Serie A
La Juventus pareggia con il Brest: a che punto sono i bianconeri?
Dal nostro inviato Michele De Blasis
Debutto italiano bagnato, debutto italiano semi fortunato. La Juventus, nell’amichevole di Pescara contro i francesi del Brest, pareggia 2-2. Tutto accade nel secondo tempo con gli ospiti che passano in vantaggio con Camara al 51′ dopo uno svarione difensivo dei bianconeri, poi si sblocca su rigore (finalmente!) Dusan Vlahovic e Danilo di testa mette la freccia al 71′. Il pareggio finale arriva con Camblan all’83’, che approfitta di un altro errore difensivo. Gli esperimenti sono stati meno rispetto ad una settimana fa, già si è vista una mano più godibile di Thiago Motta sul gruppo con idee ben precise – giuste ideologicamente, ma con tanti errori sul campo – e un’identità riconoscibile. Come procede la crescita della Juventus?
Le note negative di Juventus-Brest
Sui movimenti difensivi c’è tanto da lavorare. “Grazie. graziella e grazie al…” direste voi e tutti i torti non li avreste. Ma tante situazioni di gioco pericolose del Brest sono arrivate grazie agli errori della squadra di Thiago Motta, che in impostazione ha perso davvero tanti palloni. Su tutti Khéphren Thuram si è preso tante responsabilità nel ruolo di play davanti alla difesa dell’ormai classico 4-1-4-1 di mottiana memoria, ma in molte occasioni è stato troppo superficiale e lezioso col pallone tra i piedi. Non benissimo nemmeno Savona e Mbangula, troppo timidi nonostante fosse solo una semplice amichevole. L’errore più grande è però di Danilo a fine partita, quando sbaglia il movimento della linea del fuorigioco altissima che permette al Brest di pareggiare con Camblan. Niente drammi ed isterismi però, sono tutte circostanze che devono essere migliorate col tempo.
Note positive
Le differenze rispetto al passato sono tante, a partire dal pressing alto che la squadra cerca di attuare con molta continuità: ad esempio, Locatelli non gioca più davanti la difesa e guida i compagni ad alzarsi per andare a riconquistare il pallone stando sulla stessa linea di Vlahovic. In difesa poi si creano quasi automaticamente degli uno contro uno, che sono stati più croce che delizia questa sera. L’idea dello sviluppo del gioco di Thiago Motta è molto liquida: tutti i giocatori occupano tante posizioni e si inters cambiano molto velocemente e con fluidità. A fine primo tempo addirittura Cabal è andato a fare la seconda punta dietro Vlahovic, con Locatelli e Thuram in fase d’impostazione da centrali difensivi. Nella ripresa con l’ingresso di Yildiz, Douglas Luiz, Danilo e Bremer la qualità dello sviluppo della manovra si è elevata notevolmente, nonostante siano arrivati solo ad inizio settimana. Cabal forse è stato il migliore in campo.
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