Sport e Storia
Gino Bartali, il “Giusto tra le Nazioni”: una medaglia appesa nelle anime degli italiani
Un vero eroe che ha agito in silenzio per salvare 800 ebrei e la sua Italia
Gino Bartali, soprannominato “Ginettaccio” per via del suo carattere schivo e burbero, è stato uno dei più grandi ciclisti italiani di tutti i tempi. Nato a Ponte a Ema(Firenze) nel 1914 e morto nel 2000, Bartali ha dominato le corse ciclistiche negli anni ’30 e ’40, vincendo ben tre Giri d’Italia (1936, 1937 e 1946) e due Tour de France (1938 e 1948).
Bartali, l’eroe “silenzioso”
Oltre alle sue doti sportive, Bartali è ricordato anche per il suo coraggio e la sua umanità durante la Seconda Guerra Mondiale. Infatti, sfruttando la sua notorietà e i suoi spostamenti per le gare, si impegnò segretamente nel trasporto di documenti falsi e denaro per aiutare ebrei e antifascisti a sfuggire alle persecuzioni naziste. Per questo motivo, nel 2013, è stato insignito dell’onorificenza di “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme.
Gino Bartali “salva” l’Italia
Vincitore di 3 Giri d’Italia: Bartali è uno dei sei ciclisti ad aver vinto la corsa rosa per tre volte. Le sue vittorie consecutive del 1936 e 1937 lo resero un eroe nazionale, mentre il trionfo del 1946, ottenuto dopo la guerra, fu un simbolo di rinascita e speranza per l’Italia.
Vincitore di 2 Tour de France: Bartali si impose nella Grande Boucle nel 1938 e nel 1948. La sua vittoria del 1938 fu particolarmente controversa, con l’accusa di essere stata favorita dal regime fascista. Tuttavia, si riscattò nel 1948, vincendo in maniera ineccepibile e conquistando il cuore del pubblico francese.
Dietro quest’ultimo tour c’è uno degli aneddoti più interessanti della storia italiana. Infatti, nel 1948, in Italia, il leader del partito comunista italiano, Palmiro Togliatti viene gravemente ferito da un attentato a Roma. L’Italia si trova sull’orlo di una guerra civile, con scontri tra le fazioni comuniste e quelle anticomuniste.
A questo punto entra in gioco Gino Bartali, da quanto si apprende il noto ciclista ricevette una chiamata personalmente dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, con “l’ordine” di vincere il Tour per dare gioia, pace e serenità al popolo italiano che in quel momento ne aveva assolutamente bisogno per coprire quei momenti di rabbia e terrore.
L’eredità di Gino Bartali
“Il bene si fa ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”. Questa è l’eredità che ci lascia un grande uomo ed un grande campione. Una frase rimasta scolpita nel tempo per l’importanza e la tenacia conquistata sul campo.
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