Tennis

Djokovic-Nadal: si chiude un’era

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Sono passati 18 anni, dalla prima volta. E 60 partite più tardi, Novak Djokovic e Rafael Nadal si sono tornati ad affrontare sullo stesso campo dove tutto era cominciato: il Philippe Chatrier. Una storia infinita, la loro, terminata (forse) a Parigi 24 con una sfida per tre quarti senza storia. Per colpa di nessuno, se non del tempo che passa. Pur con tutta la buona volontà del mondo, oggi Rafael Nadal – peraltro dolorante a una gamba – non è più quella macchina da terra che fino a qualche tempo fa lasciava le briciole agli avversari, tolti quei pochi (Djokovic, tra loro) che erano in grado di contrastarlo anche sul rosso. Oggi Rafa lotta con ciò che ha, un cuore grande così e l’orgoglio di chi non vuole arrendersi.

L’orgoglio di Rafa

Proprio quell’orgoglio si è manifestato in modo evidente quando lo spagnolo si è trovato sotto per 6-1 e 4-0. Mentre ci si stava preparando ad assistere al dominio totale di Djokovic, Nadal ha trovato la forza per reagire: un servizio tenuto, poi un break, poi un mezzo miracolo con un controsmash e un passante per impattare nell’ottavo game. Non è bastato, per raddrizzare la partita, perché Nole ne aveva di più, nel momento di chiudere. Ma è bastato per far sperare il pubblico, chiaramente schierato per Rafa e per un prolungamento del confronto. Forse basterà per convincere l’iberico a proseguire ancora per un po’, a dispetto degli anni e degli acciacchi, magari per regalare una conclusione diversa alla rivalità con il serbo (ora avanti per 31 a 29 nei testa a testa).

Djokovic è da medaglia

Djokovic esce da questo match con la convinzione rafforzata di essere pienamente in corsa per una medaglia, inclusa quella del metallo più prezioso. Ma anche Nadal, al netto di un fisico da valutare giorno per giorno, potrebbe trovare in Carlos Alcaraz l’alleato ideale per un podio nel doppio. Lo stesso Alcaraz che, in teoria, rappresenta l’ostacolo più complesso che si frappone fra Nole e quell’Oro fin qui sempre sfuggito. Il serbo finì terzo a Pechino 2008, poi ha raccolto solo delusioni: per questo, Parigi 24 potrebbe essere un’altra occasione, l’ennesima, per fare la storia.




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