Tennis

Musetti, un sogno che diventa realtà

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Due anni fa, nella stagione su erba, Lorenzo Musetti non vinse una partita (perdendo a Wimbledon, in tre set, da Taylor Fritz). Lo scorso anno cominciò a fare passi avanti, con due incontri incamerati in ogni torneo: Stoccarda, Queen’s, Championships. Ma qual è, esattamente, il segreto che ha consentito a Lorenzo di diventare un erbivoro doc, prendendosi le semi in Germania, la finale nel 500 londinese e adesso questa meravigliosa semifinale a Church Road? Il punto è che Lorenzo non si può definire un erbivoro, ma va semplicemente inquadrato per quello che è: un giocatore di immenso talento. Uno che sa toccare la palla come pochi, che si porta testardamente quel rovescio a una mano in grado ancora – a volte, per esempio sui prati – di diventare arma letale, permettendo tagli insidiosi, recuperi, approcci e drop. Lo aveva detto proprio coach Tartarini, interpellato sul tema: “Quel rovescio a volte ci rende la vita difficile, ma ci sono situazioni in cui ancora conviene”. Il tennis su erba, senza dubbio, è tra queste.

Il muro Djokovic si può abbattere

“Vivo il momento più bello della mia carriera”, ha sospirato il toscano dopo il trionfo su Fritz e in attesa di Djokovic (5-1 Nole i precedenti). Aggiungendo alcuni passaggi significativi: “Sapevo di meritare più di quanto stavo raccogliendo e mi dispiaceva per chi mi stava a fianco e non ha mai smesso di credere in me. Mi sono messo in discussione: essendo un fanatico del bel tennis, giocare male e non sentire la palla mi creava un senso di vergogna. Poi ho capito che in questo sport conta solo una cosa”. Vincere, ovviamente. Ma non è proprio così. Perché se la gente ama Musetti, ben oltre i risultati ottenuti, è perché Lorenzo incarna davvero quella idea di bellezza che nel tennis (come altrove) rischia di sparire. Di più: il Musetti che vince sull’erba vince certamente per i progressi al servizio, perché spinge col diritto, perché ha l’atteggiamento corretto e l’idea che si debba sempre lottare. Ma vince anche grazie alla sua classe senza tempo, portatrice di colpi ormai sconosciuti alla maggior parte dei rivali.




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