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ESCLUSIVA – Giuliano Gentilini: ”La Coppa Italia a Vicenza emozione unica, e sull’attuale campionato…”

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In esclusiva ai nostri microfoni abbiamo avuto il piacere di parlare con Giuliano Gentilini. L’ex calciatore di Inter, Vicenza e Bologna, nonchè attuale tecnico dell’U.S. Milanese, ha ricordato il suo passato da calciatore, rivolgendo anche un pensiero inerente all’attuale campionato di Serie A.

L’intervista a Giuliano Gentilini:

 

Giuliano, grazie ancora per la disponibilità concessaci. La sua carriera è stata ricca di esperienze importanti. Cosa ricorda dei suoi esordi, in particolare del suo passato con l’Inter e delle esperienze con Vicenza e Bologna?

“Ho avuto la fortuna di vestire la maglia dell’Inter fin da giovanissimo. Con la squadra Allievi vincemmo subito un campionato, e nello stesso anno con la Primavera raggiungemmo il medesimo risultato. Quegli anni sono stati cruciali per la mia crescita calcistica. Ho avuto la possibilità di allenarmi in prima squadra con l’Inter che vinse lo Scudetto dei record nella stagione 1988/89, una squadra incredibile. Ricordo bene gli allenamenti del giovedì, durante le rifiniture, quando io, Pasquale Rocco e Paolo Tramezzani, tutti ragazzi del ’70, ci allenavamo con i grandi campioni dell’epoca. Esordire era complicato, c’erano meno partite rispetto a oggi e la competizione era durissima, con giocatori di caratura mondiale. Ma anche solo vivere quell’atmosfera è stato un gran privilegio per me.

Poi, ovviamente, c’è il ricordo indelebile della Coppa Italia vinta con il Vicenza nel 1997. Quel trofeo resterà per sempre nella mia mente e nel mio cuore, soprattutto perché il Vicenza è l’ultima squadra di provincia ad aver conquistato un titolo così prestigioso. È stato un traguardo storico, inizialmente impensabile, un vero momento di gloria per tutti noi e per i tifosi.

A Bologna, anche se la mia esperienza è stata più breve, ho avuto l’opportunità di vincere la Coppa Intertoto, che rimane ad oggi l’ultimo trofeo europeo vinto dal Bologna. È stata una bella soddisfazione che ci ha permesso anche di qualificarci per la Coppa UEFA, un risultato molto importante per il club.

Verso la fine della mia carriera, ho scelto di continuare nel calcio di provincia. È stata un’esperienza diversa, ma altrettanto arricchente. Lontano dai riflettori del calcio di vertice, ho ritrovato il piacere di giocare con uno spirito più puro, dove il legame con i compagni e il contatto diretto con la comunità locale diventano fondamentali.”


Dopo le prime quattro giornate di questo campionato di Serie A, qual è il suo primo bilancio?

“Sono stato a vedere l’Inter contro l’Atalanta allo stadio, dove hanno vinto 4-0. Devo dire che sono rimasto incantato dal gioco che propone Simone Inzaghi. Lui è uno dei pochi allenatori in grado di valorizzare al massimo il 3-5-2, un modulo che non è semplice da applicare. La squadra si muove alla perfezione in ogni zona del campo, con giocatori che fanno la differenza sia in fase difensiva che offensiva. È incredibile come riescano a mantenere costante pressione e qualità di gioco per tutta la partita.

Devo anche dire che sono piacevolmente sorpreso dalla Juventus di Thiago Motta. Sta proponendo un gioco molto propositivo, e i giovani che sono stati inseriti in squadra mi hanno davvero impressionato. Sono calciatori di sicuro avvenire, e credo che la Juventus abbia fatto un grande lavoro nel puntare su talenti emergenti.”


Nella partita contro il Monza, Inzaghi ha fatto un ampio turnover. Cosa pensa delle sue scelte?

“Credo che Inzaghi abbia fatto bene a dare un’opportunità a giocatori che, sebbene non siano titolari fissi, sono comunque elementi di grande affidabilità. È importante mantenere alto il livello di competitività in tutto il gruppo e avere alternative pronte a subentrare quando necessario.

Uno su cui ho riflettuto molto è Asllani. Anche se contro il Monza non ha reso quanto ci si aspettava, bisogna considerare che ha giocato poco finora e si sta trovando dietro a un giocatore come Çalhanoğlu, che è praticamente insostituibile. Asllani ha un gran potenziale, ma deve dimostrare di più in quelle poche apparizioni che gli son concesse, diversamente farà fatica ad imporsi a pieno un domani nel centrocampo nerazzurro”


Che idea si è fatto del Napoli di Conte e del Milan di Fonseca in questo inizio di campionato?

“Devo ammettere che ho seguito poco il Milan, ma ho notato che stanno faticando a trovare continuità e ad imporsi in campionato. Probabilmente sono in una fase di transizione e hanno bisogno di tempo per consolidare il loro gioco.

Il Napoli, invece, mi sta positivamente impressionando; i partenopei hanno già raccolto punti importanti con Conte in panchina e la cosa non mi sorprende affatto. Antonio va a nozze con questo tipo di sfide e lo sappiamo tutti bene. Rilanciare una squadra come il Napoli, che lo scorso anno ha chiuso al decimo posto, non è semplice, ma lui è un maestro nel motivare i giocatori e creare una mentalità vincente. Sono convinto che con lui il Napoli possa ambire a traguardi importanti e tornare a sognare il campionato, vista anche l’assenza dalle coppe europee.”

Come valuta il momento difficile che sta attraversando il Bologna in questo inizio di campionato, dopo una storica qualificazione in Champions League lo scorso anno?

”Quando una squadra come il Bologna riesce a raggiungere un traguardo così straordinario come la qualificazione in Champions League, superando le aspettative della società e dei tifosi, è naturale che ripetersi l’anno successivo diventi un’impresa complicata. Questo soprattutto perché il club non ha grande esperienza nel competere a quei livelli e non è abituato a stare stabilmente su palcoscenici europei così importanti.

Inoltre, l’addio di giocatori chiave, che sono stati fondamentali per raggiungere quel successo, e soprattutto quello dell’allenatore Thiago Motta, vero artefice di quel percorso incredibile, ha inevitabilmente avuto un impatto sulla squadra. Perdere una guida come Motta, che aveva creato una forte identità di gioco e un gruppo coeso, ha creato una fase di transizione che può spiegare le difficoltà di questa stagione.

Detto questo, bisogna anche considerare che l’attuale tecnico, Vincenzo Italiano, nonostante abbia accettato di affrontare una sfida tanto difficile, è un allenatore capace, in grado di risollevare la squadra. È vero che i punti raccolti finora non sono tanti, ma in diverse occasioni il Bologna ha mostrato di saper giocare un buon calcio. Italiano deve ripartire proprio da queste prestazioni, cercando di costruire nuovamente fiducia e continuità. Se riuscirà a farlo, ci sono buone possibilità che il Bologna possa rialzarsi e ritrovare competitività nel corso della stagione”.




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