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32-29 finisce così un’era: Grazie Nole, Grazie Rafa

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Il capitolo 61 è stato l’ultimo di un grande libro tennistico, l’ultimo di una serie che ci ha tenuti attaccati al televisore per quasi 20 anni, l’ultimo di una rivalità incredibile che ha accesso il cuore di tutti gli appassionati. Non è stata una rivalità qualsiasi quella tra Novak Djokovic e Rafael Nadal, due giganti che per anni hanno stimolato i cuori degli appassionati e infranto ogni barriera del possibile. Oggi, dopo il loro 61° e ultimo incontro al 6 Kings Slam, una delle più grandi storie dello sport si chiude per sempre. Ma ciò che rimane è una leggenda che vivrà oltre il tempo, un’eredità scolpita su ogni campo che questi due campioni hanno calcato. Nelle loro sfide, il tennis diventava un linguaggio senza tempo, una melodia che racchiude l’essenza della condizione umana. Nadal e Djokovic hanno fato parte di una composizione tennistica che esplodeva in bellezza ogni volta che si incontravano, lasciando i tifosi sospesi nel silenzio ad ammirare.

L’inizio della rivalità tra Djokovic e Nadal

Tutto ebbe inizio nei primi anni del 2000, quando il giovane Djokovic, affamato di successo, entrò prepotentemente in un mondo già dominato dal re della terra rossa, Rafael Nadal, e dal genio elegante di Roger Federer. Se Federer incarnava la grazia e l’equilibrio, Nadal rappresentava la forza brutale, il guerriero instancabile capace di frantumare gli avversari con la sua fisicità e il suo spirito indomito. Ma con l’ascesa di Djokovic, l’armonia del duello tra Federer e Nadal venne sconvolta. Il tennista serbo in una recente intervista ha dichiarato di aver fatto fatica a trovare l’equilibrio giusto nel suo tennis. Per i 2 anni successivi al suo primo slam non riusciva a contrastare questi due campioni, soprattutto Rafa. Nel 2011 c’è però stata una svolta decisiva. Il serbo, con la sua precisione quasi robotica e la sua incredibile capacità di recupero, fu capace di mettere in discussione quel dualismo. Ma più di ogni altra cosa, fu proprio contro Nadal che Djokovic trovò il suo rivale naturale, colui che poteva spingerlo oltre i limiti, in una sfida che non era più solo tecnica, ma anche fisica e mentale. Nel 2011 vi è questo cambio di rotta quando Djokovic vince per 6 volte consecutive contro il suo rivale in altrettanti finali.

Una questione di stile

La bellezza della rivalità tra Djokovic e Nadal risiede anche nella loro contrapposizione. Nadal, con il suo dritto arrotato e il gioco basato su potenza e resistenza, rappresenta il giocatore che lotta con il cuore, che non si arrende mai, che strappa ogni punto come se fosse l’ultimo. Djokovic, d’altro canto, è l’equilibrio perfetto tra tecnica e mente, capace di restituire ogni palla, di variare il gioco con un’intelligenza tattica rara, fino a far crollare l’avversario. Quando si affrontavano, sembrava di assistere a due filosofie del tennis che si scontravano. Il sudore, la fatica e la passione di Nadal contro la freddezza, il controllo e la resistenza mentale di Djokovic. Ognuno riusciva a tirar fuori il meglio dell’altro, spingendo il gioco oltre i limiti, trasformando ogni incontro in una battaglia di nervi e muscoli che spesso sembrava non avere fine. Le loro battaglie racchiudono un destino che va oltre il mero risultato sportivo. Sono scontri tra due visioni del mondo. In ogni colpo si percepiva il peso della storia del tennis, come se ogni punto rappresentasse una sinfonia perfetta che sfiorava il divino.

Tra partite epiche e rivalità

Molte sono state le partite epiche tra i due, a cominciare dalla storica finale degli Australian Open 2012, considerata uno degli incontri più lunghi e intensi nella storia del tennis. Cinque ore e cinquantatré minuti di puro spettacolo. Ogni punto sembrava un duello a sé. Nadal era lì, a un passo dalla vittoria, ma Djokovic, come un guerriero che si rifiuta di cadere, si aggrappava a ogni briciolo di forza, riuscendo alla fine a prevalere 7-5 al quinto set. Una partita iconica, terminata con un’altrettanto iconica esultanza di Djokovic che ancora ad oggi rimane nella mente dei tifosi. Quella notte non fu solo una vittoria, ma la dimostrazione che la loro rivalità aveva ormai raggiunto vette ineguagliabili. A questo match segue il suo opposto, un anno dopo a Parigi. Questa volta nel giardino di casa di Rafa, Djokovic si trovava ad un passo dalla vittoria con un break di vantaggio nel 5 Set. Ma Rafa fece valere la sua abilità sulla terra e rimontò il match vincendolo 9-7 al quinto set.

Parigi Londra e New York, la rivalità tra Djokovic e Nadal

Un altro incontro epico tra i due che i tifosi difficilmente dimenticheranno. Nadal dominava la terra rossa del Roland Garros, dove Djokovic dovette attendere il 2015 per sconfiggere finalmente il maiorchino in semifinale, dimostrando di poter battere il “Re della terra rossa” nel suo feudo. Segue un’altra vittoria da parte di Nole nel 2021, diventando l’unico tennista della storia ad aver sconfitto Rafael Nadal per 2 volte a Parigi. D’altra parte, Djokovic aveva la meglio su Nadal sull’erba di Wimbledon. Impossibile non citare la strepitosa semifinale a Wimbledon nel 2018. Una partita che ha raggiunto dei picchi altissimi di tennis, che si è conclusa solo 10-8 al quinto set per l’immenso campione serbo. Sul cemento degli US Open invece, si sono disputate moltissime sfide indimenticabili ed estremamente equilibrate. Vengono subito in mente le vittorie di Nadal in finale nel 2010 e nel 2013. Mentre nel mezzo il serbo si è imposto magistralmente nel 2011 e nel 2012. dove è riuscito a neutralizzare la devastante potenza del suo avversario con un muro impenetrabile di difesa. L’ultima sfida ufficiale si è disputata alle Olimpiadi ed ha visto il serbo vincere con un netto 6-1 6-4, nella sua strada verso la vittoria del torneo.

I master 1000, la loro rivalità continua.

Per quanto riguarda i match nei master 1000, sono tre quelli che vengono subito in mente. La semifinale di Madrid è stata probabilmente la loro miglior partita 2 set su 3. Il match durato 4 ore e 3 minuti (ancora detiene il record come il match ATP più lungo della storia 2 su 3) è stato testimone di due atleti sensazionali che hanno dato l’anima per vincere il match. Ma alla fine a prevalere è stato Nadal, dopo aver annullato match point, vince l’incontro al tiebreak del 3 set. A seguire, nel 2011 assistiamo forse alla finale 1000 più bella di sempre. A Miami nel 2011, Djokovic arrivava da tre tornei vinti consecutivamente, in 2 di questi aveva sconfitto in finale Nadal. I due si sono trovati anche in finale in Florida ed hanno dato il via ad un incontro straordinario, che ha visto il serbo prevalere al tiebreak del 3 set. Ultimo ma non per importanza, il match disputatosi nell’atto finale di Montreal. In Canada i due protagonisti hanno fatto emozionare i tifosi giocando un tennis “near the gods” come esclamava il commentatore. Ad avere la meglio è stato Rafa, che iniziava così una stagione indimenticabile sul cemento americano.

Cosa ci hanno insegnato questi due campioni

Ciò che ha reso questa rivalità così speciale, oltre alle battaglie sul campo, è sempre stato il rispetto reciproco tra i due campioni. Mai una parola fuori posto, mai un gesto di disprezzo. Nadal e Djokovic sapevano di essere l’uno la controparte dell’altro, di crescere insieme, di spingersi a vicenda verso l’eccellenza. Senza Nadal, Djokovic non sarebbe diventato il campione che è oggi. E senza Djokovic, forse Nadal non avrebbe continuato a migliorarsi incessantemente, giorno dopo giorno. Ogni volta che si affrontavano, il pubblico non assisteva solo a una partita di tennis, ma a una lezione di sportività. Un riconoscimento dell’unicità dell’altro, un tacito accordo che il tennis, attraverso di loro, aveva raggiunto il suo apice.

6 Kings slam, capitolo 61

Poi è arrivato il 6 Kings Slam, il loro 61° incontro, e tutti sapevano che sarebbe stato l’ultimo. Nell’esibizione araba Djokovic si è imposto con un 6-2 7-6. Partita dominata nel primo set da parte del serbo. Ma nel secondo un susseguirsi di emozioni prende il sopravvento. Dopo aver annullato match point con un dritto strepitoso, Nadal si trasforma, inizia a giocare in una maniera incredibile, regalando gioie ai tifosi arabi. Finisce al tiebreak del secondo l’ultima sfida di questa immortale rivalità.  A fine partita si vede una bellissima scena dove Djokovic a cuore aperto, applaude l’avversario per la partita e tutta la sua carriera, momento molto nostalgico che ha fatto emozionare tutti i tifosi presenti e quelli da casa.  Il caloroso abbraccio finale ci mostra tutta la sportività che ha caratterizzato questi due campioni ed inoltre ci fa scendere una lacrimuccia nostalgica che sa di fine. Alla fine del match, il pubblico si è alzato in piedi, non per celebrare la vittoria di uno sull’altro, ma per onorare entrambi. Era l’applauso di chi sa di aver assistito alla fine di un’epoca, quella di due titani che, per anni, avevano trasformato ogni incontro in un’opera d’arte.

Il lascito dei due giganti

Djokovic e Nadal hanno plasmato il tennis moderno come Michelangelo scolpiva il marmo. Hanno ridefinito i limiti del possibile, del fisico e della mente. Hanno ispirato giovani e anziani, appassionati e profani, con la loro dedizione, il loro spirito indomito, la loro infinita voglia di vittoria. Ma oltre tutto, ci hanno mostrato cosa significa il rispetto, cosa significa essere rivali, sì, ma con onore. 46 slam, 76 master 100, oltre 190 titoli (numeri che potrebbero aumentare) si chiude così la rivalità più vincente della storia. Con Nadal prossimo al ritiro, Novak Djokovic rimarrà l’ultimo big 3 ancora in attività, l’ultimo protagonista di un’epoca che ha infiammato il cuore di miliardi di persone.

Nostalgia del passato e avvento di nuove ere

Ora che Djokovic e Nadal non si affronteranno più, il tennis sembra un po’ più vuoto, la loro rivalità però, rimarrà sempre nella storia del tennis. Ma la loro eredità è destinata a durare per sempre. Ciò che hanno costruito insieme va oltre i titoli e i trofei. Hanno mostrato cosa significa eccellere, lottare fino all’ultimo respiro, e allo stesso tempo rispettare il proprio rivale come un compagno di viaggio in questa straordinaria avventura chiamata sport. Djokovic e Nadal ci hanno insegnato che non è solo il vincere che conta, ma il come si vince e contro chi si vince. La loro rivalità potrà essere sostituita da quella tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, ma non potrà mai essere emulata. E per questo, nonostante i loro destini si separino, rimarranno per sempre legati. Due metà dello stesso mito, due re di un’era che è giunta al termine.




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