#viaggi e #miraggi
Il cammino della fratellanza di Santiago
Lo splendido viaggio raccontato dalla nostra inviata
Ho appena terminato il cammino inglese di Santiago di Compostela. Cinque giorni d’intenso cammino per un totale di 115 km a piedi. Sono partita da Ferrol, in Galizia, il 3 luglio e sono arrivata a Santiago di Compostela il 7. Un’esperienza davvero forte sia dal punto di vista fisico che emotivo. Forte perché innanzitutto rompe la tua routine, ti costringe ad uscire dalla tua confort zone e quindi ti accompagna forzatamente ad esplorare zone di te che probabilmente non avevi mai conosciuto prima. E poi ti misura con la fatica. E quando ci misuriamo con la fatica permettiamo alla nostra vera essenza di venir fuori.
Sono fermamente convinta, inoltre, che un’esperienza del genere vada fatta in solitudine proprio per permettere alla nostra anima di connettersi con la sua parte più profonda. Anche perché, come si evince dal titolo, questo può essere definito il cammino della fratellanza, in quanto, in poco tempo, arrivi a considerare quasi come fratelli i tuoi compagni di viaggio che si trovano nella tua stessa condizione e nel tuo stesso stato d’animo. Ti ritrovi ad abbracciare e a chiamare per nome persone che incontri casualmente durante il cammino magari in un bar, in un ostello o durante la strada, con le quali avevi scambiato solo due parole all’inizio del percorso.
Per quanto mi riguarda, dopo le prime due tappe compiute con fatica in solitudine, ho conosciuto tre donne, tre belle persone, che hanno condiviso con me questa esperienza e con le quali è nato un bellissimo rapporto d’amicizia, rapporto che in altre occasioni avrebbe bisogno di molto più tempo per concretizzarsi. Mi rimarranno a lungo impressi nel cuore sia i loro sguardi, i loro sorrisi che la bellezza dei paesaggi incontrati, le foreste di eucalipto il cui odore ti resta addosso e nella mente per ore, le felci, i fiori di campo e le ortensie dai mille colori disseminate ovunque. Meravigliosa anche la spiaggia chiara di Ponto do Porco ricca di scogliere a picco sull’Oceano e baie rocciose arricchite di legni spiaggiati meravigliosi.
Perdersi è quasi impossibile perché frequentissime sono le segnalazioni con le famose frecce gialle e la conchiglia simbolo del cammino, nonché le pietre miliari che indicano man mano i chilometri che separano il pellegrino da Santiago. Particolarmente emozionante l’arrivo nella piazza dell’Obradoiro. Di fronte alla cattedrale si resta davvero senza fiato. Io mi sono tolta le scarpe all’ingresso della piazza e scalza sono arrivata davanti alla Cattedrale, in questo modo ho amplificato le mie emozioni. E poi tutt’intorno solo abbracci, saluti, foto con gli amici che si stanno per lasciare, il tutto accompagnato dalla tradizionale musica celtica suonata dai “gaiteri” (da gaita, lo strumento tradizionale galiziano simile alla cornamusa) che rende ancora più toccante l’atmosfera. Subito dopo la messa del pellegrino in cattedrale arricchita, se sei fortunato come sono stata io, dal rito del Botafumeiro, un grande incensiere di 53 kg, lungo 1,50 m, che si muove dalla cupola centrale della cattedrale, da dove è appeso, mediante un complesso sistema di pulegge, verso le navate laterali. Una grande emozione che mi è stata concessa del tutto casualmente perché da qualche tempo questo rito viene fatto solo se un gruppo numeroso di pellegrini fa un’ingente offerta o durante particolari giorni festivi mentre fino a poco tempo fa veniva messo in pratica tutti i venerdì dell’anno (tranne il Venerdì Santo) e durante la Messa delle 19:30, come un omaggio della città di Santiago al pellegrino. Il suo aroma ha un significato simbolico: “Come incenso salga a te la mia preghiera” (Salmo 141:2). Secondo altre fonti il rito veniva fatto per coprire il cattivo odore che emanavano i pellegrini all’arrivo.
Per noi, pellegrini di oggi, solo la ciliegina sulla torta di un’esperienza meravigliosa che molto spesso riesce a renderci persone migliori.
Un tempo i pellegrini si mettevano in cammino per espiare una grave colpa oggi si inizia questa avventura per i motivi più disparati. Io credo che l’importante sia partire, mettersi alla prova perché quasi sempre il viaggio, probabilmente ogni viaggio, ha un messaggio da lasciarci. E forse solo lungo la strada, spogliati delle nostre sicurezze quotidiane, avremo modo di coglierlo. Il mio è giunto, auguro la stessa fortuna anche a voi.
Buon cammino di Santiago.
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