trovare la chiave. Persino in una stagione come quella passata, con tutti i problemi che ha portato con sé, il romano si è guadagnato un ottavo a Wimbledon, battendo Sonego, De Minaur e Sascha Zverev, prima di cedere (in quattro) al futuro vincitore Carlos Alcaraz. Non un risultato banale. Le statistiche, pure quelle, confermano il trend: Matteo oggi è numero 11 per rendimento del servizio sui prati (scontando una presenza non così assidua) ma è addirittura tredicesimo all time, davanti a personaggi come Richard Krajicek e Mark Philippoussis, Thomas Berdych e Michael Stich. Gente che in battuta faceva paura a chiunque.
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