Calcio
ESCLUSIVA – Ambrosini: “Il Milan, il rimpianto Tonali, Lautaro da Pallone d’Oro e…”
Il tono di voce è tranquillo, quello di chi sta per farsi una chiacchierata al bar con un amico. Massimo Ambrosini non credo abbia bisogno di presentazioni: al Milan ha scritto pagine importanti della storia del calcio italiano, oggi lo ritroviamo sui campi di Serie A da opinionista e commentatore tecnico con Dazn e Amazon Prime per la Champions. Abbiamo avuto l’onore e il piacere di intervistarlo in esclusiva.
Si aspettava una Nazionale che sapesse reagire così?
“Sono stato piacevolmente sorpreso da questa reazione avuta a livello di singoli, di gruppo, di organizzazione e di qualità. Che ci siano state delle difficoltà nell’Europeo è stato sotto gli occhi di tutti, è bello vedere una reazione nata soprattutto dalla qualità del collettivo”.
Tonali può essere considerato un rimpianto per il Milan?
“Dare una risposta ora che sono passate solo poche giornate è complicato, ma la risposta che mi viene in mente a primo impatto è sì. Il Milan da un punto di vista tecnico lo ha potuto anche rimpiazzare, se parliamo però di anima tutti quelli che sono stati presi non hanno fatto un decimo di quello che ha fatto Sandro”.
Frattesi meriterebbe più spazio nell’Inter?
“Deve essere il primo nelle rotazioni del turnover, perché il livello dell’Inter è davvero molto alto: l’anno scorso lo hai tenuto col freno a mano tirato, oggi vuole emergere ed è giusto così”.
Cosa dell’episodio di Theo e Leao contro la Lazio?
“Hanno espresso in maniera sbagliata il loro malumore per esser stati lasciati fuori, hanno messo se stessi davanti al gruppo: un errore molto grave. La riflessione va fatta in primis per il rispetto che devi dare ai tuoi compagni di squadra, senza dimenticare anche l’allenatore”.
Mancano i leader nella squadra?
“In realtà ci sono secondo me, devono solo venire un po’ fuori. Se penso alla fine della scorsa stagione gente come Theo, Leao, Maignan hanno fatto la differenza. Soprattutto loro tre possono e devono fare di più con continuità. Il Milan ripartirà da loro”.
Come si spiega la lontananza di Ibrahimovic in queste settimane?
“So che era una cosa prevista, delle questioni personali non semplici che non poteva cambiare in corso”.
La settimana che verrà sarà importante per i rossoneri..
“Il Milan deve partire, non ripartire. Fino ad adesso hanno potuto avere delle attenuanti di tutti i tipi, ora però non si può più sbagliare in campionato. La squadra di Fonseca non può non vincere col Venezia, poi l’impegno con il Liverpool ti permette anche magari di non vincere in Champions ma contro l’Inter devono invertire la rotta negativa di questi anni. Bisogna pensare una partita alla volta: non si può guardare oltre il Venezia”.
Milan e non solo: la nostra intervista esclusiva a Massimo Ambrosini
Senza Inzaghi, Calhanoglu sarebbe diventato il giocatore di oggi?
“Simone è un allenatore di altissimo livello, sa migliorare i giocatori ed in questi anni ha fatto qualcosa di straordinario. Il suo merito c’è sicuramente perché ha creato un contesto tecnico importante, in cui Calhanoglu è il regista perfetto. Hakan ci ha messo del suo per arrivare dov’è oggi, anche grazie a Simone Inzaghi”.
Lautaro tra i candidati al Pallone d’Oro
“Tra i primi 5 ci può stare benissimo. Dopo Vinicius, Rodri, Bellingham per me viene Lautaro per il tipo di giocatore che è diventato”.
Cosa pensa della Juventus di Thiago Motta? Com’era da avversario?
“La Juventus mi intriga tanto perché la squadra ha ripreso il coraggio dell’allenatore, sono curioso di capire come inserirà i nuovi giocatori in poco tempo e sono sicuro che lo farà alla grande. Da avversario era intelligente, scorbutico e, nonostante avesse un fisico importante, ti sapeva nascondere meravigliosamente il pallone, non tirava mai indietro la gamba”.
La valutazione di Koopmeiners è giusta?
“No. L’Atalanta ha fatto bene a venderlo a quasi 60 milioni, la Juventus secondo me non doveva arrivare a certe cifre, forte anche della volontà del giocatore”.
Chi è l’ago della bilancia della stagione della Juventus?
“Te ne dico due che saranno importantissimi: Bremer e Douglas Luiz. Se la Juve vorrà avere delle ambizioni alte la difesa sarà fondamentale come nelle prime tre partite, mentre il progetto tecnico avviato con l’ex Aston Villa è davvero interessante e ci dovrà far vedere quanto vale”.
Che giocatore può diventare Cambiaso?
“Andrea mi piace tanto, l’ho sempre detto. Fa un calcio moderno, interpreta bene le tante posizioni in campo, deve diventare un po’ più decisivo negli ultimi metri in area. Sta crescendo tanto, migliorerà ancora”.
Dei allenatori emergenti, chi le piace di più?
“Palladino ha già fatto uno step importante, a Firenze deve confermarsi. Gilardino l’anno scorso ha fatto un grande lavoro partendo da zero, quest’anno non sarà semplice. Quello che più mi stuzzica è Alessandro Nesta: sono curioso di vedere quello che farà, perché ha tra le mani un’opportunità importante, gli auguro di fare bene”.
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